Lo schermo non è pulito. Senti sempre gente parlare della paura della “pagina bianca”, ma quale pagina bianca? Che ormai lavoriamo tutti davanti al computer e la pagina bianca non è mai bianca. Ci sono sempre quei puntini di sporco appiccicati allo schermo. Chissà da dove arrivano poi. Ogni giorno aumentano. Presi a grattarli via in preda all’isterismo. Pigiavo troppo forte, e nel punto in cui passavo l’unghia si formavano quei cerchietti, come se lo schermo diventasse l’acqua di un lago e il mio dito fosse un sasso che saltava e schizzava via. Quel pensiero mi rasserenò. Era una bella immagine, sorrisi tra me e me.
-        Guarda che non è un gratta e vinci, la relazione non appare magicamente se gratti via con l’unghia lo schermo.
Eccola là, sempre pronta a riportarmi alla realtà, la mia gentile collega Gaia. La assecondai con un sorrisetto ironico, nella speranza che esplodesse lì davanti a me. Puf.
Feci un respiro profondo e tornai a guardare lo schermo. Con qualche puntino di sporco in meno la pagina appariva più bianca di prima. Ma perché non li avevo lasciati lì. Rimasi a fissare lo schermo, con il viso preso tra le mani. Guardai l’orologio. Erano le 17.15. Se mi ci mettevo in tre quarti d’ora la scrivevo, la rileggevo, la correggevo e la stampavo quella relazione. Tre pagine. Sbadigliai, rumorosamente. Mi si inumidirono gli occhi e decisi che non ce l’avrei fatta. E decisi anche di uscire prima dall’ufficio, tanto era venerdì e tanto il capo era a Madrid. Presi la borsa, mi misi la giacca e la sciarpa e uscii il più velocemente possibile dalla stanza. Sentii un’eco in lontananza di Gaia che tossicchiava indispettita. Ma che m’importava, con la mente ero già al divano di casa. Salutai la portinaia
-        Buonasera signora Chiara, a lunedì!
-        Buon fine settimana dottor Luca. Ah no! Aspetti! Ho una lettera per lei!
-        Per me?
Dato che avevo un contratto in nero mi facevo recapitare la posta in ufficio, ma oltre ai pacchi di mia madre dalla Sicilia non mi era mai ancora arrivato altro.
La signora Chiara mi porse sorridente una busta verde, un piccolo rettangolo sottilissimo. Nessun mittente, solo il destinatario, cioè me. Ma di chi poteva essere? Aggrottai le sopracciglia pensoso e guardai la signora Chiara, che di contrasto mi sorrideva materna.
-        Be? Che fa? Non la apre?
-        No, sono stanco, vado dritto a casa e la leggo una volta rilassato.
-        Ah, bene.
Disse lei, con la curiosità assassinata sul nascere. Uscii dal palazzo con la lettera ancora in mano, una folata di vento quasi me la portò via, la busta si spiegazzò e mi sentii in colpa. Aveva un ché di misterioso e intrigante la faccenda, quella lettera doveva contenere qualcosa di prezioso. Ma, come avevo detto alla signora Chiara, l’avrei aperta solo una volta a casa, in completo relax. La riposi nella borsa e andai a prendere la metro.
Mi passò sotto il naso, come sempre. Tempo di attesa per la successiva: 7 minuti.

Rimasi in piedi ad aspettare, ero agitato. La lettera si faceva strada nella mia mente e cominciai a fantasticare sul suo contenuto. Magari era di Giulia, non ci sentivamo ormai da due anni, magari aveva lasciato al marito quelle due pesti che aveva avuto e voleva tornare con me; magari era di Greenpeace o qualche associazione ambientalista che voleva soldi, in fondo la busta era verde; magari era semplicemente di mia madre.

