Posò per l'ultima volta le proprie labbra sulle sue una sera in cui l'odore fresco della pioggia si mescolava con quello acre dell'oleificio che operava nella zona industriale, a pochi chilometri di distanza dall'aeroporto. Irina non poteva più rimandare il proprio ritorno. I tempi si erano fatti maturi come le pesche d'estate.
 Giovanni guardò per l'ultima volta i suoi capelli biondi, grano e gli occhi azzurri, cielo terso sullo stesso grano. La abbracciò e, con il naso che sfiorava la superficie del suo collo, inalò per l'ultima volta quell'odore che aveva anelato per anni e che solo per poco tempo aveva potuto possedere.
 Lei era arrivata quando aveva sette anni e aveva preso a frequentare la sua stessa classe. Poco tempo dopo lui le aveva dato per la prima volta un abbraccio ed era rimasto folgorato da quel profumo. Gli era rimasto impresso non solo nelle narici, ma anche nella testa. Per un certo periodo lo sognò addirittura. Si risvegliava e il sudore che era maturato nella notte sulla propria fronte aveva quel profumo, e l'aria che faceva entrare nella camera aprendo la finestra aveva pure quella lo stesso profumo.
 Ma ci vollero anni affinché qualcosa cambiasse.
 Una sera erano andati sul fiume. Lui l'aveva abbracciata, come era solito fare ormai da anni. Ma quella volta era impazzito. Aveva pensato:"E se invece di sfiorare il suo collo con il naso lo sfiorassi con la bocca?" E le aveva dato un bacio in quel punto che a lei era parso più un alito di vento tra i capelli o lo sbattere d'ali di una farfalla. Per un attimo l'aveva guardato perplessa. Lui aveva voltato la faccia.
 "Scusami" le aveva detto.
 Lei allora posò la propria destra sulla sua guancia e la tirò, per averlo di fronte a sé Non le faceva schifo la barba. Poggiò allora le proprie labbra sul suo collo e dopo averlo fatto se ne distaccò e guardava giù per terra e le gote le erano diventare rosse per l'imbarazzo. Durò poco. Lui voleva solo un po' di sicurezza in più. E la baciò.
 Quando si lasciarono lei sorrise di un sorriso amaro.
 "Sai che questo potrebbe non durare ancora molto a lungo?" gli chiese.
 "Faremo in modo di viverla al meglio fino a quando potrà durare".
 In aeroporto, quella fine si concretizzava. Si abbracciarono per un'ultima volta. Lei aveva un libro in mano.
 "Lo vuoi?" gli chiese. "So che ti piaceva".
 Ed era vero. A lui piaceva eccome. Gli piaceva perché era vecchissimo, ma non solo; lo apprezzava soprattutto perché, essendo vecchio, le sue pagine emanavano un tanfo adorabile. Ne sfogliava le pagine rapidamente, battito d'ali di un colibrì, con il naso a pochi millimetri dalla carta, per non graffiarsi, e odorava.
 "Un giorno te lo regalerò" gli aveva detto Irina. "Non adesso però. Dovrà essere per una cosa importante".
 "Aspetterò quel giorno, allora" le aveva risposto.
 Prese il libro e, di fronte a lei, ne odorò le pagine. Stava per mettersi a piangere ma riuscì a trattenersi. Lei se ne andò. Non si chiesero nemmeno se si sarebbero mai più rivisti. Conoscevano già la risposta a quella domanda. Non volevano dirsi bugie.
 Ci volle tempo per lui, per ritornare ad una vita quasi normale. Lei gli appariva ovunque. Non solo nei sogni, quello è banale per gli innamorati tristi. La vedeva per strada. Qualunque ragazza avesse i capelli biondi, per un attimo pensava che fosse Irina. Stesso valeva per quelle che avevano gli occhi azzurri. Inutile raccontare la sua sofferenza quando vedeva una persona che al contempo fosse bionda con gli occhi chiari. Gli capitò una volta, addirittura, di essere in piedi accanto a lei all'interno di un autobus. Era troppo forte l'istinto di schioccarle un bacio sulla guancia o di annusare il suo collo. Sapeva, però, di non poterlo fare, ma in qualche modo doveva distrarsi. In quel momento chiuse gli occhi e inspirava ed espirava forte e dentro di sé ripeteva:"Non puoi farlo, non è Irina. Non puoi farlo, non è Irina. Non puoi farlo non è Irina". Fino a quando questa biondona, che indossava delle zeppe e un abito a minigonna, accortasi dello strano atteggiamento dell'uomo accanto a lei, gli picchiettò la spalla con l'indice chiedendogli:
 "Mi scusi, signore, tutto bene?"
 Aprì gli occhi solo per un istante. Sentì un conato di vomito. Si accasciò per terra privo di sensi e così rimase per circa dieci secondi. La gente urlava al conducente dell'autobus:"Fermati, fermati, un ragazzo si è sentito male" e subito il conducente accostò. L'autista si fece spazio tra la folla e si fece aiutare da alcune persone a condurre Giovanni fuori dal mezzo. Si sentiva debolissimo e l'unico odore che sentiva in quel momento era il tanfo insopportabile della paura, della paura della morte, dell'amore che piano piano ti lacera, come un torturatore che con piacere, lentamente, ti squarcia il petto.
 "Chiami un pronto soccorso" fece il conducente a uno dei ragazzi che l'aveva aiutato. Prese il cellulare e chiamò. Giovanni rimase disteso là, con la costante sensazione di qualche cosa che gli risaliva nell'esofago, forse qualcosa che veniva dal vento del passato.
 Ma la tempesta del passato soffiò forte ancora per poco tempo, fino a quando si ridusse a uno di quei venticelli che smuove lievemente le fronde arboree e non intacca le radici nel loro humus. Quando sembrò che tutto fosse finito, Giovanni conobbe Jasmine, una ragazza di origini indiane, dai capelli catramosi e la pelle liscia e colore dello foglie d'autunno. La prima volt che osò darle un abbraccio, però, sentì forte nelle narici quello stesso odore che aveva abbandonato alcuni anni prima e che lui aveva fatto di tutto per dimenticare. E una volta lei, mentre erano seduti a un tavolino, estrasse un libro vecchissimo. Stesso anno, stessa edizione del libro di Irina.
 "Ma è scritto in russo. Che ce l'hai a fare?" gli chiese quella volta Giovanni.
 "Regalo di un amico di quella terra" gli rispose lei.
 Giovanni la abbandonò. Non poteva permettere che quei due odori continuassero a tormentarlo, e che la tempesta del passato potesse tornare a molestargli l'anima come aveva fatto in un'epoca lontana.

Tutti i racconti

0
0
2

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
4

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
6
20

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
26

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
23

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
39

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
56

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su