La KAFFEEHAUS della stazione WIEN MEIDLING era linda e pulita, con i suoi tavoli tondi e i termosifoni dipinti di giallo; anche le austere seggiole scure erano rimaste solo due per tavolo.
Dalle grandi pareti vetrate, il ritmo serrato delle luci illuminava debolmente il marciapiede, che si affacciava sul primo binario.

La guerra aveva spento i sorrisi della gente, che adesso aspettava con rassegnazione l'arrivo del Treno Ospedale. 

La battaglia della Marna era stata perduta e i morti erano stati tanti.
Tra le poche notizie arrivate a Vienna, quella dell'arrivo del Treno Ospedale, aveva smosso una moltitudine di gente, che sperava di riabbracciare i resti di padri, mariti, figli che tornavano feriti dal campo di battaglia.

Erano in pochi a potersi permettere di aspettare nella caffetteria con un buon SCHWAZER nero bollente; l'incertezza della guerra aveva reso i borghesi molto cauti nello spendere e i poveri sempre più poveri.
La maggior parte era ammassata lungo i binari, alcuni sulle poche panchine disponibili, gli altri per terra, seduti o distesi su coperte di fortuna.

Settembre 1915 non era stato un mese molto freddo, ma aveva spazzato via il sorriso dai volti degli abitanti di Vienna.
La contessina LENA era seduta nella caffetteria e aveva ordinato un dorato GOLDENER macchiato e una fetta di SACHER.
Era vestita molto sobriamente, con un cappellaccio giallo che le nascondeva i capelli curati e una GIESSWEIN verde, bordata di pelo.
Lena era una bella donna, sui 45 anni, ma malgrado l'età, era rimasta per tutti la "Contessina". per i suoi modi pacati e puliti.
La guerra le aveva portato lontano l'adorato LUKAS... il conte Lukas, che era partito per il fronte con il grado di OBERST VI.
Nell'ultima lettera che aveva ricevuto, le aveva raccontato che avrebbe guidato verso Parigi un battaglione, in cui vi era anche il CADET-OFFICIER TOBIAS, promesso sposo della sua adorata figlia HANNAH.

Da allora non aveva ricevuto più altre lettere e la notizia della sconfitta sulla Marna le stava facendo temere il peggio. 
Appena aveva saputo dell'imminente arrivo del Treno Ospedale proveniente dalla Francia, si era precipitata nella WIEN MEIDLING, sperando di riabbracciarli entrambi... magari senza un braccio, magari senza una gamba, ma vivi.

Erano già due ore che aspettava e del Goldener e della Sacher non era rimasto più nulla.
Ad un tratto un acuto fischio lontano le fece sobbalzare il petto: il treno arrivava con il suo sferragliare sinistro.


Lo stridore dei freni si mescolò al vociare della folla, sino ad esserne sovrastato completamente. Alcune crocerossine furono le prime a spuntare dalla testa degli innumerevoli vagoni. Il treno aveva occupato tutta la stazione e gli ultimi carri si vedevano lontani, lontani, offuscati dalle braccia della gente, che correva da tutte le parti, urlando il nome dei propri cari.

La Contessina era scattata in piedi, ma non aveva osato affrontare la calca. 

Guardava quella povera gente agitarsi e andare incontro ai feriti, che iniziavano ad essere adagiati sulle barelle.
Bende, bende, bende rosse di sangue e sporche di fango... stampelle, bastoni, monconi, teste fasciate... un massacro.
In meno di un'ora tutti i vagoni rimasero vuoti.

Il cuore di Lena batteva a metà: "Non c'è! Il mio Lukas non c'è! Nemmeno Tobias c'è! Non ci sono... Non ci sono! 

Che fortuna... Saranno sicuramente ancora vivi e illesi!... o no... O NO!!!... Mio Dio: potrebbero essere MORTI!!!"

Lena ritornò mestamente al suo tavolo: "Maledetta guerra" mormorò a denti stretti e poi rivolta al barista: 
"Ein heiber schwarzer Kaffee, bitte!" 

27/04/2017 Lecce

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