“Arrestatelo!” furono le prime parole che il signor Togni sentì pronunciare dalle forze dell’ordine non
appena mise piedi fuori da scuola. Nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo che si ritrovò con le manette ai polsi.
“Dev’esserci un equivoco!” esclamò incredulo.
“Faccia silenzio per cortesia e ci segua in commissariato“ sentenziò il poliziotto che lo aveva ammanettato. Il Signor Togni entrò in auto, domandandosi quale reato potesse aver commesso. Lui era un uomo mite e metodico, insegnante di storia e filosofia in un liceo scientifico alla periferia di Roma, viveva con la mamma e la sorella, non perdeva una messa la domenica e spendeva il proprio tempo libero giocando a scacchi con i colleghi il martedì sera. Un uomo il cui maggior reato era stato uccidere per sbaglio una colonia di formiche con gli stivali da pioggia.
Gli furono tolte le manette e fu sbattuto con violenza in uno stanzino del commissariato che sapeva di muffa e naftalina, dove pochi istanti dopo entrò il commissario De Figinis (così riportava la targhetta sulla scrivania).
“Allora?” intervenne il commissario.
 “Allora cosa?” disse Togni.
 “Il furto, mi dica subito del furto” proseguì il commissario accendendosi una sigaretta.
 “Quale furto?”
 “Come quale furto, Togni, non faccia lo sciocco.”
 “Io non so nulla di nessun furto.”
“Il furto di diamanti, ieri sera, gioielleria Angeli, le dice nulla?”
 “Ma veramente io…” balbettò nuovamente il pover’uomo.
“Veramente cosa? Le ha rubate lei o no quelle tele? Abbiamo ritrovato le sue impronte digitali”
“Ha detto tele? Non erano diamanti?”
“Ah, ah! Allora vede che lo ammette! E’ stato lei!” tuonò De Figinis sedendosi sulla scrivania.
“Ma no, io ho ripetuto solo le sue parole.”
 “Non faccia il furbo con me. Confessi subito dove ha nascosto le tele, Togni!”
 “No, guardi le ripeto che ci deve essere un…”
 “Dove sono? In cantina? Sotto il materasso? Le ha già vendute? Dove, Dove? Avanti confessi, dannazione!” lo interruppe il poliziotto battendo un pugno sul tavolo. Poi prese il telefono e spense la sigaretta nel posacenere nero.
“Sono De Figinis, portatemi per cortesia un caffè nero bollente, macchiato freddo con latte scremato a parte, in tazza grande con piattino piccolo e cucchiaino medio, non zuccherato ma dolcificato con miele” attaccò senza ringraziare.
“Allora, dove eravamo rimasti” sospirò mentre il signor Togni lo guardava incredulo. “Glielo chiedo per l’ultima volta ed è meglio che mi risponda. Dove si trovava domenica mattina fra le 10 e le 10,30?”
“Beh, ero a messa come tutte le domeniche, ma il furto ha detto che è avvenuto ieri...”
“Togni, di quale furto sta parlando per Dio!” gridò il commissario afferrando il malcapitato per il collo della camicia. Lo lasciò esattamente una frazione di secondo dopo poiché era entrato in ufficio lo stesso uomo che aveva ammanettato il signor Togni, reggendo il suo caffè.
De Figinis lo cacciò sospirando, poi guardò dritto negli occhi il suo interlocutore.
“Allora Togni, la questione è semplice: io posso aiutarla. Se lei collabora possiamo trovare una soluzione che sia il più indolore possibile per tutti, mi sono spiegato?”
Il professore lo guardava terrorizzato, gli occhi spalancati e immobili.
“Mi dica gentilmente dove ha nascosto la droga…” sussurrò il commissario.
“Droga? Io non…”e Togni scoppiò a piangere, singhiozzando violentemente.
“Togni, lei non vuole collaborare, è inutile. Lo sappiamo benissimo che è nel racket degli stupefacenti. E dico davvero, non riesco a capire perché ci tenga tanto a nasconderlo, oltretutto tentando di confondermi con questa storia dei furti!” esclamò De Figinis. Togni non riusciva a smettere di piangere.
