L’amore, spesso dolce e luminoso, può anche rivelarsi oscuro e tragico, specialmente quando i legami familiari si intrecciano con le passioni dei cuori innamorati. Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e la leggenda del Giovane Vesuvio e di Capri offrono un affresco di amori impossibili, segnati da ostacoli insormontabili e finali drammatici che toccano profondamente l'anima.
Nella classicità, Ovidio ci narra la storia di Piramo e Tisbe, due giovani, che si amavano intensamente ma furono costretti a vivere il loro sentimento in segreto a causa delle antiche rivalità familiari. Le loro case, separate da un muro, non impediscono ai due ragazzi di comunicare attraverso fessure e sussurri. Promettono di incontrarsi sotto un gelso bianco, lontani dagli occhi intransigenti delle loro famiglie.
Purtroppo, il destino ha in serbo per loro un finale inaspettato e tragico. Un incontro fatale, con un leone, fa scappare Tisbe, dal luogo dell'appuntamento, il suo velo volato via, viene macchiato di sangue dal leone che da poco aveva divorato una sua vittima. Quando Piramo, giunto tardi sul luogo convenuto, la crede morta e divorata dal leone in un moto di disperazione si toglie la vita accanto a lei. Ma quando Tisbe ritorna e trova Piramo morto a sua volta si toglie le vita. Le loro anime, unite nel dolore, diventano simbolo di un amore talmente forte da trascendere la morte. Da quel giorno, il gelso diventa rosso come il loro sangue, un ricordo eterno del loro amore perduto.
Shakespeare, ispirato dalla storia di Ovidio, costruisce un’altra tragedia d’amore con protagonisti Giulietta e Romeo. I due giovani, appartenenti a famiglie nemiche, i Montecchi e i Capuleti, si incontrano a una festa e si innamorano follemente. Il loro è un amore che sfida le convenzioni sociali e le rivalità familiari, ma simile a Piramo e Tisbe, la loro felicità è destinata a spegnersi tragicamente.
La storia si dipana tra notti di passione e piani disperati. Quando esplode il conflitto tra le famiglie, Romeo viene esiliato. Tentano di trovare un modo per riunirsi, ma un malinteso li condanna. In un’ultima tragica danza di eventi, entrambi scelgono di morire piuttosto che vivere in un mondo senza l’altro, dando vita a un dramma che commuove e fa riflettere sulle conseguenze dell’odio e della discordia. Arriviamo alla leggendaria storia del Giovane Vesuvio e della bellissima Capri, narrata da Matilde Serao. Questo amore, ambientato tra le dolci colline della Campania, è altrettanto potente e disperato. Vesuvio, giovane e ardente, incontra Capri, una ragazza di straordinaria bellezza. La loro unione è ostacolata dai genitori di Capri, che vedono con disprezzo l'amore tra la loro figlia e Vesuvio
Per mettere fine a questa relazione, decidono di portare Capri lontano. Ma il mare, impetuoso e indomito, ha altri piani. Una tempesta distrugge la nave su cui la ragazza è stata imbarcata. Lei cade in acqua e muore. Piombato nel dolore, Vesuvio si consuma in un atto estremo: decide di darsi fuoco, proprio di fronte al luogo dove la ragazza è morta.
Da quel momento in poi, Capri si trasforma nella bellissima isola azzurra, mentre Vesuvio diventa una maestosa montagna, entrambi immortali e, l'uno di fronte all'altra, si guardano e si amano per sempre. Con questa leggenda, Serao celebra non solo il potere indomabile dell'amore, ma anche la bellezza della natura che si piega alle passioni umane, creando un legame indissolubile tra terra e mare.
Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e il Giovane Vesuvio e Capri, sebbene diverse per contesto e epoca, condividono un tema comune: l'amore affronta proprio quelle barriere familiari che dovrebbero unire, ma che invece si rivelano distruttive. Tragedie incatenate dal destino, che ci ricordano quanto possa essere fragile e potente l'amore umano. La loro memoria vive nelle parole di poeti e nei cuori di chi ama, testimoniando che, anche di fronte alla morte, l'amore può raggiungere vette che sfidano il tempo stesso.

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