Finalmente arrivò il treno, la calca del scendi-sali mi fece dimenticare la lettera per qualche secondo, e fortuna volle che trovai pure un posto libero. Mi sedetti, senza accorgermi di avere accanto un gruppo numeroso di adolescenti in piena uscita del venerdì. Mi girai dall’altro lato. Il mio sguardo si fermò su una bella ragazza dai capelli boccolosi, lunghi fino a sotto il seno. Erano di un bel castano chiaro, che contrastava con la sciarpa verde al suo collo. Verde, verde… la lettera tornò tra i miei pensieri. Magari mi aveva scritto qualcuno per darmi dei soldi. Magari era di quella ragazza conosciuta a Parigi in Erasmus, come si chiamava? Amandine, Pauline, Clementine… Ludivine ecco! Magari mi aveva scritto Ludivine. Aveva i capelli del colore di quella ragazza a pochi passi da me.
Basta, non potevo più aspettare. Presi la lettera dalla borsa e la aprii, dovevo levarmi dalla testa i volti del passato. Nella busta trovai un foglio sottilissimo, quasi di carta velina, verde. Era scritto a mano:
“Caro Luca,
che sorpresona ti ho fatto vero? Non ci sentiamo da tanti anni! Ti scrivo per invitarti alla riunione di classe che ho deciso di organizzare nella mia villa, sul lago di Como. Coi nostri compagni non ci vediamo da troppo tempo e dobbiamo assolutamente rimediare! Non pensi?
La data è il 9 dicembre, dal tramonto all’alba,, proprio come ai vecchi tempi!
Dammi conferma!
Carla
P.s. ma facebook ce l’hai sempre? Ho provato a cercarti  lì mille volte e non mi hai mai risposto!”
Questa sì che era inaspettata. Rilessi la lettera. Era davvero lei, non la sentivo da forse più di quindici anni. Ed eccola lì, la sua voce mi ritornò nelle orecchie, i suoi occhi, il suo maglione grigio, il suo preferito. Preferito perché sapeva che le stava benissimo, quasi come se la upim l’avesse disegnato apposta per lei. Portava sempre una coda alta, con quei capelli lunghissimi. Una frenata brusca della metro mi riportò al presente strappandomi la lettera dalle mani. Qualcuno perse l’equilibrio, altri espressero il loro disappunto con le bestemmie. Mentre intorno a me si ipotizzavano le ragioni di quello stop,
-        Speriamo non sia un guasto
-        Sarà solo un topo, l’autista si sarà spaventato
-        Sarà mancata l’elettricità
mi misi carponi a cercare tra le cose, le sciarpe e le persone cadute per terra la mia lettera verde. Ma non la trovavo, dov’era svanita? La metro ripartì.
-        Era solo un topo, visto?
Mi rialzai, sconfitto. Cominciai a guardare gli altri passeggeri con sospetto e disprezzo: qualcuno se l’era intascata. Mi sentii battere sulla spalla
-        Cercavi questa?
Mi girai e mi trovai sotto il naso la lettera verde, offerta da una mano con le unghie smaltate di verde. Era la ragazza con la sciarpa verde e i capelli boccolosi, con un sorriso grande e due occhi felici di avermi aiutato.
-        Gr-Grazie!
Balbettai
-        Era, sì, insomma, cercavo proprio questa! Come, dove l’hai trovata?
-        Il destino ha voluto che arrivasse ai miei piedi. Eri piuttosto assorto mentre la leggevi, ho pensato ti avrebbe fatto piacere riaverla.
Ci mettemmo a ridere
-        E poi chi l’avrebbe sentita la tua ragazza? Mai perdere una lettera d’amore!
-        Giusto, ma non è d’amore, e non è della mia ragazza.
-        Capisco. Quindi sei… libe..
-        È di una che speravo lo diventasse, vecchi amori sai.
-        Capisco.
La metro si rifermò, era la mia fermata.
-        Io scendo, grazie ancora, davvero!
La ragazza mi rivolse un sorriso, un po’ distratto stavolta. Misi la lettera nella borsa e mi diressi verso le scale mobili. Mi fermai di colpo. Un pensiero mi fulminò la mente. Mi girai e vidi la metro ripartire.
Ma che ci aveva provato con me?

 

Tutti i racconti

2
4
25

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
18

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Il nonno mi ha ricordato un personaggio secondario di un film di qualche anno [...]

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

3
4
27

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
31

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
33

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
68

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
34

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

Torna su