“Scommetto che se la perquisissi in questo momento troverei una quantità di marijuana ben al di sopra del massimo consentito dalla legge per uso personale!”
“Non sono un drogato! E non ho rubato nulla, accidentaccio!” sbottò il professore. “Accidentaccio” era la parola più immorale che avesse mai usato e la pronunciava soltanto in rare occasioni, quando era davvero arrabbiato.
“ Togni non si azzardi ad utilizzare nuovamente simili turpiloqui al mio cospetto! Nessuno mi pare che l’abbia accusata di furto, o sbaglio?”
“Sì, no… chiedo scusa, mi scusi…” balbettò con remissione il professore ormai completamente confuso.
“Oh, bene. Allora proseguiamo. Qual è la zona che le è stata assegnata per lo spaccio? Da quanto spaccia, e soprattutto a chi?”
“Io non spaccio signor commissario. Dico davvero, non ne sarei capace, ho paura di tutto, sono ipocondriaco , ho paura degli aghi ed ho avuto un lieve enfisema polmonare lo scorso inverno. Non saprei nemmeno come utilizzarla la droga, deve credermi” scosse la testa.
 “Togni di male in peggio!”
 “La prego, mi lasci andare, devo tornare a casa, la mia famiglia sarà in pensiero, io non sono un tipo che fa tardi.”
“Lei non sarà un tipo che fa tardi ma a quanto pare è capace di ben peggio caro il mio professore. Ad esempio di omicidio.”
“Cosa?” Togni spalancò la bocca, inorridito. “Omicidio… io?”
“Esatto, e ora mi dica perché ha ucciso quella donna e che legame aveva con lei?”
“Io non so di cosa stia parlando, lo vuole capire o no? Continua a dire cose sconnesse.”
 “Sconnesso io? Ah lo sconnesso sarei io? Cioè, lei uccide un bambino, un povero ed innocente bambino con quindici coltellate e lo sconnesso sarei io? Ma mi faccia il piacere” De Figinis rise rumorosamente.
Togni invece cominciò nuovamente a piangere.
“Ora basta Togni, davvero, non sono disposto ad aspettare oltre. Mi dia i dettagli di questo atroce infanticidio e chiudiamola qui. Dove si è procurato la pistola? Qual è stato lo scabroso movente che l’ha mossa a spingere un così efferato gesto?”
Il professore non riusciva più ad aprire bocca, si stava ingozzando con le sue stesse lacrime.
“Togni, giuro che non la lascio uscire da questa stanza fino a che non mi dice come si sono svolti i fatti! E’ stato lei, sì o no?”
Il Signor Togni alzò il capo e fissò il poliziotto negli occhi, le lacrime si bloccarono.
“Sa che cosa le dico?” iniziò a dire colmo di rabbia. “Le dico che sono stato io, le dico che ho ucciso io quel bambino con quindici coltellate o con un colpo di pistola, poco importa. Le dico che l’ho ucciso ed è stato anche premeditato. L’ho visto ed ho pensato: “Ecco, ora lo uccido. Lo uccido con violenza, lo uccido con tutta la violenza che ho in corpo”. L’ho ucciso ed ho provato piacere nell’ucciderlo e anche nel pensare di ucciderlo. Ho provato un piacere immenso, mai provato prima. E lo ucciderei altre cento, mille volte se potessi, e sa perché? Perché almeno non correrà il rischio, da grande, di diventare un enorme, immenso, smisurato coglione come lei!”
Il professore iniziò a ridere fragorosamente, tenendosi l’addome per lo sforzo. “Ecco gliel’ho detto finalmente!” ancora risate, senza riuscire a fermarsi. Piangeva nuovamente, ma questa volta per il divertimento.
De Figinis alzò la cornetta, soddisfatto. “Abbiamo registrato la confessione. E’ sicuramente lui, non vi sono dubbi. Venite a prenderlo e sbattetelo in cella.”

