Insieme alla cameriera del Can Can, che nel frattempo mi aveva raggiunto e stava a fianco a me riprendendo fiato, gonfiando i polmoni, aspettavamo con aria greve e in silenzio l’esito di quella sfilata, e il tempo si era come fermato. Lei, l’avevo vista poi, mentre passavano i tedeschi, togliersi il diamante dal dito e metterlo sotto la lingua, ed io allora avevo fatto la stessa cosa anch’io, che anche se non sapevo perché mi era sembrata una cosa giusta da fare e l’avevo fatta.
Ehii Dico a Lei! Ma non mi ha sentito che la stavo chiamando?, aveva detto la cameriera quando l’esercito era andato avanti anche quello.
Ah diceva a me? Avevo risposto facendo lo gnorri.
Massì a lei, certo; ma le sembrano modi di uscirsene da un locale quelli?
Mi scusi, le avevo detto, è solo che avevo molta fretta. Anzi se è così gentile da scusarmi ancora, ma io sa, voglio dire se non c’e altro io andrei che sono molto di fretta, e…e poi, ecco quindi la ringrazio molto signorina…? Ma come, mi aveva interrotto poi lei senza lasciarmi finire, Ma dove va ora? Ma non si vede che è tutto a pezzi? Ma dove vuole andare in giro così? E così dicendomi sollevava un poco la mia roba che teneva tra le braccia, a mostrarmela. Io guardavo prima la giovane cameriera del Can Can, cercando ancora di assegnarle un'età che potesse piacermi, e poi guardavo in basso, verso ciò che poco tempo prima ero io, e che adesso non ero più io, e neppure io ero propriamente più io, o perlomeno lo ero solo in parte, e alla fine le avevo detto che ormai li avevo persi e non ci tenevo a riaverli, e che anche volendo, Vede? Le avevo detto dimenando le spalle moncate che saltavano a destra e sinistra facendomi apparire probabilmente molo ridicolo, Anche volendo non potrei riprendermele, le avevo detto con aria divertita, cercando di sembrare sarcastico.
Lei era scoppiata in una fragorosa risata da camionista che non mi aspettavo, e poi ancora ridendo aveva detto Ma le do una mano io, e poi giù ancora a ridere.
AHH, avevo fatto io come se finalmente avessi capito una cosa che continuava a sfuggirmi dalla comprensione Allora grazie…come ha detto che si chiama? Scusi se non le do la mano, ma lei capisce, le braccia, sa… e così seduti sopra questa mia battuta ci eravamo di nuovo messi a ridere, io a testa bassa, lei da camionista, fragorosamente, e poi lei mi aveva detto Oh sì scusi, mi chiamo M…, e in quel momento che mi diceva il nome mentre mi stringeva una mano immaginaria, spingendo un po’ avanti la sua, già impegnata a tenere le mie (di mani), in quel momento venivo assordato dal fischio straziante di un treno che sfrecciava di lì in  quel momento, e che non mi aveva consentito di capire il nome. Non ho capito, le avevo detto allora, può ripetere? E lei Sì mi chiamo M... E di nuovo il fischio di un altro treno che passava. Bel nome, le avevo detto poi rinunciando a capire, Le darei la mano ma... di nuovo agitando le spalle monche, e di nuovo giù a ridere tutti e due
Bene, e allora? Le avevo poi detto io finito nuovamente di ridere.
Allora cosa? Mi aveva risposto lei, ritraendosi un poco e stringendo a sé tutte le parti di me che teneva tra le braccia, come presa da un improvvisa carenza di sfiducia.
