Arturo aveva perso per sempre i suoi lunghi capelli biondi. Il motivo di questa tragedia gli era oscuro e una depressione ai massimi livelli lo imprigionò dentro la sua morsa di ghiaccio come un topolino fra le spire di un pitone. Zoe, la sua compagna, cercava in tutti i modi di sdrammatizzare quell’evento devastante, ricoprendolo di attenzioni e di tanta dolcezza. “Sei bellissimo anche così, anzi, ancora più affascinante, sei speciale” gli diceva “Tu se il mio amore, così come sei, con o senza capelli. Io amo tutto di te, l’uomo che eri, l’uomo che sei e l’uomo che sarai.” Ma Arturo non si dava pace. “Rivoglio i miei capelli o morirò” ripeteva meccanicamente, mentre i suoi occhi deliranti, fissavano il vuoto, di quella cameretta, buia e maleodorante. Era il 2027 e il pianeta terra stava morendo per sempre, schiacciato dall’arroganza, dall’arsura di potere di “quattro stronzi” e dall’infamia di una moltitudine infinita di servi. Gli “stronzi” erano stati tutti impiccati e tutti i servi, arrostiti sopra gigantesche graticole al centro di infinite piazze in tutto il mondo, un tempo chiamato civile. Gli stronzi in questione, appartenevano alla specie “topominide”, che si credeva estinta. Brevi cenni biografici sui topominidi.

Dopo milioni di anni di segregazione nelle profondità della terra, i topominidi sono risaliti alla luce (si ipotizza la loro comparsa durante i primi anni trenta), forse attraverso i profondi fori prodotti dalle trivellazioni, per poi rintanarsi nelle fognature, e da li fino a noi. I due particolari morfologici più evidenti, che caratterizzano il topominide, sono: la bassa statura e le due grandi orecchie, ma per tutto il resto, condividono con gli umani, gli stessi caratteri somatici, con i quali, in seguito, si accoppiarono, dando origine ad una nuova specie idiotopomorfa. L’ideologia topominide, è finalizzata alla distruzione sistematica di ogni forma di vita,che abiti e si muova il suolo terrestre.

Fino a pochi anni addietro, rivestivano le più alte cariche del potere politico, economico/finanziario, militare e mediatico. Il loro fine ultimo è la vendetta; contro gli uomini, per invidia, e contro il Dio Creatore, per avere loro negato ogni capacità di discernimento e forza di volontà e, in fine, per averli relegati all’origine al confine con gli inferi nel sottosuolo terrestre. Non hanno una pur pallida idea di cosa sia la gioia e il dolore, il passato e il futuro, il bene e il male ma, come automi, si muovono meccanicamente dentro un presente immobile, alimentando il loro essere, di acredine, invidia e di maldicenza.

Non possono essere definiti, diabolici, essendo stata a loro negata, anche la più elementare forma di intelligenza alla quale hanno sostituito la furbizia e la licenza. L’arma letale di cui sono in possesso, è l’ignoranza cosmica, che li rende fieri, orgogliosi ed intraprendenti, e una capacità di mentire, straordinaria, affinata a tal punto, da essere contrabbandata per verità.

