E’ ferocia allo stato puro. Non ci sono attenuanti. Anche una cifra sparata in una pagina diventa ontologicamente feroce. Non lascia spazi per immaginare, per i dubbi, per la possibilità umana di pensare altro. E’ la contabilità impietosa della sottrazione.

135 ragazzi sono stati uccisi. Non interessano le ragioni: 135 futuri non sono più. Una sorgente di speranza è stata prosciugata. La realtà culturale e storica delle loro vite perde sostanza e ci imprigiona in uno spazio dove la mancanza di guardie e barriere crea negazione e angoscia.

Sono dell’opinione che il battito d’ali di una farfalla sulle rive del Nilo dà un contributo ai venti della Nuova Zelanda: metafora per dire che nulla delle nostre vite è casuale o perduto. Nell’economia generale dell’universo anche la morte può essere fonte quantomeno di riflessione.

E’ la difesa naturale per sopportare l’assurdo, per affrontare il male che ci avvolge, che non s’immagina e che pure è nostro, nato dalle nostre mani, dalla nostra capacità di porlo in essere. In qualche modo sta diventando storia. Rimane con noi e per quanti sforzi facciamo la sua assolutezza pesa e ci accompagna. E’ ineluttabile?

Non mi arrendo per cui apro il libro di storia: spero di capire senza giustificare. Rileggo quelle pagine che mi hanno visto ultimo epigono degli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Esseri umani trovano soluzione ai loro problemi ricorrendo all’unico definitivo sistema che permette di non scegliere, di legittimare violenza e soprusi, di nascondere verità.

Soprattutto quest’ultimo assioma mi tormenta. Nonostante internet non conosciamo la prima e ultima verità che dà corpo al male. Socrate diceva: “…se veramente tu sapessi quello che fai, non lo faresti…”. Dopo di lui, Gesù chiamò in causa il Padre: “…Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!..”.

Una domanda si forma nella mente: il popolo tedesco sapeva quello che succedeva nei KL e nei campi di sterminio?

La risposta migliore viene da Rikoler Luettgenau, uno degli storici che dirigono il memoriale di Buchenwald. "Bisogna ricordare che milioni di persone aderirono al partito nazista, che diverse centinaia di migliaia di tedeschi lavorarono negli apparati pubblici e quindi erano oggettivamente inseriti nel sistema di terrore. Facciamo un esempio, vuole che un borgomastro non sapesse perché nella sua città gli ebrei sparivano?". Di più, Luettgenau ricorda la situazione di Buchenwald, che poi è un quartiere di Weimar: "Non è possibile che la gente di Weimar non sapesse cosa succedeva sulla collina. Nel’ 44 c’erano nel lager ottanta mila persone, il doppio di quelli in città, che sul campo avevano costruito un vero business fornendo di tutto, dal pane al catrame. Significa partecipazione attiva? Sapere è come partecipare? E se anche fosse, basta questo a fare di uno un criminale?". Già, sapere.

E’ questa la pietra angolare delle relazioni umane? Posso affermare, testimoniare che quel -135 è l’osceno frutto di una guerra? E’ troppo facile dire sì perché la ragione e l’attuale “sapere” ci danno le analisi e gli strumenti per determinarne il senso. Qualcosa tuttavia sfugge: è quella parte di noi che chiama in causa la responsabilità individuale regolata anche dagli impulsi, dalla fede, dalle circostanze. Anche questo è “sapere”.

Ho la risposta per quanto riguarda la mia storia. Forse anche per la genesi del -135. Ho solo domande per quella parte di me che non trova pace perché confligge con le resistenze artatamente create dai miti e dalle omissioni (leggasi la potenza d’internet).

 

 

[N.d.A.: Il racconto si riferisce all'assalto alla scuola militare pakistana in cui un gruppo di talebani (frazione TTP - non chiedetemi cosa e chi identifica quella sigla) per protesta contro il governo, che crea scuole con ordinamento al di fuori della legge coranica, decise di dare una dimostrazione di opposizione.

Era il 16 dicembre 2014. Gli uccisi erano 135 ragazzi tra i 10 ed i 18 anni.
La cronaca mi colpì e all'inizio non volli sapere perché o in nome di quale ideologia si ammazzano dei ragazzi. Sono il futuro di tutta l'umanità non solo del Pakistan.

Per questo ho scritto -135.

Trovare spiegazioni che a mio modo di vedere non esistono, non è compito mio: per questo ci sono storici, giornalisti e sociologi. Io voglio (o meglio vorrei) raccontare un'emozione, una sofferenza.]

Tutti i racconti

5
6
20

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
10
22

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
22
29

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • An Old Luca: A me è piaciuto molto. Scritto bene e il finale sospeso è un'ottima [...]

  • Maria Merlo: Grazie, An Old Luca. Sono contenta che il racconto e il finale ti siano piaciuti.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
10
63

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

3
3
30

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
37

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

14
5
42

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • La Gigia: In questo intrigante racconto c'è uno studio approfondito non solo [...]

  • Dax: Piaciuto. Attendo continuo.Like

7
9
39

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
29

Una giornata a Chiari 2/2

27 November 2025

Quando si voltò verso di me, Luca aveva addosso un’aria strana. Gli occhi gli brillavano di una luce nuova, come se quell’incontro improvviso avesse risvegliato qualcosa. “Questa è Micol, ci siamo conosciuti ai tempi dell’università”, annunciò. “Piacere”, dissi. Le parlai dei miei racconti e le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • GustavLebo: grazie dei commenti

  • Dax: Carino, carico di nostagia... però Micol è vstata scortese alla [...]

27
29
212

Todos Hotel

Come il vetro

27 November 2025

Un pomeriggio, era domenica, alla mia porta in ospedale si affaccia uno dei tanti in camice bianco. Capelli cortissimi e grigi, naso importante, sguardo limpido. Sorride. Premurandosi di non essere invadente. Quasi senza voglia di piacere a tutti i costi. Misurato nei gesti infonde nell'aria una [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su