...Non fate ad altri quello che non volete venga fatto a voi stessi...!”

 

 

George ormai lavorava da undici anni come custode/giardiniere per la famiglia Pinkers.

Nella famiglia Pinkers c'erano tre persone. Joseph Pinkers, ex cardiologo di 78 anni, sua moglie Annette Stefford di 74 e la cognata Margareth di 72 anni.

George accettava suo malgrado le critiche, gli insulti e tutto quello che la famiglia Pinkers gli diceva ogni giorno.

Alla fine di ogni giornata si rimproverava di essersi lasciato trattare in quella maniera. Non credeva di meritarselo. Lui era sempre cortese e servizievole con i Pinkers ma loro continuavano a trattarlo male.

Si svegliava ogni mattina molto presto e per prima cosa controllava se i condotti di scarico dell'acqua piovana, che erano situati nelle terrazze sul tetto della villa, erano liberi da foglie o altro e se per caso li trovava otturati li puliva.

Aveva però sempre timore che la vecchia signora lo rimproverasse per qualcosa. Lei aveva sempre da ridire sui lavori che George svolgeva e lui non sopportava che le persone gli dicessero come fare il suo lavoro. Lui che aveva iniziato a lavorare i campi con suo padre all'età di 13 anni. Lui che ha sempre lottato per avere qualcosa, anche se piccola o insignificante per gli altri. Lui non sopportava che persone che sono sempre state ricche e viziate, persone che non hanno mai toccato un attrezzo in vita loro e che non hanno mai fatto nemmeno un giorno di lavoro, criticassero il suo operato. Si chiedeva come potessero permettersi di criticare qualcosa che non conoscevano.

George era stufo di stare alle dipendenze di questa famiglia, ma se fosse andato via si chiedeva dove sarebbe potuto andare. Non aveva famiglia e non sapeva fare nessun altro tipo di lavoro oltre a quello che stava facendo. Inoltre era difficile trovarne un altro poiché ormai era da undici anni che si occupava delle piante e del giardino dei Pinkers.

Era affezionato alle piante di quel giardino. Aveva solo loro come amiche e certe volte addirittura ci parlava anche se, ovviamente, non otteneva risposta.

George si sentiva stufo di essere trattato in quel modo e talvolta, quando si occupava di quelle piante, raccontava loro i vari rimproveri e le angherie subite come se potessero capirlo. Se gli chiedevi qualcosa, lui affermava che “loro” lo capivano perché erano molto più sensibili dei Pinkers.

Parlava con l'edera che era situata ai margini del giardino e si arrampicava sul muretto di cinta. Parlava con il gelsomino che si estendeva sopra la ringhiera, con le rose e con tutti gli alberi e piante che lui stesso curava. Avrebbe tanto voluto che una di quelle piante gli potesse rispondere o anche solo dare un consiglio su cosa fare. Ma nulla.

I giorni passarono e George era sempre più solo. Sempre più triste e infelice.

Una sera d'estate era alla finestra a guardare il cielo dal suo piccolo appartamento da custode situato al lato della villa stessa. Guardava il cielo da dietro il vetro della finestra e sembrava che stesse aspettando chissà cosa.

Era una calda notte d'estate. Con un bel cielo sereno e stellato. Era incantato da esso e, appoggiato al davanzale con i gomiti e la faccia fra le mani, guardava quello spettacolo sospirando e quasi rassegnato al suo destino.

Ad un certo punto George scorse fra le stelle qualcosa. Sembrava una stella cadente o una cometa. La seguì con lo sguardo. Al suo passaggio emanò una gran luce di colore verde. Un verde molto acceso. Un verde smeraldo che con la sua luce abbagliò tutto il giardino e tutto il perimetro della villa. George la seguì con lo sguardo finché la vide allontanarsi.

Era contento e meravigliato di aver visto una stella cadente, o cometa che fosse, così vicina a lui da essere riuscito a vederne i raggi verdi che avvolgevano tutto intorno a lui.

Era contento e quella notte si coricò con una bell'immagine nella mente.

La mattina dopo si svegliò e iniziò la sua giornata come tutte le mattine. Per prima cosa pulì gli scarichi delle terrazze poi scese nel piazzale del parcheggio e lo spazzò ed infine si dedicò finalmente al giardino. Doveva rastrellare tra l'edera perciò si diresse in cantina per prendere il rastrello adatto a rimuovere le foglie secche di quercia dal manto d'edera sottostante. Si diresse poi verso il giardino ed iniziò.

Notò che quella mattina qualcosa era diverso ma non capiva cosa fosse. Sembrava che tutte le piante del giardino, compresa l'edera, fossero più brillanti. Il loro colore sembrava di un verde più acceso e sembravano anche più grandi. Iniziò il suo lavoro ma d'un tratto, quando stava per dare la prima rastrellata, vide l'edera separarsi e spostarsi da sola facendo scorgere le foglie secche della quercia rendendo più facile il lavoro di George. Lui sorrise e pulì con facilità. Alla fine ringraziò l'edera. A George sembrava strano quello che aveva visto ma era contento che la sua amica edera fosse “viva”.

Ora dopo ora si rese conto che le piante e gli alberi, che lui stesso aveva curato e fatto crescere, si muovevano al suo passaggio quasi a ringraziarlo per quello che lui faceva da sempre per loro. Iniziarono a rispondere, a modo loro, con movimenti ai suoi discorsi. Cercavano di fargli capire che lo comprendevano e volevano aiutarlo.

Quando i signori della villa lo insultavano o lo trattavano male, lui andava a parlare con le sue amiche piante raccontando tutto quello che subiva. Loro rispondevano con carezze e con l'aiuto che gli davano nel rialzarsi quando era stanco o nel facilitargli il lavoro. Tutte lo aiutavano in qualche modo ma, purtroppo, non parlavano.

Il giorno dopo si recò sul retro della villa dove c'era il giardino d'inverno, un' imponente costruzione di vetro e ferro battuto, ricordandosi di avere lasciato la sera prima le finestre aperte visto che faceva molto caldo, gli vennero in mente le dionee comunemente note come “piante carnivore”. Pensò, o forse solo sperò, che almeno loro avrebbero potuto parlargli visto che erano munite di una specie di bocca, con piccoli filamenti capaci di aprirsi e chiudersi simili a dentini per catturare insetti. Entrò nella serra e si diresse da loro.

Le aveva davanti a lui e iniziò a guardarle e parlare con loro ma senza risposta. In cuor suo sperava veramente che lo facessero ma dopo un po' si rassegnò. Se ne stava andando sconsolato quando improvvisamente le dionee lo chiamarono. Con uno scatto si voltò indietro e vide le dionee che muovevano le loro bocche con quei dentini appuntiti. Le sentì che dicevano: “George, basta farsi trattare così! Devi dare una lezione a queste persone ingrate!”. George sorrise.

Da quel giorno iniziò ad andare da loro sempre più spesso. Le dionee acchiappa-mosche si nutrono dei sali minerali che estraggono dagli insetti che riescono a catturare, ma da quel giorno George iniziò a portare loro anche insetti catturati da lui stesso.

Tutti i racconti

1
1
14

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
2
10

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Delizioso.
    bella e gustosa come una pietanza ben cucinata.
    lo [...]

  • CarloAnti: Grazie del commento questo tuo accostamento tra letteratura e culinaria... [...]

3
2
21

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
19

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
22

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
27

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
43

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Walter, neanch'io conoscevo questo artista e la sua storia e sono andato [...]

8
11
47

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

5
7
37

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

6
10
64

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

Torna su