Era un nome strano. Anzi. Era un nome sbagliato.

«Non si dovrebbe usare una lingua morta per il primo insediamento umano su un nuovo pianeta» disse Charles.

Burgess guardò la scritta sopra l’ingresso dell’astrofaro senza rispondere. 

«“Beata solitudine”» insistette Charles «Mi domando come tu abbia potuto resistere per tutto questo tempo». 

Burgess alzò le spalle «Ci si abitua».

«Suppongo di sì» disse Charles. “Suppongo” era la parola giusta. Peccato che, nel rapporto, non l’avesse usata. Burgess Meredith, unico sopravvissuto della prima spedizione, non mostra segni di squilibrio. Anche se la morte degli altri sei membri lo ha scosso, le sue capacità operative non appaiono compromesse. È riuscito a mantenere in funzione le apparecchiature vitali a descrivere con precisione le disfunzioni dell’astrofaro e a informarci del pericolo. Questo aveva scritto Charles. 

Però. Però. 

Contemplò la pianura rossastra e desertica che si stendeva per migliaia di chilometri in ogni direzione. Era come fissare un morto negli occhi. E Burgess lo aveva fatto per tre anni terrestri. 

Da solo.

«Diamoci una mossa». Burgess si avviò all’ingresso dell’astrofaro. 

Charles esitò. Gli vennero in mente tutti i racconti sugli alieni ostili. In molte di quelle storie gli extraterrestri erano in grado di assumere un aspetto umano. Naturalmente, non s’era trovata traccia di nessun ET in tutto lo spazio conosciuto. Meno che mai lì, su Proxima B. 

Però. Però.

«C’è un sacco di lavoro da fare» insistette Burgess. 

Certo, quello era il trucco. Mandare avanti da solo una stazione extraterrestre che, in teoria, richiedeva il lavoro di sette persone per funzionare, teneva la mente occupata. Non c’era tempo di pensare a...(niente). Giusto. Il niente che c’era là fuori.

Charles seguì Burgess dentro l’astrofaro.

«L’hardware funziona» tagliò corto Burgess «è il software il problema».

«Eccesso di prudenza» convenne Charles. Poi, a voce più alta, come se volesse convincere se stesso: «D’altra parte, se fossimo stati troppo prudenti, non avremmo colonizzato nessun pianeta».

I protocolli di sicurezza prevedevano che, non appena l’astronave dei coloni fosse uscita dal ponte di Einstein Rosen, l’astrofaro le inviasse le coordinate per l’atterraggio. Poteva capitare che il punto scelto originariamente non si rivelasse adatto. Malgrado droni e automi, certe decisioni potevano esser rimesse solo agli umani. Le prime spedizioni, come quella cui Burgess apparteneva, dovevano confermare che il luogo scelto come primo insediamento poteva ospitare centomila coloni. Se il sito non si fosse mostrato adeguato, la prima spedizione avrebbe dovuto trovarne un altro e trasmettere le nuove coordinate. 

Su Proxima B non era successo nulla di tutto questo.

Il problema aveva riguardato la prima spedizione stessa. Una disfunzione dell’impianto di climatizzazione aveva provocato un’esplosione e tutti i membri dell’equipaggio, tranne Burgess, erano morti.

Burgess aveva rimediato al disastro e chiesto aiuto.

I protocolli prevedevano che l’invio delle coordinate all’astronave dei coloni – sia che si trattasse di confermare quelle vecchie, sia di trasmetterne di nuove – potesse essere compiuto solo da due esseri umani contemporaneamente. “Come per il lancio dei missili nucleari” era il commento abituale. 

Charles era stato spedito in fretta e furia su Proxima B perché, per inviare la conferma, c’erano solo sei ore di tempo, dopodiché l’astronave dei coloni sarebbe uscita dall’iperspazio e sarebbe atterrata. Col 30% di possibilità di schiantarsi contro un cono vulcanico la cui altezza era stata sottostimata. 

Centomila vite.

E si poteva dire che Burgess le avesse salvate da solo.

Però. Però.

Charles girò la chiavetta e sul display apparve lo spazio in cui inserire i dati.

«Dieci minuti di anticipo» disse. Si accorse di essere sudato e di avere le membra irrigidite. Si alzò stiracchiandosi e gironzolò dentro la stanza di controllo. Indicò una teca. «È un terrario, quello?» chiese. 

«Molti non li amano» confermò Burgess alle sue spalle. 

Charles si avvicinò alla teca. Quattro lucertole si muovevano a scatti, intente alle loro misteriose occupazioni da rettile. 

La sedia di Burgess scricchiolò. «Jenna aveva un cane, ma è morto nell’incendio» disse.

Charles si mise davanti alla teca. Una lucertola si fermò ad osservarlo.

«Gli unici esseri viventi con cui ho avuto a che fare per tre anni. I cianobatteri che usiamo per la terraformazione non li conto» disse Burgess. La sua voce era più vicina. 

La lucertola cacciò fuori la lingua.

«Dopo un po’, scopri di avere con loro in comune più di quanto pensavi» continuò Burgess, alle spalle di Charles.

Alieni – pensò Charles – li cerchiamo nello spazio, e invece…

L’occhio della lucertola era fisso e imperscrutabile. 

Come quello di un morto. 

Come quello di Charles dopo che la chiave inglese di Burgess gli ebbe fracassato il cranio.


 

Burgess inserì le nuove coordinate.

L’astronave dei coloni non si sarebbe schiantata. 

Il sole di Proxima B l’avrebbe fusa prima.

Solo.

Ancora in pace. 

Ancora per un po’. 

Tutti i racconti

1
2
19

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: Bellissima pagina.
    Togliendo tutti gli orpelli Dario Mazzolini va all'essenziale [...]

  • Rubrus: Un presepio contemporaneo, in sostanza. Personalmente, non ci vedo nulla di [...]

4
2
16

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Grazie Gennarino.
    Sei una di quelle rare e belle persone "easy [...]

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

8
11
53

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Andromeda: Like. Che bel racconto! Simpatico, scorrevole e col sorriso sul finale.

  • Walter Fest: Smoki mi piaci maggiormente perche' interagisci e offri spiegazioni dei [...]

2
5
29

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
29

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
30

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

1
1
31

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
2
31

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    la seconda ed ultima parte di questo racconto segna una netta discontinuità [...]

  • Davide Cibic: Ciao Paolo,
    ad accennare all’amore in genere non si sbaglia. Parlarne [...]

2
4
43

COABITAZIONE - 1/2

Momenti di convivialità tra nonsense e umorismo

19 December 2025

Il coabitare, ossia il terriccio su cui fiorisce il nostro vivere insieme. La coabitazione è il coabc della società, è la base e l’altezza un po’ di tutto, in particolare di ogni strumento urbanistico. E’ impensabile infatti che la totalità degli individui associati usufruisca di un alloggio a [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Davide Cibic: Grazie per la lettura, Dax. Per il futuro prometto qualche snellimento, purché [...]

  • Dax: Tranquillo, non devi basarti sulla mia opinione.😂

3
6
42

IL NUMERO UNO

19 December 2025

La lunga striscia d’asfalto che stavo percorrendo, aveva appena salutato l’area metropolitana con le sue guglie di cristallo e le sue torri a scandire ritmi e tempi del prepotente e recente sviluppo urbanistico della città. L’incombente presenza del cemento era, solo in parte, ingentilita dai numerosi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

6
4
47

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
13
61

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su