"Scusi, posso sedermi?"
Lei mi guardò e fece segno di sì. Aveva degli occhi bellissimi.
"Sola?"
"Non l'avrei fatta sedere se non lo fossi stata".
"Anche lei ama il jazz?"
"Lo adoro! È venuto solo anche lei?"
"Non avrei chiesto di sedermi accanto a lei se non lo fossi stato".
"Dobbiamo continuare a darci del lei?"
"Mi chiamo Roberto".
"Silvia".
"Oltre ad avere due bellissimi occhi, hai anche un bel nome, Silvia."
"Così vorresti farmi credere che mi hai chiesto se potevi sederti qui perché ho un bello sguardo?"
"Se proprio devo essere sincero hai anche un décolleté da rimanere senza fiato..."
"Ah, ecco! Apprezzo la sincerità."
"Cosa prendi da bere Silvia?"
"Un moitho!"
"Due moitho per favore, grazie! "
"Quindi ti piace Sergio?"
"Amo le sue canzoni, la sua musica e la sua interpretazione ma purtroppo nessuna delle mie amiche lo ascolta e ama questo genere musicale, quindi sono qui da sola."
"Sergio è un mio caro vecchio amico. Appena ho saputo che si esibiva in questo locale l'ho chiamato. Dopo se vuoi te lo presento."
"Wow! Puoi farlo?"
"Certo, ti ho detto che è un mio amico. Che mi costa?"
"Ecco i nostri moitho!"
"Brindiamo al nostro incontro?"
"Brindiamo al nostro incontro!"
La guardai negli occhi. Ebbi un sussulto; quegli occhi li avevo già visti, ma dove?
Non importa, c'era tempo per pensarci, perché ora in quegli occhi io mi ci ero già perso.