All'improvviso, attraverso la vetrata, si focalizzò su una prosperosa figura femminile che lo osservava dal marciapiede. Costei emanava un aura ambigua e maliziosa.

«Hai notato qualcosa?» le domandò il commissario in modo secco, piombando fuori dal locale e prendendola in disparte. 

«Forse!»

«Che intendi con quel “forse?"»

«Che forse posso aiutarti. Dipende da te.»

«Ho capito l'antifona!» esclamò l’investigatore ed estrasse dal portafoglio una banconota da cento Pai.

«No, non mi interessa il denaro!»

«E allora...»  

L'avvenente tuberina lo interruppe, posandogli un dito sulle labbra.

«Non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Dixi San Carlo. Se ti do una dritta, ti andrebbe di passare la notte con me?» propose con fare seducente e rifilandogli nella tasca sinistra del soprabito grigio un pezzetto di carta con su scritto l'indirizzo di casa.

«Con piacere e con più gusto!» rispose Siffreni con un' espressione gongolante da casanova.

La gnocca gli raccontò che, nel mentre consumava un drink sul posto, nonostante il pienone si era accorta che il proprietario, da dietro il bancone del bar, aveva nascosto lesto un coltello nella manica della maglia e, con aria guardinga si era allontanato in direzione dell’uscita. 

«Porca patata! Lo sospettavo!» pensò il commissario. Rientrò di gran carriera nel locale per tentare un bluff finalizzato a inchiodare l'indiziato numero uno.

«Un testimone ha assistito all'accoltellamento di quella sventurata. Sei fritto!»

«Io non centro!» gridò il gestore del pub, ingiallendo.

«Le prove risultano a dir poco schiaccianti. A parte che abbiamo scoperto che conoscevi la signorina Pizzoli, per nostra fortuna l'omicidio è stato filmato con un smartphone.»

L'incriminato scoppiò in lacrime, lasciandosi cadere su una sedia come un sacco di patate.

«Patasnella mi ricattava da tempo, se non le davo duemila Pai al mese, avrebbe spifferato a mia moglie che la riempivo di popcorn con alcune clienti.»

Il commissario annuì, e chiese a Yonkers dove aveva abbandonato l'arma del delitto. Quest’ultimo indicò un tombino non molto distante, all'incrocio tra via Cross e via Rodeo, per poi essere ammanettato e consegnato a due poliziotti che lo caricarono su una volante.

Alla centrale, Siffreni, dopo aver stilato il rapporto riguardo a quell'indagine lampo, smontò dal turno e si avviò verso l'abitazione della San Carlo, per onorare l'impegno che si prospettava in salsa piccante. Appena suonò il campanello di una villetta illuminata da fari e faretti a luci rosse, sentì dei passi in un pavimento di legno, finché la porta si aprì.

La patatina, calda come non mais, salutandolo a malapena, lo trascinò in camera da letto. In un battibaleno gli slacciò i pantaloni e gli fece un bel croccantino da cui ne seguì una scopatata.

«Ops, ti ho inondata di maionese!» disse Siffreni, strabuzzando gli occhi. 

«No, tranquillo, sappi che assumo la Puff pillola. A proposito: ti è piaciuto?» 

«Io di patatine ne ho ingollate tante, gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza. Ma nessuna è come te. Fidati di uno che le ha provate tutte. Amica mia sei la migliore.» 

E ricominciarono ad amoreggiare, con radio accesa e con sottofondo la canzone Evviva la patata, evviva chi l'ha creata! di Wacko's Santini. 

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