Tutti i racconti

0
0
2

Non so perché lo faccio

03 October 2025

Non lo so perché lo faccio. Mi sveglio presto, alle 5. Ma perchè? - Ah, sì. Devo andare al lavoro. Ma perchè? - Per guadagnare i soldi. Ma perchè? - Per avere dei soldi. Ma perchè quello è importante? - Per comprare, che necessito. Ma perchè devo necessitare qualcosa? - Per poter mangiare, vestirmi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
1

La fotografia 2/2

03 October 2025

La lama tra le vostre mani. Con uno strappo disperato riesci a spingerla verso l’alto: il colpo non cade. L’assassino vacilla, ti guarda con disprezzo. “Hai rovinato tutto. Senza il gesto non c’è storia. Nessuno ha mai potuto fermare Napoleone nella Storia prima che compisse il suo destino, né [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
2
16

Il mostro (2/2)

Seconda parte

02 October 2025

Era ormai mattina e la nebbia leggera sulle colline pisane rivolte verso Firenze scendendo a valle rendeva la visibilità molto incerta, così Giorgio, anche se terribilmente ansioso di mettere fine alla sua angoscia, era costretto a procedere a bassa velocità e con cautela. Alla fine raggiunse il [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
7
21

La fotografia 1/2

02 October 2025

Il formato della fotografia è rettangolare, sviluppato in verticale. Lo sguardo, catturato dalla cornice, entra senza esitazioni nell’interno di un appartamento cittadino. Le superfici sembrano innocue: porte verniciate di bianco, pavimenti rivestiti da piastrelle decorate con discreta eleganza. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

8
8
36

La Selva Oscura: l'armata silenziosa (2/2)

01 October 2025

Trascorsero altri due cicli. Secondo il sistema di misurazione del tempo in uso sulla Terra, correva l’anno 2038. Felipe II diede l’ordine tanto atteso: «Cancelleremo una delle loro città, New York la chiamano, con una cannonata fotonica. Poi daremo le nostre condizioni». I terrestri scrissero [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lawrence Dryvalley: il nemico del mio nemico è mio amico, quindi questo futuristico Francis [...]

  • Luigia: Ormai pollicio prima di leggere. Bello tanto.

2
1
21

Il mostro (1/2)

Prima parte

01 October 2025

Giorgio era finalmente arrivato a destinazione: carcere di Volterra, ala di massima sicurezza. Avevano chiuso il presunto mostro in una cella a prova di ogni tentativo di evasione, considerando che se era davvero lui il responsabile dei cinque omicidi commessi, la polizia si trovava davanti a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
9
37

Piove

Dax
30 September 2025

Piove leggero Piove sul mondo intero Sulle lacrime Sul sudore Sulle iniquità Sulle vittorie e le sconfitte Piove Su ciò che resta di noi I sogni, le speranze Piove, bagnando i visi I capelli, gli occhi I sorrisi Piove a catinelle Sommergendo la violenza Irrorando le cose belle Piove perché ci [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
7
25

La Selva Oscura: l'armata silenziosa (1/2)

30 September 2025

Un osservatore esterno avrebbe scambiato Hell H1 per un buco nero. In realtà si trattava di un gravidisguise, una struttura gravitazionale artificiale progettata per imitare una singolarità. Il campo gravitazionale divergeva sulla superficie di una sfera, ma all’interno era approssimativamente [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
3
33

Ciak! Si scrive! "Neverland - Un sogno per la vita"

29 September 2025

Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Chiunque può accedervi cliccando il link BLOG in home-page. Invitiamo alla lettura e al commento in calce allo stesso. Buona visione! Lorenzo Aaron

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
21

Lee

Tentativo di poesia stile Rara avis, utente come noi, che mi ricorda le iniziali dei personaggi di Stan Lee

29 September 2025

Lungo le larghissime lande limone, liturgiche lagne librate lentamente da una lingua lussuriosa. Limo lastre di lavagna. Laccando lunghe listelle là, ove latitanti lombrichi hanno lasciato linee lievi. Locandomi con lascività una lente di lavorazione latina. La lettura di lettere su lanterne [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
9
40

Martha

la vita non è solo rosa

29 September 2025

Martha viveva con la sua famiglia in una regione isolata dell’Ohio. Una terra arida e battuta dal vento, ma nonostante i grandi disagi, il padre si ostinava a volerla coltivare. Erano arrivati in quella terra dopo un viaggio di molti mesi, partiti dall’Irlanda, decisi a stabilirsi in America per [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: Volevo concludere dicendo che mi resterà dentro questa storia, ma temo [...]

  • Paper♂️perAbitudine: Ogni tanto dovrei scrivere anche io una storia pratica e quotidiana come questa. [...]

18
20
100

Una macchina a pois

We love a coloured world

28 September 2025

"Pochi sono quelli che osano avere una macchina gialla. Ancor di meno i temerari che acquistano un'auto di colore verde pisello. Ma una carrozzeria a pois può sembrare a tanti un concetto tanto folle da poter essere preso in considerazione solamente se distesi sul lettino di uno strizzacervelli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su