All’improvviso iniziò a urlare e uscì dalla macchina arrabbiatissima.

Non capivo cosa avesse scatenato la sua reazione. Scesi dalla macchina, ma mi urlò di non avvicinarmi e mentre imprecava contro di me, premette ripetutamente i tasti del cellulare, probabilmente per chiamare un taxi, per tornare a casa.

Allora le dissi: “Non puoi telefonare, qui non c’è campo, se sali in macchina ti accompagno io”, ma lei per tutta risposta mi urlò nuovamente contro.

Le risposi: “Non posso lasciarti qui sola in questo parco isolato, alle due di notte; ti lascio la mia macchina così puoi tornare a casa”.

Mi infastidiva molto doverle prestare la mia macchina e tornare a casa a piedi, ma lasciarla lì era pericoloso. Riprovò invano a chiamare un taxi e poi disse: “Va bene, accetto la tua macchina solo per arrivare al parcheggio del ristorante, poi ti manderò un messaggio per indicarti dove l’ho parcheggiata”.

 

E così mi ritrovai, solo, per strada alle due di notte, costretto a tornare a casa a piedi e senza nessuna garanzia di riavere la mia macchina.

……..…

Tutto era cominciato la sera prima, in un noto locale di Milano, dove doveva esserci un incontro degli autori organizzato dall’editore del nostro blog. Mi aspettavo di vedere la sala piena di facce note, invece non fu così.

Poi incontrai Valentina, la riconobbi grazie alla foto che aveva come icona identificativa del suo racconto, che per parecchie settimane era rimasto fra i racconti più letti del blog. 

“Sei Valentina?” le chiesi “anche tu qui per l’incontro degli autori?” .

“Sì, ma l’incontro è stato rimandato perché gran parte degli invitati è in vacanza”.

Poi aggiunse: “Sicuramente ci avranno avvisato del rinvio, ma è da dieci giorni che non riesco a leggere le e-mail”.

“Lo stesso vale per me” risposi. “Ti ho riconosciuta dalla foto del racconto che hai pubblicato”.

Mentre parlavamo, ci accorgemmo della grande affinità intellettuale che ci accomunava.

Quando fu quasi mezzanotte ed era ora di salutarsi, le volli rivelare qualcosa che non avevo mai condiviso con nessuno: “Sai, in un parco alla periferia di Milano, di notte, ci sono conigli selvatici in libertà: mi trasmettono gioia, mi ricordano un ambiente incantato, quasi fiabesco, rilassante e piacevole. Ti piacerebbe vederli? Potrebbero esserti d’ispirazione per un nuovo racconto”.

Lei, dopo qualche diffidenza iniziale accettò.

Appena arrivati al parco, rimase meravigliata. Trovava entusiasmante vedere tanti conigli correre liberi.

Cercammo di muoverci il meno possibile, perché al primo rumore sospetto, i coniglietti, avrebbero potuto interrompere le loro attività, per verificare se fossero in situazione di pericolo, impedendoci di osservarli nella loro magica spontaneità.

 

Quell’atmosfera piacevole mi riportò alla mente quando, da ragazzo, ero andato nella casa di campagna di un mio amico, dove c’erano dei conigli. Avevamo deciso di uccidere e cucinarne un paio alla brace, con un ottimo risultato. Quando finimmo di mangiare era notte fonda. L’aria frizzante e umida del mio ricordo era proprio come quella del parco, così chiesi a Valentina se le sarebbe piaciuto mangiare uno di quei conigli alla griglia.

Scoppiò il finimondo.

Valentina iniziò ad urlare e ad insultarmi, uscendo immediatamente dalla macchina e allontanandosi da me.

……...

Camminavo da più di un’ora e, mentre stavo per entrare in casa, vidi Valentina arrivare. Uscita dalla macchina, venne verso di me dicendo: “Ti ho riportato la chiave della macchina e ti ringrazio per la pazienza. Vorrei darti una spiegazione per il mio comportamento. Sali in macchina, così mentre ti accompagno a recuperare la tua, ti racconto”. Il suo tono era, ora, rilassato, non sembrava esserci più traccia della precedente crisi isterica.

