Un giorno ci alzammo assieme al sole. Credevamo di aver sconfitto il buio della notte con la luce del suo raggio sempre più potente, man mano i minuti si avvicendavano a rincorrersi come fanciulli sulla spiaggia dorata, spensierati cuccioli d'uomo, intenti a inseguire un aquilone. Ognuno di noi colpito dal raggio di sole, ahi... nel cuore, nello spirito, nella nostra dignità, nella nostra solitudine di perdenti.

Ci alzammo. Con tutti i desideri del mondo, distratti dal nostro egoismo umano, immuni alla meraviglia, sicuri di conquistare la terra ogni giorno sempre più, di riuscire a vincere nella competizione quotidiana per non soccombere perché istruiti a pensare che chi si ferma è perduto, senza più sogni, senza più emozioni per quelle stelle che nel cielo un tempo, nel tempo adolescenziale, ricordavano i passi di una luna da conquistare.

Ci alzammo ancora assonnati, ma automaticamente programmati a compiere i nostri riti di rodaggio per immetterci in strada e raggiungere le mete che portano alla conquista dell'effimero tesoro di polvere, distratti dalla foga della nostra esplorazione fra le larve di chi ha fallito e dorme sul marciapiede o sulla panchina, fra gli stracci e gli scarti del benessere capitalista e i fogli di giornale petrolizzati per aver un po' di calore nella disgrazia.

Ci svegliammo anziani, fragili, delusi dalla terra che aveva cominciato a ribellarsi, bruciando foreste, inondando abusivismi sul demanio, diroccando tutto ciò che era stato il regno della generazione post boom atomico, nucleare, cibernetico, informatico, artificiale. E ci scoprimmo impreparati alla peste che penetrava negli interstizi dei nostri polmoni, subdola patologia spuntata dal nulla, per alcuni sfuggita ai laboratori sperimentali, per altri disseminata da untori criminali che non capivano il loro crimine, per altri ancora prodotta dall'accelerazione del menefreghismo di una società ipermenefreghista, che aveva sempre dirottato i suoi capitali per accaparrarsi di armi sofisticate, la peste del duemilaventi, che nessuno aveva mai potuto immaginare e che nell’era della telecomunicazione e dei social, tutti connessi, tutti informati, aveva cominciato a mietere vittime giá molto prima della sua pubblica infezione.

E alzati dal nostro giaciglio, ci ritrovammo inermi e impotenti, senza anticorpi, come Maya, Incas e Aztechi all'arrivo degli Europei colonizzatori. Disorientati, noi uomini e donne indaffarati a soddisfare i nostri vizi, le nostre manie, le umane perversioni. Noi che avevamo dimenticato cosa vuol dire pregare, o rispettare i valori della vita in questa società zoologica, dove vince chi è il più forte e il più disumano.

La peste del coronavirus, generatosi da una politica passata, intenta solo a litigare su come spartirsi un potere che non portava a niente e che diceva di garantirci la libertà, ma che per poter sopravvivere ci ha precipitati nell'isolamento sociale e nel sospetto vicendevole, dietro una mascherina sanitaria che nasconde il sorriso e con esso la nostra libertà.

La peste del Coronavirus che ha schiavizzato l' umanità con il colpo di stato di una microscopica pallina virulenta che, fin quando non si scoprirà un vaccino o una cura efficace, ha dichiarato di voler conquistare il mondo che ci troviamo ad abitare nelle nostre spelonche platoniche di prigionia preventiva e surreale.

 


Primavera
Già avevamo avuto sentore
che il mandorlo non aveva alcun fiore
nelle sue nere braccia,
nessun volo di rondini nella bonaccia,
tranne il trillo di un pettirosso,
che su davanzale
venia a beccar nel vetro e le granaglie a cercare.
Il morbo pandemico
era arrivato silenzioso  a falcidiare
un'umanità fragile e smarrita
e s’era annidato negli interstizi polmonari,
aveva aperto una comune ferita
e deciso che la vera felicità
non era aver il possesso, la gloria e la vanità.
Nel freddo, anomalo paesaggio surreale
aveva scoperto  impotente e confusa
che il vero male umano,
improvviso come  peste nera
era
non saper comprendere lo sforzo di chi spera.

E nel buio di un mattino primaverile
al tempo della ferita d'aprile
pregava senza potersi darsi la mano
che in poco tempo tutto non fosse reso vano.

Tutti i racconti

0
0
2

FELICITA'

19 July 2025

“Cosa posso fare per farti felice?” La domanda arrivò inattesa ed improvvisa mentre stavo per uscire. Mi guardava con quello sguardo sornione ed un mezzo sorriso, si poteva pensare ad una battuta scherzosa ma, conoscendolo, sapevo che non era così. Subito pensai alle ore precedenti, se fosse capitato [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
1

Immoti Interrogativi

Poesia D'amore

19 July 2025

Hai mai sentito scavare il silenzio dell'immoto nelle schegge del varco della distanza che disegna lacrime in schizzi di emozioni sottopelle? Hai mai dimenticato la dolce brezza che nuda accarezzava la pura estasi che abbracciava i nostri tremuli cuori sulla scarpata del nostro fato in [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

6
8
36

Percorsi

18 July 2025

Passi veloci, in fretta, scale, ancora altre scale. Il bip delle porte della metro che stanno per chiudersi accelera il cuore: un ultimo sforzo! Ce l’ho fatta. Le porte si chiudono con un tonfo muto e indifferente, stranamente c'è un posto libero, che occupo subitamente pregando che nessuno mi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Non male brava, benvenuta tra di noi. Non posso fare a meno di chiederti....realtà [...]