Allora cosa suggerisce di fare? Lei ha la mia roba ed io, come può ben vedere non ho modo di riprenderla. Come facciamo? Le ribattevo con un tono più conciliante e comprensivo e dimenando nuovamente le spalle mozze, alla ricerca di ispirare nuova fiducia nella persona che avevo davanti, nuovamente richiamato, ora che la osservavo lontano dalla minaccia del conto da pagare, dai dettagli da teen-ager che mi avevano tanto appassionato al Can Can.
La cameriera era riuscita a sistemarsi meglio la mia roba che teneva tra le braccia, appoggiandosela al fianco destro, poi aveva alzato lo sguardo verso di me, e con la testa aveva fatto un cenno in avanti, indicando un punto oltre la mia spalla destra.
Vedi? Dove c'e quella coscia lì? Mi aveva detto, mettendo lei da parte per prima i formalismi della terza persona. Io allora mi ero girato e avevo guardato verso quella coscia putrida che stava vicino ad una porta, vicino a un nuovo angolo della strada che non avevo notato. Poi di nuovo mi ero girato verso la bell.ma cameriera dai grandi occhi celesti del Can Can.
Beh ma lei non sarà mica una di quelle... le avevo detto io attenendomi al lei, e lei mi aveva guardato spalancando gli occhi da cerbiatta che aveva come non credevo che una persona umana potesse avere, e mi aveva guardato a quel modo tutto femminile che usano le donne per farti intendere esattamente la risposta che tu preferiresti sentirti dire, indipendentemente da quale sia quella corretta.
Seguimi, faccio strada, mi aveva poi detto precedendomi e ancheggiando alla stessa maniera che faceva prima al Can Can, impossibile da distogliere lo sguardo, e io l’avevo seguita.
Quella che stava là fuori, con quella coscia fuori, quell’autoreggente unta e sgualcita, la carne putrida, l’occhiata che mi diede entrando, quella è una cosa che non potrò mai dimenticare, nemmeno quando non esisterò più.
Una volta dentro la casa, dentro la stanza, che non era un granché, la cameriera vent’enne mi aveva aiutato a ricompormi. Mi aveva rimesso su le braccia, aveva sistemato i capelli alle bene e meglio, aveva appoggiato i cappelletti broccoli e gorgonzola su un tavolino adiacente all'ingresso insieme alle chiavi di casa e della macchina, e alla ricevuta del conto, che aveva disposto sotto il piatto dei cappelletti, mentre i vestiti gli aveva riposti in ordine sopra il letto. Io ero nudo e non mi andava di mettermi i vestiti.
Come ti chiami? Le avevo di nuovo chiesto abbandonando finalmente i formalismi del Lei.
Ancora una volta con un semplice sguardo era riuscita a far sembrare inutile una domanda che a dirla tutta non lo era affatto.
E adesso che si fa? Le avevo poi detto, rinunciando al nome.
Tu che vuoi fare? mi aveva risposto.
Ed ecco…dopo che ero venuto mi resi conto di questo, tante cose non sarebbero più state le stesse; da quel momento in poi avrei dovuto fare i conti con cose di cui avevo una conoscenza solo vaga. La solitudine ad esempio. 
Poi all'improvviso erano entrati, sbattendo la porta, il proprietario del locale con Ganesh e con la donna che stava fuori dalla porta, che era la più infuriata di tutti. Mi lasciai sorprendere, decidendo che non avevo nulla da spiegare. Ganesh lo chiamano così perché ha un naso e delle orecchie che ricordano un elefante. Mi ha infilato in bocca la sua proboscide, facendomi molto male, e mi ha tirato fuori il diamante, in quel momento ho sentito la lingua, la gola e tutto quello che arrivava alla bocca venire risucchiato dentro di lui, dopodiché sono scomparsi tutti. Ecco come sono rimasto da solo.