 

Valentina iniziò a raccontare: “Quando avevo sei anni, io e i miei genitori andammo in vacanza in un agriturismo, vicino al mare. Fu un mese terribile, perché i miei genitori litigavano continuamente. La signora dell’agriturismo, una donna molto sensibile, si era accorta del mio dolore e, per distrarmi, chiese ai miei genitori se poteva regalarmi un coniglietto. Entrambi dissero di no, motivando che non avrei potuto portarlo a Milano. La signora garantì che l’avrebbe tenuto gratuitamente fino al mio ritorno. I miei accettarono, così avevo un nuovo, simpatico amico con cui giocare.

La dolce signora mi raccomandò di non lasciarlo mai libero, ma di tenerlo sempre in mano o nella sua gabbietta, poiché c’era il pericolo che potesse scappare o che qualche animale della fattoria potesse fargli del male.

In quell’azienda agrituristica oltre ai conigli c’erano altri animali, ma il più importante per la padrona era il gatto Isidoro, che era ben voluto perché era un gran cacciatore di topi.

La tragedia avvenne il giorno prima di partire, quando il coniglietto, con un guizzo, mi scappò dalle mani e corse verso il cortile, senza che io avessi il tempo di fermarlo. Immediatamente il gatto Isidoro gli saltò addosso, lasciandolo privo di vita. Sentendo le mie grida accorsero subito tutti, ma non ci fu più niente da fare. Mi venne proposto un altro coniglietto in cambio, ma non accettai, perché non sarebbe stato lo stesso.

Arrivati a Milano le cose peggiorarono: mio papà andò via di casa, si risposò e alla nascita del mio fratellino non si occupò più di me.

Anche se col tempo l’ho dimenticato, non ho mai superato che quel gattaccio avesse ucciso, impunemente, il mio coniglietto”.

Riprese poi Valentina: “Quando tu mi hai portato a vedere i conigli liberi ero incantata e felice ma, proponendomi di ucciderne uno per mangiarlo, ho provato una sensazione di odio e disprezzo nei tuoi confronti, perché rappresentavi quel gatto che ha ucciso il mio coniglietto e che mi ha fatto soffrire per molto tempo; ma questa volta ho avuto la possibilità di reagire, ho scaricato su di te tutta la mia rabbia di allora. Adesso mi sento liberata da quell’angoscia”.  Valentina terminò così il suo racconto.

Eravamo ormai arrivati alla mia macchina.

Valentina disse: “Mi spiace di averti aggredito ingiustamente, ma ti assicuro che mi ha fatto veramente bene sfogarmi in quel modo. Ti ringrazio molto per non avermi abbandonata nel parco e per avermi prestato la macchina, se fossi rimasta sola mi sarei disperata. Ciò che mi meraviglia è che, quando mi sono arrabbiata con te, non conoscevo il vero motivo della mia ira nei tuoi confronti, l’ho realizzato solo quando, arrivando a casa, mi sono ricordata del mio coniglietto”.  

Erano le quattro e venti e ci salutammo, alle otto avrei dovuto iniziare a lavorare.

 

Da allora non ci siamo più visti, né sentiti.

Tutti i racconti

1
1
9

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
1
12

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
26

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
24

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

1
1
27

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
1
27

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
35

COABITAZIONE - 1/2

Momenti di convivialità tra nonsense e umorismo

19 December 2025

Il coabitare, ossia il terriccio su cui fiorisce il nostro vivere insieme. La coabitazione è il coabc della società, è la base e l’altezza un po’ di tutto, in particolare di ogni strumento urbanistico. E’ impensabile infatti che la totalità degli individui associati usufruisca di un alloggio a [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

IL NUMERO UNO

19 December 2025

La lunga striscia d’asfalto che stavo percorrendo, aveva appena salutato l’area metropolitana con le sue guglie di cristallo e le sue torri a scandire ritmi e tempi del prepotente e recente sviluppo urbanistico della città. L’incombente presenza del cemento era, solo in parte, ingentilita dai numerosi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

6
4
46

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
11
58

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

6
7
39

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
5
34

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Maria Merlo: Molto bella davvero. Like.

  • ducapaso: Paolo, Filiberto, Dax, Maria a voi un grande abbraccio di ringraziamento, temevo [...]

Torna su