  • Ondine: Qui e ora. Bel racconto riflessivo profondo e scritto bene

1
4
26

Lolita

18 July 2025

Lolita Era domenica. Lo studio del Cardinale Pamphili. era come sempre pieno di libri — e dunque, di cultura. Sulla scrivania, ordinatamente in disordine, si accatastavano scartoffie, volumi e una scatola di sigari cubani, rigorosamente selezionati. La notte precedente era venuta a trovarlo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Benvenuto a bordo. Concordo con lo Zio ma la scrittura scorre ben e si intravede [...]

  • Ondine: In letteratura ci si deve avventurare anche 'nelle ombre' e nel vaticano [...]

6
9
33

Le rotelline

17 July 2025

Il muro della chiesa era fresco. Enea si sedette sul sedile in pietra accanto all’ingresso e vi si appoggiò, godendosi l’insperato riparo dal caldo del pomeriggio, incurante delle asperità del muro. L’ombra della chiesa occupava la piazzetta – uno slargo pavimentato con ciottoli tondeggianti tra [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Eh, il treno è sempre il treno! 🤣
    Grande Prof!

  • Ondine: Bello a suo modo romantico che sa di luoghi lontani atmosfere un po' perse. [...]

9
10
35

Là nelle stoppie dove singhiozzando…

In difesa del gerundio

17 July 2025

Negli ultimi tempi mi capita di usare spesso l'Intelligenza Artificiale (IA) per chieder pareri su quanto vado scrivendo. Ovviamente non bisogna accettarne pedissequamente i suggerimenti: in sole 10 righe l'IA vi potrebbe infilare 10 twist di trama che manco Chubby Checker… e che, soprattutto, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

9
13
49

Il ladro di zucchine

16 July 2025

Una mattina, alle sette e venti, sento suonare alla porta. È il mio vicino. Non so neanche come si chiama quell’antipatico. Io lo chiamo il rospo: tarchiato, senza collo, sempre ingrugnito, con gli occhi cerchiati e la bocca larga. – Guarda che l’ho visto! – gracchia con un tono minaccioso. – Visto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

6
7
33

Quelle strane occasioni

L'occhio indiscreto in una sera d'estate

16 July 2025

Era il 1994, avevamo undici anni ed eravamo amici. Non era una cosa strana per noi trovarci nella mansarda di casa mia, solitamente in orario preserale, a guardare fuori dall'abbaino. Oggi non potremmo più; ma non per colpa dell'abbaino che è più o meno sempre lo stesso, ragnatele comprese, bensì [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

9
11
37

Tuscia

ricordando mio padre

15 July 2025

Bionda cavalla maremmana che importa se non ti trovo qui sei figlia come me sei tuscia e selvaggia odori di finocchio selvatico giù verso il mare che langue la discesa è troppo ardua anche per te, bella siamo spiriti portati dal vento la ferita brucia e va leccata o bagnata nell’acqua natia ci [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Ondine: Mi emozionano il vostro interesse e i commenti così vicini. Grazie

  • Dax: intensa e selvaggia. like🤩

7
11
33

Domenica 31/8/1969 first kiss (2/2)

15 July 2025

Non riesce a distogliere lo sguardo, un qualcosa che non aveva mai provato prima gli dà una sensazione di calore, si vergogna di quello che gli sta succedendo in basso, non può nascondersi spostandosi verso il biliardino perché lo spuntone avversario lo trafiggerebbe, spera che nessuno lo veda, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

7
15
63

Tempo perso

(non cercatelo)

14 July 2025

Ho sempre pensato a giorni alterni che le persone non abbiano un motivo reale per vivere. Inventano. Le persone inventano motivi per giustificare la loro esistenza in vita. Credo che le persone dovrebbero arrendersi all’evidenza. La loro presenza sul pianeta non è necessaria. Ritirarsi, pian piano, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Boh... ogni punto di vista è rispettabile, sia il tuo che quello del [...]

  • Giovanni: Sono d'accordo con te, Ondine.

22
12
132

Domenica 31/8/1969 first kiss (1/2)

14 July 2025

Cari amici di LdM, non ci conosciamo molto, è da un bel po’ che non entro nel sito, quando lo faccio vedo scrittori nuovi, qualche amico di lunghissima data, mi sento un estraneo, vorrei approfittare di un meccanismo, che non mi fa impazzire, il “Riassembla un vecchio racconto, metti tre virgole, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su