Chi è in realtà l’eroe? Colui che compie un atto d’altruismo estremo, sacrificando la sua vita per il bene comune? Colui che, in un situazione d’estrema difficoltà si prodiga a favore degli altri? Sono eroi o semplicemente uomini normali che sentono la necessità di esporsi, per tutelare quella che è la dote unica e insostituibile dell’essere umano: la vita!

Fin dagli albori della civiltà la storia è popolata d'eroi, almeno ritenuti tali dai popoli, nel corso dei secoli. Ci sarebbe da chiedere, se lo fossero effettivamente o, se sono passati alla storia solo perchè la gente credeva di potersi identificare nella gesta dell’eroe di turno. Il vezzo di creare eroi per poi poterli applaudire, non è diminuito nel tempo, ha semplicemente cambiato i personaggi adeguandosi man mano ai tempi. Nell’antichità, se il leggendario Achille e il suo antagonista Ettore erano ritenuti, a ragione, degli eroi, nel corso della storia, esempi di personaggi simili, ce ne sono stati a sufficienza, per alimentare nell’animo della gente comune, il sogno di riscatto, il bisogno di sentirsi protetti.

Con l’avvento del cinema, le figure eroiche sono state una costante nelle storie raccontate sul grande schermo. Da personaggi reali, come Ettore Fieramosca, a tutti i grandi condottieri, come Garibaldi, a personaggi di fantasia come i vari Maciste,Ursus ed Ercole. Il filo conduttore di queste figure rimane sempre lo stesso, la necessità dell’uomo di creare una figura senza macchia e senza paura che doveva rappresentare lo spirito della libertà del popolo, della rivalsa del povero, del dimenticato, del reietto. Ai tempi attuali, in un mondo entrato prepotentemente in una realtà iper tecnologica, l’eroe non poteva restare l’uomo invincibile, che combatteva con la sola forza dei suoi muscoli. È stato trasformato in qualcosa di altamente sofisticato dove, per vincere, i sempre più numerosi avversari, è stato dotato di poteri sovrannaturali e di iperbolici mezzi tecnici.

La figura dell’eroe non potrà mai scomparire. I popoli hanno bisogno di figure in cui identificarsi, in cui credere. Queste figure, sono un surrogato delle varie religioni che hanno creato, ognuna a suo modo, un eroe divino. Questi Dei però hanno il difetto di essere lontano dalla realtà quotidiana, allora la gente sceglie le proprie figure leggendarie, degli avatar, da poter idolatrare e identificarsi nelle sue gesta. Un chiaro esempio lo si riscontra nello sport dove gli atleti vengono troppo spesso ritenuti, a torto, dei veri eroi. Ogni epoca ha avuto i suoi simboli, a noi del terzo millennio sono toccati in sorte, Superman, Batman e tutta quella pletora di figure che nulla aggiungono alla nostra realtà giornaliera, se non l’illusione, l’esasperazione della fantasia. Seguiamo questi personaggi integerrimi, nella cruenta e fantasmagorica lotta contro i mali endemici dell’umanità e della società. In contrapposizione a queste figure immaginifiche e distanti dalla nostra realtà ci sono gli antieroi. Coloro che vivono un’esistenza fatta di quotidiano, di realtà non sempre piacevoli, sono uomini e donne che incontri per strada. Siamo noi, quelli che la mattina devono alzarsi presto e rientrare tardi la sera per vivere la vera vita. La lotta contro le ingiustizie giornaliere, contro chi ci vuole schiavi dei loro interessi, la battaglia, nella quale ci cimentiamo tutti i giorni, è reale e dura da combattere. Noi non siamo eroi, eppure dovremmo esserlo. Noi lottiamo tutti i giorni e, lo facciamo senza aiuti, senza super poteri, non in galassie sperdute dell’Universo, né contro nemici alieni e potenti, ma per la strada, nelle nostre case, sul posto di lavoro. La nostra unica forza è alimentata solo dalla tenacia con la quale teniamo duro, dalla pazienza e dalla speranza che un giorno potremmo avere la meglio su chi ci perseguita, ci sfrutta e ci opprime. Allora, forse, potremmo dire: siamo noi gli eroi!

 

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