Li vedo bene, sono certamente un gruppo di colleghi che han terminato il lavoro tardi e sono a cena in questo locale di Milano, fra Piazza Cavour e la Stazione Centrale, una zona piena di uffici. Forse è il giorno di non “Smart Working“: per questo sono probabilmente rimasti in ufficio fino a tardi. Saranno di qualche famosa società di consulenza, o forse uno studio di avvocati o commercialisti. Sono in otto, due sulla cinquantina (i soci partner?) e gli altri trentenni. Tutti vestiti con cura e gusto, si vede che una certa formalità è importante nel loro lavoro, ma si vede anche che per nessuno di loro l’essere vestito con quel (bel) gusto e quella cura corrisponde al loro “abito” naturale.

Basta uno sguardo per capire che sono amici fra di loro. La dimestichezza e la naturalezza con la quale son seduti dice di una consuetudine e di una confidenza positiva: devono essere - nel lavoro - davvero un bel gruppo! Oltre ai due senior, ci sono tre ragazzi e tre ragazze: tutti belli e, quando li ho visti entrare, avevano il sorriso e il viso aperto e stanco di chi è contento che la giornata sia arrivata in fondo e finalmente si può tirare il fiato. Mentre si accomodano, sento che si prendono amabilmente in giro con battute vicendevoli, ma sempre, immancabilmente, accompagnate dalla risata di tutti. Prendono posto nel tavolo rettangolare: quattro da una parte e quattro - di fronte - dall’altra.
Li perdo di vista, dando loro le spalle per qualche minuto. 
Ma poi, è più forte di me, non riesco a non girarmi: in quel momento noto che le battute allegre hanno lasciato il posto a un silenzio improvviso. Nessuno parla: mi sembra, nel silenzio, di sentire un ticchettio. Non voglio essere così maleducato da girarmi del tutto per osservarli in modo spregiudicato, così faccio un mezzo giro e riesco solo a scorgere per un attimo il viso dei quattro: ognuno di loro guarda davanti a sè in modo fisso, immobile, come se gli altri non esistessero e fossero entrati in una dimensione solitaria, “egoista”, nella quale esiste solo quello che stanno fissando davanti a loro, che io però non vedo perché scorgo solo i loro visi. Anche girandomi dall’altra parte,  di fronte agli altri quattro, vedo nelle ragazze le stesse espressioni fisse, silenziose e concentrate, anch’esse catapultate in un altro mondo, quello che si trova a pochi centimetri da loro e che, anche in questo caso, non riesco a vedere perché scorgo solo i loro visi, fermi e assolutamente dimentichi l’uno dell’altro. 
Non faccio fatica a immaginare che cosa possano guardare così fissamente e freneticamente, così concentrati, così silenziosi  e così assorti.
E allora mi chiedo: ma come si fa a diventare così “estranei” gli uni agli altri, proprio loro, così belli, allegri e affiatati?! 
Che terribile cosa hanno tra le mani che li allontana così sideralmente!!! Che mondo è mai diventato questo che, con qualcosa che si può fissare con quello sguardo “egoistico“, riesce a far svanire d’incanto quella splendida vicinanza?
E chissà quante volte questa scena - penso - si ripete in tutte le nostre case, proprio mentre si mangia, nel momento nel quale la familiarità e il dialogo dovrebbero essere la nota di sottofondo! Che tristezza... penso... almeno mentre si mangia quell’egoismo andrebbe bandito! 
Sconsolato, mi volto a guardarli finalmente bene quei ragazzi, girandomi quel tanto in più da poter scrutare bene anche la tavola, dove vedo che quei ragazzi con quei bei visi...  in silenzio... stanno.... mangiando un meraviglioso piatto di pasta ciascuno ! Che sorpresa, non era lo smartphone!
E certamente, davanti a un piatto di pasta è giusto far silenzio e avere un rapporto con essa esclusivo, perché è un corpo a corpo che non ammette intrusioni. Come mangiamo noi la pasta... nessuno al mondo!
Grazie ragazzi, possiamo guardare avanti con fiducia e... cameriereee! Un piatto di tagliatelle al ragù anche per me!

Tutti i racconti

0
0
5

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
3

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
6
20

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
10
23

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
22
29

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • An Old Luca: A me è piaciuto molto. Scritto bene e il finale sospeso è un'ottima [...]

  • Maria Merlo: Grazie, An Old Luca. Sono contenta che il racconto e il finale ti siano piaciuti.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
10
63

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

3
3
30

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
37

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

14
5
42

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • La Gigia: In questo intrigante racconto c'è uno studio approfondito non solo [...]

  • Dax: Piaciuto. Attendo continuo.Like

7
9
39

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su