Care Poste Italiane,

 

mi congratulo con Voi per l'azzeccatezza dello slogan "Il cambiamento siamo noi", perché con voi la mia vita è cambiata! Entrata nel vostro ufficio alle 16 per acquistare dei francobolli da 2,8 e 5,5 €, ho compiuto finalmente una delle imprese che desideravo da tanto: leggere tutta la Bibbia, tutto il Corano e il Libro della Smorfia. E non solo! Grazie al mio vicino di sedia, un bielorusso, ho potuto anche apprendere una lingua slava e col metodo più efficace, la conversazione con un madrelingua! Dicono che bastano circa tre mesi di full immersion per impararlo senza fatica. Tra un numero e l'altro, ho anche imparato a contare in bielorusso, nord coreano, kyrgiso, filippino e molisano. Intanto, un po' per tenerci compagnia, un po' per evitare quei fastidiosi cali di zucchero che colpiscono di frequente gli stranieri in fila alle poste, ognuno a turno preparava un dolce tipico del proprio Paese, grazie a un fornellino da campo che un veterano della riforma del 1998 - che segnò il passaggio a SpA di Poste Italiane - aveva con sé.
Ogni tanto mi informavo circa i miei francobolli: mi avevano infatti detto che il direttore, l'unico addetto al caveau dove vengono conservati, era uscito un attimo per un caffè. Nell'attesa, ho allestito un piccolo kinderheim multirazziale per tenere buoni i bambini delle donne che arrivavano allo sportello per prendere il numero al mattino e tornavano la sera poco prima di chiusura per vedere se, per caso, era uscito! Questa cosa ci ha fatto venire una fantastica idea: poiché molti dei premi del programma fedeltà Mondo BancoPosta non venivano ritirati (molti degli aventi diritto risultavano deceduti al momento della chiamata del loro numero), abbiamo indetto una lotteria! A ogni premio da ritirare veniva assegnato un numero e ogni giorno ne veniva estratto uno: chi quel giorno aveva preso proprio quel numero di coda poteva accaparrarsi il premio!
Piccolo inciso: dal momento che non tutti riuscivano ad arrivare vivi alla chiamata del proprio numero, il direttore anni fa aveva  modificato l'art. 81 del regolamento interno consentendo la trasmissione ereditaria del diritto acquisito a condizione che, prima della dipartita, il possessore del numero convocasse per tempo il successore. Ed è proprio per consentire di effettuare la salvifica chiamata che il direttore della filiale ebbe l'idea geniale di far diventare Poste Italiane un gestore di servizi telefonici! Con la stessa logica furono attivati servizi finanziari, di risparmio e assicurativi.
Ma torniamo ai miei francobolli: piena di chapati alla Nutella, mi ero dimenticata di loro. È stato solo quando, essendosi rotto il display eliminacode, un impiegato ha urlato "550!" (uno dei tagli di francobolli che volevo) che me ne sono ricordata. Peccato che al direttore, rientrato dalla pausa caffè, il vice direttore avesse offerto un caffè e a un caffè offerto non si dice mai di no. Ah, a proposito: dovete sapere che, mentre per ogni operazione eseguibile in posta, dalla sottoscrizione di una polizza assicurativa all'acquisto di una lavastoviglie, si può essere chiamati a un qualunque sportello, per i valori bollati bisogna appostarsi a UN SOLO sportello, infiltrandosi tra un cliente e l'altro. Potete immaginare come il Cliente a cui si passa davanti sia pronto a eliminarti con un solo sguardo. Qualcuno muore proprio nello sforzo di difendere il suo posto.
Ho poi assistito a una scena in cui un uomo, che doveva assolutamente spedire un pacco entro 2 giorni, ha puntato alla schiena di un cliente in fila un coltellino svizzero dalla lama arrossata: "Mi dia il suo numero o la infetto" gli ha sussurrato. "Sia gentile, faccia la fila come tutti, che si vede benissimo che è salsa di pomodoro", gli ha bisbigliato il minacciato. Umiliato, ma non vinto, l'uomo ci ha riprovato con le buone: "Mi scusi, ho solo un bollettino, mi farebbe passare?" "Ma si sieda, non siamo mica al supermercato!" è stata la risposta più gentile.
Intanto, buone notizie sui miei bolli: il direttore era tornato dal caveau con i fogli e li stava contando. C'era anche una notizia cattiva: tra il conteggio di quelli da 2,8 e quelli da 5,5 € aveva ordinato un caffè al bar per riprendersi dallo sforzo e non si poteva disturbare. Il direttore era un tipo nervoso.
Un giorno ho poi visto un vecchio trascinarsi penosamente verso lo sportello 5. Con una bava di voce ha chiesto al possessore del n. P 38 appena estratto: "Mi scusi, mi farebbe passare? Devo fare una ricarica Poste pay a mio nipote che si sposa, non ho tempo di fargli il regalo di nozze, sto morendo..."...come uno slittino su una pendenza ghiacciata. I funerali si sono svolti alle 15 nella chiesa di S. Gabriele* alla sola presenza di un cane sopravvissuto al suo padrone, morto in fila, che era diventato semicieco e si era probabilmente confuso. Una scena straziante.
Ma mi sono commossa ancor di più quando un mio compagno di merenda è scoppiato a piangere! Era emigrato dal Bangladesh lasciando suo figlio 5enne con la mamma e la nonna e, appena ottenuto il permesso di soggiorno e il primo stipendio, si era subito recato presso in posta per spedire un vaglia alla sua famiglia e ora...ora suo figlio era lì, anche lui emigrato lasciando il figlio 5enne e la moglie con la nonna! Quante lacrime! Mancava solo la De Filippi.
Intanto, dopo aver letto l'ultima pagina del Capitale lasciato lì da un professore universitario che voleva convertire le masse al grido di "la crisi di sovrapproduzione è vicina, convertitevi e credete al marxismo" e che era morto proprio in posta dopo aver appreso dell'ultimo decreto salvabanche, finalmente hanno chiamato il mio numero. Mi avvicino allo sportello, ma il successore dell'addetto al caveau, ormai in pensione, era occupato ad affiggere la comunicazione dell'aumento delle tariffe.
"E qual è il problema?" ho chiesto "La prioritaria ora costa 7,1 €" "Scusi, ma non poteva portarmi i nuovi tagli?" "E no, non ci hanno consegnato i bolli da 0,10 €". Ora che sono arrivati i soccorsi ero già rinvenuta e le tariffe erano ulteriormente aumentate.
Intanto, i nipoti del figlio del mio compagno di merende avevano raggiunto il nonno per attivare una ricaricabile poste mobile, che nel frattempo era stata ribattezzata "Il cambiamento siamo noi".
"Vuole i nuovi tagli? Vado a prendergli nel caveau" "No grazie, non si disturbi".
Appoggiandomi al bastone, mi sono ravviata la ciocca di capelli bianchi e mi sono recata dal tabaccaio, dove in 5 minuti ho acquistato i miei francobolli.

Sono tornata all'ufficio postale. "Chi è l'ultimo?" ho chiesto. “Io!” Mi ha risposto un uzbeco.
Le Poste mi hanno proprio cambiato la mia vita. Mesi e mesi di letture sacre, privazioni e contatto umano hanno cambiato il mio cuore. Prima di andarmene, volevo mettere in pratica il Vangelo e un po' anche il marxismo dei celebri tre fratelli. "Tenga buon uomo - ho detto all'uzbeco dandogli i bolli - si sa mai ne abbia bisogno". E me ne sono andata.
* Protettore delle poste

 

 

 

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