Rimase sulla cima di quella piccola altura a rimirare lo spettacolo imponente della natura, davanti a lui nella pianura sottostante si vedevano chiaramente alberi d’ulivo a distesa verso l’interno e questo era già un buon auspicio, dove c’era l’ulivo c’era vita e ricchezza, poi il suo sguardo si soffermò su un particolare che attirò la sua attenzione. Mentre i suoi uomini erano già discesi verso il piano a raccogliere olive e a cercare piante commestibili lui fissò lo sguardo su un particolare che lo aveva incuriosito.

C’erano diverse piante di vite, le conosceva bene, anche nella Calcide ce n’erano molte, che per sopravvivere si erano attorcigliate introno a maestosi alberi che così fungevano da supporto alla delicata pianta. Sottoposta ai venti che soffiavano violenti sul canale la vite non poteva resistere a lungo se non avesse trovato quel modo di sopravvivere, un po’ come fa la donna debole che si affida alla forza dell’uomo per vivere una vita tranquilla, in cambio lei ricambia quella protezione accudendolo e facendo in modo che all’uomo non manchi niente.

D’improvviso nella mente di Agatos scattò il ricordo delle parole dell’oracolo. Ecco dunque il riferimento della donna che ama l’uomo! Disse fra sé, “ho capito cosa voleva dire quell’enigmatica voce in quella caverna.”

Tutto combaciava adesso, sorrise e si rilassò, erano arrivati nel posto giusto. Lì dovevano edificare e far sorgere una nuova vita, una nuova città che avrebbe portato benessere e sostegno alla sua gente. Mancava però l’ultimo tassello perché tutto avesse inizio: le donne! Dov’erano le donne per procreare? In cuor suo non si preoccupò molto di questo, se l’oracolo aveva detto che ci sarebbero state di sicuro sarebbero uscite fuori quanto prima. Con il consueto lungo fischio prolungato chiamò a raccolta i suoi uomini e spiegò loro la situazione.

Erano trascorsi due interi cicli lunari quando finalmente le prime capanne costruite ospitarono gli uomini della spedizione. Nell’ultimo tragico confronto con il mare avevano perso sei compagni ai quali fu rivolto un tributo per ricordarli, eressero una stele a futura memoria in un punto discreto nascosto alla vista.

Alcuni si dedicarono a un lavoro che sembrò inutile al momento, ma che in seguito avrebbe avuto importanza strategica. All’imbocco di quello che ormai era stato definito come il porto naturale, l’inizio della striscia di terra a forma di falce, c’era in acqua un enorme masso appuntito che si ergeva come una stele. Su quello scolpirono in modo piuttosto evidente a chi entrava in porto l’effigie delle Dea Artemide. Un enorme viso femminile messa lì a protezione dello specchio d’acqua e anche per affermare il diritto di proprietà dell’intera zona. Le viti furono curate, gli ulivi potati e puliti, nella piana furono piantati i semi portati dalla loro terra.

Tutto procedeva secondo gli intenti previsti, ma mancavano ancora le donne.

Successe una mattina di primavera quando la natura si sveglia e copre la terra di fiori e di nuova erba verde e brillante. Dall’altra sponda dov’erano naufragati gli uomini videro un movimento di persone. La curiosità e la speranza ancora custodita nel cuore li spinse a tentare la traversata con delle piccole imbarcazioni costruite per la piccola pesca. Diverse di queste barche si diressero verso la costa irta di scogli.

Dal loro naufragio non avevano più guardato verso quella costa che gli aveva procurato lutti e disagi, ora però recandosi verso quella parte notarono a che alla sinistra della zona degli scogli c’era una bassa e bianca striscia di terra che presupponeva la presenza di banchi di sabbia. Diressero le barche verso quella parte di costa e in breve giunsero su una splendida distesa di sabbia finissima che si prolungava verso l’alto a perdita d’occhio.

Sulla riva trovarono gruppi di persone in attesa, erano in maggioranza donne che accolsero con un sorriso gli uomini venuti dal mare. Al momento non si capirono. Parlavano una strana lingua, ma fra gli uomini presenti nel gruppo si fecero avanti alcuni che si misero a parlare con un linguaggio conosciuto a molti degli uomini di Agatos. Erano senz’altro ellenici anche loro anche se di altre etnie, lontane dalla Calcide.