Queste due prerogative, unite insieme, hanno dato vita ad una reazione così devastante, nel cuore e nella mente degli umani, che, ben presto, persero per sempre ogni forma di consapevolezza e di buon senso: l’Incantatrice poi, fece il resto. All’inizio, il mondo occidentale li aveva sostenuti ed acclamati come i nuovi benefattori del moderno Sistema, credendo alle lusinghe e alle loro promesse di felicità e immortalità. Ben presto, ma troppo tardi, gli uomini compresero di essere stati ingannati, e fu allora che una rivolta senza quartiere, esplose in tutto il mondo. Ma i giochi, oramai, erano fatti, e nulla si poté più salvare; solo la rabbia e la frustrazione trovarono il degno riscatto dentro quel massacro infernale, fra crudeltà inenarrabili, dolore, lamenti e fiumi di sangue. Era il 2025, e fuoco e macerie, coprivano la terra. 2027 Nella romantica Chiesa dell’Addolorata, una piccola compagnia teatrale riscaldava il cuore dei sopravvissuti improvvisando a soggetto, fra satira e sarcasmo, sui motivi del disastro globale. L’Incantatrice era defunta per sempre. Arturo era un portatore d’acqua, un uomo alto e robusto. Era in grado di percorrere venti chilometri portandosi appresso settanta litri di quel prezioso liquido. Dieci litri erano per lui: il suo compenso. Ma dopo la storiaccia dei capelli, si rintanò per sempre nella sua stanza. Era trascorso quasi un anno e a nulla valsero, le parole, le preghiere e poi le imprecazioni di Zoe. Lo stato di salute di Arturo era seriamente compromesso, e la sua vita in serio pericolo. Così Zoe decise di cambiare strategia. “Ho sentito di un tizio che fa crescere i capelli” gli disse un giorno. “Vive molto lontano da qui, ci vorrà tempo, forse mesi e tu non ti reggi nemmeno in piedi - per affrontare questo viaggio dovrai recuperare tutte le tue forze fisiche e morali”. Un silenzio di ghiaccio avvolse per una manciata di secondi tutta la stanza, fino a quando Arturo, alzò il suo sguardo fin dentro gli occhi sgomenti di Zoe, e annuì col capo. Erano trascorsi tre mesi da quel giorno e Arturo sembrava essere ritornato il ragazzo di sempre. Mangiava e si allenava. Rideva e sorrideva. La notte riposava sereno e si svegliava pieno di speranze. Il giorno della partenza stava per arrivare, e lui scalpitava come un puledro selvaggio. La fuori, il mondo bruciava lentamente e lentamente si spegneva. Il forte calore degli ultimi due anni aveva abbassato la sua guardia e il giorno non faceva più così paura. C’era motivo di sperare in un abbassamento ulteriore, della temperatura. L’immenso rogo aveva esaurito le sue ultime energie, e fumo e cenere oscuravano il cielo dall’alba al tramonto. Era la mattina del 22 ottobre del 2027 e Arturo e Zoe si levarono all’alba. L’uomo che amava Totò. Arturo e Zoe si misero in cammino, e per Quattro lunghe settimane diedero fondo a tutte le loro energie, fisiche e mentali, fino a quando, stremati dalla fatica, decisero di fermarsi per un po’ nelle vicinanze di una vecchia masseria. Due robusti pilastri di cemento sorreggevano una grossa trave di legno, al centro della quale, appesa a due catene arrugginite, ciondolava cigolando la portiera colore blu pastello di una vecchia Range Rover. Sopra, una scritta bianca, a caratteri stampatello, recitava: “Ho riposto tutto nel nulla”. Arturo passò oltre, e si mise alla ricerca di un comodo giaciglio per la notte, mentre Zoe si fermò per qualche minuto a fissare la portiera, come a volere sciogliere l’enigma di quella frase intrigante, interpretandola come un segnale del destino. I due, si accomodarono all’interno di un silos che, a tutti gli effetti, appariva in buono stato e con il tetto in ordine, occupandone la cella più in alto.

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07 November 2025

"Potrebbe essere" rispose Marco non sapendo dove Elena volesse arrivare, ma fidandosi. "Quindi? Dimmi cosa dovrei fare?" "Forse... è un'idea che ho... io non scrivo... però... dai, vieni con me!" disse Elena prendendolo per mano. Marco la seguiva con fiducia dubbiosa. Uscirono nel mercato, lei [...]

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07 November 2025

All’alba, quando la Senna dorme ancora sotto un velo di nebbia leggera, scendo piano verso la riva. La barca mi attende, inclinata sulla riva del fiume come un animale spiaggiato. A volte penso che la mia anima assomigli a questa barca: fragile, irrequieta e arenata allo stesso modo. Così sono. [...]

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«Qui.» Lo disse in un modo che poteva significare solo una cosa: “Fermati!” E io mi fermai. Scesi dall’auto, chiusi la portiera, mi accesi una sigaretta e mi appoggiai al cofano caldo. Era piacevole, nell’aria fresca della sera d’ottobre. Tirai una boccata. Allo stesso tempo, Claudia era scesa [...]

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"Dovrei tornare." pensò, mentre armeggiava con la sua macchina fotografica. Era ancora un'analogica, e col tempo aveva imparato a conoscerla, a comprenderla, quasi a darle un'anima. Credeva che questa intesa segreta le permettesse di scattare le fotografie che l'avevano fatta vivere fino a quel [...]

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Una sera Nico si recò sull’argine. La luna era alta nel cielo e il fiume una striscia argentata. Una voce lo chiamò. «Ti aspettavo» Lei era là, sulla riva, giovane, luminosa, bella: la pelle bianca come latte, i capelli che riflettevano la luna, gli occhi scuri e dolci. Nico non parlò, la seguì. [...]

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Lui e Lei 2\2

03 November 2025

Passarono settimane, mesi, Lui cominciava a sentire la sua mancanza ed era dispiaciuto di non esserle stato accanto. Di tanto in tanto si sentivano su WA ma s’inviavano messaggi vuoti e sterili. Un giorno però Lei gli disse di essere incinta del nuovo compagno. Lui rimase attonito, non era trascorso [...]

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03 November 2025

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Una storia particolare (4/4)

Quando alcuni sogni diventano realtà

02 November 2025

Prima di partire chiesi ad Angelo di avviare le pratiche per poterci sposare. Dopo quasi un mese ci trovammo davanti al sindaco, mano nella mano, con il cuore pieno di emozione. Le nostre nozze furono semplici ma intense: uno sguardo, un “sì”, e la sensazione profonda di essere finalmente una famiglia. [...]

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Lui e Lei 1\2

02 November 2025

In un giorno come tanti, a una ragazza pugliese arrivò una richiesta di amicizia su Netlog da parte di un ragazzo di Roma. Sin dalle prime battute tra i due c’era del feeling, nonostante fossero lontani e avessero età diverse. A Lui, di Lei colpì la fotografia in cui sedeva su una vespa rosa. Anche [...]

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