 

 

 

Tutti i racconti

4
4
40

Il gatto e il topo 1/2

29 December 2025

“Il mio desiderio più grande è vedere un topo che mangia vivo un gatto. Prima, però, dovrebbe anche giocarci abbastanza a lungo.” Da “Il gatto e il topo”, Elias Canetti, 1973 Non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambiare così in fretta. Fino a pochi mesi fa vivevo in un piccolo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
5
47

Manuale di Zoologia Urbana

Sopravvivere tra Broensis e Ironicus

Miu
29 December 2025

PROLOGO Prima di leggere questo estratto del mio Manuale di Zoologia Urbana serve una piccola prefazione. I nomi latineggianti non sono lì per darmi un tono, ma per catalogare due tipi umani molto reali che mi capita spesso di osservare. L’Homo Broensis, per esempio, è il giovane moderno che vive [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Piaciuto. Credo che il primo esemplare non sia che lo stadio larvale del secondo, [...]

  • Dax: bello.Like

6
59
164

Il paese dei piccoli 2/2

28 December 2025

Il cambiamento avvenne in modo quasi impercettibile, come tutte le rivoluzioni profonde. Arrivò il compleanno di Orlan. Secondo la Legge della Statura, il giovane avrebbe dovuto iniziare a rimpicciolire a partire da quella data: un millimetro alla volta, quasi impercettibile, ma abbastanza per [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: si continua a parlare di guerra, ma il riferimento alla stessa non è [...]

  • Rubrus: WF l'unico istinto bellicoso che mi suscita la TV è quando vedo [...]

4
10
54

Nuovi Orizzonti - La consegna

Dax
28 December 2025

Max era affondato sulla poltroncina della cabina di pilotaggio, lo sguardo perso nel vuoto interstellare. La sigaretta elettronica sbuffava vapore viola che gli velava il volto. Doveva trovare un modo per salvare la creatura nella cassa… e sé stesso dalla Space Force. Non era affar suo, eppure [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo ai complimenti e ai fan di "nuovi Orizzonti"... We want [...]

  • Dax: @MarcoFanta.Grazie, errori di battitura sfuggiti. "trasalì" [...]

3
5
48

Il paese dei piccoli 1/2

27 December 2025

C’era una volta un mondo in cui il tempo scorreva al contrario. Non era il passato a farsi più lontano, né il futuro a venire incontro: erano le persone a rimpicciolire, anno dopo anno, recuperando a ritroso ogni stadio della loro crescita. Così, chi aveva accumulato saggezza ed esperienza non [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una prima parte davvero accattivante. Brava.

  • GiuliaCango: GRazie di cuore a tutti e a tutte per i commenti... mi piacerebbe fosse letta [...]

4
2
221

E tu, tu mi pensi mai?

27 December 2025

Ti ho pensato, sai? Ti ho pensato così spesso che a volte mi sembravi vero, mi sembravi intero, in carne ed ossa. Mi sembravi in piedi di fronte a me, col tuo odore e il tuo fiato dentro al mio. Mi sembravi vivo, si. Eri vivo. Eri così vivo che ad un certo punto ti ho stretto forte, ti ho abbracciato. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
35

L'Oltre

26 December 2025

D’amore e d’odio, sublimati e coscienti, vive la mia sfera. Luce e ombra si contendono il pensiero fatto materia. Ho perso la crisalide per superare ogni tempo e visitare ogni spazio. Non mi cruccio se gli dei mancano all'appuntamento. Procedo col mio bagaglio senza aspettare il treno. Corro spedito, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
35

La Statistica

26 December 2025

Che Adelmo avesse qualche rotella fuori posto lo pensavano in tanti, ma dopo ciò che accadde non ci furono più dubbi. Quando andava in centro gli capitava di incontrare quei gruppetti di persone che “giocano” alle tre campanelle, nota truffa studiata ai danni dei turisti. Lui passava delle mezz'ore [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • VittorinaPerbo: Bel racconto che parte con tutta la serietà di un esperimento di un [...]

  • Rubrus: Mi ricordo un episodio, cui non ho assistito direttamente, ma riferito da persona [...]

6
5
37

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
11
188

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

  • Lawrence Dryvalley: Rinnovo like. Rileggendo il mio precedente commento, forse non sono stato molto [...]

8
6
45

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
7
186

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Bello Bello.Like

  • GianlucaEgo: Bello l inizio di questa fiaba con l aiutante che è una figura della [...]

Torna su