Non ci misero molto a capirsi e a riunirsi intorno a un fuoco, mangiando carne e bevendo vino portato dalle donne. Spiegarono che loro erano Cumani, erano anche loro in cerca di luoghi da colonizzare, ma erano stati lasciati sul posto dalla flotta di navi diretta più a nord. La loro nave era affondata per uno scontro con uno scoglio e il capitano aveva deciso di proseguire con il grosso delle navi, lascando loro su quella riva. Si erano insediati e adattati, ma non avevano potuto fare molto, non avevano ferro per fare attrezzi, né semi da piantare, avevano solo sfruttato le risorse trovate in loco, avevano fatto il vino e l’olio con i quali fare dei piccoli scambi con qualche tribù locale, ma era troppo poco per progredire. La presenza dei Calcidesi non era passata inosservata e aspettavano solo il ritorno del bel tempo per tentare di farsi notare e scambiare informazioni.

Agatos ascoltò i racconti di quella gente e sapeva già cosa fare. Chiese di quante unità si componesse il loro gruppo e con sorpresa scoprì che era piuttosto numeroso, circa duecento unità fra maschi e femmine. Le donne erano in maggioranza perché molti uomini erano morti nel tentativo di lasciare quella terra per esplorare i dintorni.

Al termine della giornata fu tenuto un consiglio come era uso fra gli elleni, sul da farsi e alla fine furono d’accordo di riunire tutti in un solo grosso gruppo e di dividerlo in due parti una sarebbe rimasta sulla costa rocciosa e l’altra invece su quella di fronte. Erano divisi, ma abbastanza vicini da soccorrere gli altri in caso di necessità. Le donne furono divise fra i due gruppi e dalla loro unione sarebbero nati i futuri abitanti delle due nuove città.

Dalla parte rocciosa dove erano naufragati sorse il primo agglomerato urbano che fu chiamato Rhegion, sarebbe diventata molti secoli dopo la città denominata Reggio Calabria. Di fronte invece sorse una città chiamata Zancle che significava falce, nome preso dalla strana conformazione della striscia di terra davanti la costa e che sarebbe diventata nei secoli la città di Messina.

Tutti i racconti

2
4
20

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Interessante avventura inizia con tutti i crismi di un avventura nel fantastico [...]

  • Filiberto: Grazie dei commenti. Paolo non ho l ambizione di un Manzoni nè la voglia [...]

2
2
11

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Poesia e Culinaria!
    Basta poi sillabare come bambini di prima [...]

  • Filiberto: Bellissima poesia-racconto modulata sulla poesia di Cecco Angiolieri S’i’ [...]

5
6
46

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dax: Un racconto...goloso. like

  • FuoriFuoco: Grazie a tutti. L’idea era proprio quella di partire da una situazione [...]

3
9
47

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

3
2
30

CENTRALE PARANOICA 9

HARD STONED BOY

15 December 2025

Hi, qui è la centrale paranoica. Non va benissimo, hanno fiutato l’intruso e mi cercano. Non sanno chi sono, cosa sono e che faccio, così ad ogni buon conto ci provano a sterminarmi. Intanto hanno sigillato lo Psychotronic e sparso una specie di DDT digitale tutt’attorno all’area... E che mai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    scrivi bene e lo sai.
    Ti piace provocare scandalizzare se [...]

  • Dax: Un racconto eccentrico. Fatico a comprenderne il senso..Like

3
4
40

Prima di casa

15 December 2025

«Mio Dio! Ancora tre ore di macchina devo fare!» pensò, lo sguardo fisso sulla strada oltre il parabrezza. Il tramonto incendiava il paesaggio di un rosso vivido: sarebbe stato romanticissimo goderne accanto alla sua compagna, magari con un drink in mano. Invece eccolo lì, solo, a guidare verso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: bello, intenso...mi spiace per il protagonista 😢.
    like

  • Rubrus: Come dicevo, rieccomi. Devo dire che per un habituè del genere avevo [...]

4
7
45

Carta straccia

14 December 2025

Guidavo quella Cadillac diroccata, che sbuffava fumo grigio. Avevo lasciato Billy, mi inquietava parecchio. Stava al quindicesimo piano con il suo strano gatto siamese, quello con una splendida eterocromia iridea. Aveva cambiato la serratura di casa almeno tre volte, ma qualcuno era riuscito a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
38

Pensieri sulle persone

Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

14 December 2025

Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: benvenuta, ed un buon esordio.
    cerca un nick rispetto all anonimato 🤗
    identifica [...]

  • Smoki: Per fortuna le relazioni mutano assieme alle persone. Se rimanessero sempre [...]

2
4
40

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
35

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

4
4
34

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
38

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

Torna su