«Ancora con quelle vecchie storie?».
Kal chiuse la porta alle sue spalle e scosse la neve dagli scarponi. Caddero anche alcune schegge di ghiaccio che resistettero a lungo prima di sciogliersi.
Linda gli rispose con un’occhiata stizzita. Era accanto alla stufetta, proprio al centro dell’alone rossastro emesso dai radianti – l’unica luce della stanza. Malgrado fosse infagottata in abiti pesanti, pareva esile e fragile come lo stoppino di una candela. Esitò, poi fissò la stella cometa sulla punta dell’albero di Natale. Ai suoi piedi Kelly e Marco, i figli, dormivano raggomitolati. In mezzo a loro Dinky, il cane. Umani e animale si rubavano un po’ di calore l’uno l’altro e, allo stesso tempo, se lo restituivano. «Non sei riuscito neanche stavolta a far partire il generatore?».
Kal rispose con un tono di voce più basso rispetto a quello che aveva usato entrando «Non si possono usare le scorie e la pastiglia di uranio è una scoria, ormai. L’impianto la rifiuta. Ho provato a escludere il sistema di sicurezza, ma così il generatore non parte; allora ho tentato di riprogrammarlo: ho cercato di abbassare i parametri superati i quali il sistema va in blocco ma... saremo a meno venti, là fuori. Non si può lavorare a meno venti. Ti si gelano le dita, non riesci a schiacciare i tasti – e naturalmente non puoi farlo, se hai i guanti».
«I comandi vocali?» chiese Linda.
«Andati. Lo sai benissimo. Hanno smesso di funzionare sei mesi fa».
Linda si girò verso la stufetta, volgendogli le spalle.
Lui fece un passo verso di lei, verso un po’ di calore, ma si trattenne.
Era lui l’uomo e, malgrado alcuni secoli di progresso sociale, le cose, lassù, su quel pianeta remoto, isolato, selvaggio, erano tornate alla vecchia maniera.
Linda non aveva aperto bocca ma la frase “allora riscaldati quanto basta, torna fuori e datti da fare” rimaneva sospesa tra di loro come un grumo di freddo nel buio della stanza.
Freddo, già.
Gelo.
Lo stesso che avvolgeva l’interminabile inverno di Thor, a quasi otto anni luce dalla Terra.
Lo stesso che stava calando tra di loro perché lui, Kal, si stava mostrando inadeguato al suo compito.
Il fatto era che, senza di lui, sua moglie e i suoi figli avrebbero forse potuto sopravvivere. Ma se fosse stata Linda, a mancare, per i ragazzi non ci sarebbe stata alcuna speranza.
E poi c’era quell’altra faccenda.
Introdurre nel generatore una scoria di uranio, anziché una pastiglia nuova, avrebbe potuto provocare un’esplosione, e allora sarebbero morti tutti quanti. Per questo bisognava andare in pieno deserto nevoso, sotto la debole luce di Valhalla, quella risibile nana gialla che usurpava il nome di sole dato che, anche durante l’estate, non riusciva a far salire la temperatura oltre i venticinque gradi, neppure ai tropici. E ora era inverno.
«Potresti tagliare un albero» disse infine Linda, sempre volgendogli le spalle.
«Non si può, lo sai» rispose meccanicamente Kal.
Gli abeti geneticamente modificati seminati sul pianeta prima della prima spedizione, come ogni forma di vegetazione, del resto, erano indispensabili per la terra-formazione di Thor.
La verità era che quella palla di neve, ghiaccio e roccia era quasi una vincita alla lotteria. Gravità a 0,78 g., grandi quantità di acqua allo stato liquido, specie d’estate, temperatura media, ai tropici, compatibile con la vita terrestre. Il tutto a una cinquantina di anni di viaggio dal Sistema Solare. E così i nonni di Kal...
«Credi davvero che i Ramirez non l’abbiano fatto? E gli Hobart? E i Fanucci?».
Kal rimase interdetto. Ah già, gli alberi. Sua moglie stava parlando del taglio degli alberi.
«Ho sentito Mary Fanucci, stamattina – la connessione è tornata per un po’. La gente inizia a vedere cose strane. Luci nel cielo. Persone che se ne vanno in giro, in piena notte, vestite di pelli, come se fossimo in qualche regione della Terra primitiva. Credi davvero che chi vede queste cose si faccia problemi a dare un paio di colpi d’ascia a un pezzo di legno?».
«Torne...».
Linda si voltò verso di lui alzando le braccia al cielo «Certo! Le navette di ricognizione e soccorso dalle stazioni orbitanti che dovrebbero passare ogni ventisette anni standard. O addirittura qualche nave dalla Terra. Ne hai mai vista qualcuna, tu?» . I bambini si svegliarono e presero a piangere. Il cane uggiolò. La donna si chinò e prese a cullarli alternativamente, voltando ancora le spalle a suo marito. Dopo che si furono acquietati parlò di nuovo. «Abbiamo batterie solari di riserva ancora per due, tre settimane al massimo, anche usandole il meno possibile come sto facendo. La Ramirez mi ha chiamato proprio per questo. È la loro ultima comunicazione. Hanno bisogno di ogni singolo Joule e di ogni singolo Watt, come noi. Pensi davvero che scenda qualche astronave per portarci dei pezzi di ricambio?». Kelly, che pareva essersi calmata, ricominciò a piangere. Il fratello la imitò. Linda riprese a cullarli, poi parlò di nuovo da sopra la spalla, ma a voce bassa. Kal, tuttavia, la sentì. «Mi domando chi sia tra noi due che crede alle favole» disse la donna.

Tutti i racconti

0
0
6

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
5

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
5
19

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

  • BrunoTraven: Bello e divertentissimo Rubrus aspettiamo il seguito:))) notevole, like p.s. [...]

2
3
24

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
36

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
45

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
30

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

Torna su