Il mio petto si sollevava e si abbassava con potenti colpi del cuore che si stavano affievolendo poco a poco cosi come il nostro respiro. 

Il ciondolo in biscotto a forma di coguaro, che avevo al collo, pareva correre veloce. 

Deborah si scostò un ricciolo appiccicato alla fronte umida ed estrasse una sigaretta senza filtro dal pacchetto. 

Odio l’odore di fumo che si insinua nelle lenzuola. 

Vide la mia espressione contrariata.
“Però l’odore di fumo sul pelo tra le mie gambe ti piace!” - ribatté al mio pensiero.
Richiuse lo Zippo con abilità. 

Una nuvola caramellata avvolse il suo sorriso e il nostro bacio. 

“Ti amo, tanto” – mi sussurrò tra un bacio e l’altro. Io abbassai lo sguardo per un attimo. “Per questo ti amo. Ci scambiamo pelle, sudore e lingua con svergognata passione e poi arrossisci come un bimbo, quando ti dico che ti amo. Tu sei il mio uomo! Timido e forte”.
Scorrevamo l’uno nelle vene dell'altro. Avevamo deciso di non lavarci né depilarci per 15 giorni. Di conservare gli odori reciproci per gustarceli. Amore primordiale, primitivo, animale. 

L’idea era sorta spontanea. 

Era in programma un viaggio in Perù. Due importanti musei, uno italiano, il MIC, ed uno peruviano, detentori di ricche collezioni di ceramica precolombiana, stavano collaborando nelle attività di studio di un sito di recente scoperta. La partenza era per il giorno successivo. E così, per prepararci alla carenza delle usuali comodità, avevamo assunto tale decisione. Alla scarsa igiene ci saremo potuti abituare, ma non al fatto che tale circostanza compromettesse la nostra divertente attività sessuale.

Da quando ci eravamo conosciuti, alcuni mesi prima, non riuscivamo a trattenerci. La noiosa relazione al convegno sulle ceramiche precolombiane, non per l’argomento, ma per il tono soporifero della voce del relatore, ci obbligò ad una celata fuga dalla sala conferenze del museo, alla sezione espositiva. 

La prima frase che mi rivolse, con un velato rossore, davanti ad una teca con ciotole dell’età del bronzo, fu un sussurro, con gli occhi a terra: “Sono tutta bagnata!” E volse lo sguardo nel mio. Le fu sufficiente guardarmi negli occhi per comprendere, non il mio rosso stupore, quanto la consistenza della mia contestuale eccitazione. 

La reciproca vicinanza scatenava ogni fantasioso appetito che puntualmente veniva soddisfatto. 

Le sue labbra parevano sempre imbronciate e adoravo il suo sorriso. Quell'incisivo scheggiato le conferiva un’aria maliziosa e sbarazzina. Le forme benché abbondanti erano proporzionate e calamitavano l’attenzione, anche perché le evidenziava con accurato abbigliamento. I folti capelli ricci, ingovernabili, e lo sguardo spiritato la rendevano simile ad una moderna Gorgone. Mi avevano sempre affascinato, quelle tre sorelle, specialmente Medusa e Deborah avrebbe sicuramente pietrificato con il suo geloso sguardo chiunque avesse cercato di intromettersi nel nostro intimo idillio, a meno che non fosse stata ella stessa a permetterlo. Sotto l’orecchio destro un piccolo tatuaggio della stella a sei punte e la scritta Giudici 5.5. e un'ape. 
Deborah ed io non eravamo due accademici, ma due manovali della ricerca. Nessuna laurea specifica adornava i nostri curricula. Deborah aveva frequentato il Dams e poi aveva conseguito la laurea in storia. Io mi ero laureato in giurisprudenza ed in lettere classiche. Suo padre era un magnate delle energie rinnovabili e Deborah beneficiava dei cospicui utili della società che utilizzava per finanziare ricerche, in ogni ambito culturale. Quell’anno la scelta era il progetto “Ceramica”.
Quando mi raccontò del suo stile di vita e quali attività ne aveva posto a fine, ne fui affascinato. Non solo l’intesa fisica, ma anche quella culturale ci prese per mano.
“I miei soldi bastano per entrambi”, mi rassicurò, consapevole che non ero un approfittatore.
Si era appassionata alle ceramiche precolombiane dopo una visita al MIC espositore di una vasta collezione e della scoperta del museo Larco di Lima che ne possiede la più ricca a carattere erotico. E così iniziammo a comporre e ad organizzare la spedizione. Notti insonni tra carte e lenzuola non consumarono l’entusiasmo.
La notizia che l’equipe di studiosi aveva raggiunto il sito e scoperto una meraviglia ci obbligò a partire. Nulla sarebbe proseguito in assenza della finanziatrice.

Tornato il cuore ai suoi settanta rintocchi al minuto, Deborah accarezzò il giaguaro trattenuto al mio collo da un resistente laccio in cuoio e mi chiese di raccontarle, ancora una volta, la sua storia. Introdussi con un lieve sorriso e abbracciai la sua testa sul mio petto. Il suo seno morbido al mio fianco. 

Le sue dita giocherellavano con l’animale. Quello al collo.
“Siviglia, agosto 1978, Plaza de Toros de la Real Maestranza, alle cinco de la tarde, durante lo svolgimento di una corrida. Avevo 9 anni.
Il caldo era intenso. Poiché non vi era disponibilità di tre sedute contigue, mio padre, mia madre ed io, prendemmo posto ciascuno separato dall’altro. Io mi sedetti al numero 112. Al mio fianco una signora elegante, con una gonna verde e blu, rimase in religioso silenzio durante i primi due tercios (de Varas e de Banderillas), quando iniziò il tercios de Muerte si scatenò in rumorosi incitamenti, in spagnolo, a favore del toro augurando al matador la sconfitta. Evidentemente, anche il supporto di un unico spettatore infuse fiducia nella muscolosa bestia che poco dopo travolse il torero scaraventandolo a terra ad alcuni metri. 

L’immediato intervento dei banderilleros, evitò il peggio. Il torero si rialzò in piedi spolverandosi. 

La signora perse interesse e si rivolse a me: “Ola, como te llamas, nino?”
Essendo già in Spagna da quindici giorni, per un viaggio itinerante, nei campeggi di Madrid, Malaga e Cordoba, giocando con altri bambini, avevo appreso qualche vocabolo e frase idiomatica, così risposi con sicurezza: “Mi nombre es Andrea! Yo soy italiano!”
“Bueno! Mi nombre es Ayaua e soy peruviana!” - mi sorrise. Un sorriso strano, mi parve. Familiare, sensuale, misterioso e narrante, lo definirei ora. Al collo aveva un ciondolo verde a forma di drago, simile a quello in giada che mia madre si legava al polso. Indossavo una maglietta rossa con l’immagine di un leone dolorante con la spina in una zampa e la scritta “Help me!” 

La signora, in italiano, mi disse che aveva un dono per me, frugando nella voluminosa borsa estrasse un piccolo involucro, delle dimensioni di un biscotto e me lo porse. “Mai caramelle dagli sconosciuti!” – mi si accese a caratteri cubitali e lampeggianti. Non era una caramella, ma questo giaguaro. Ayaua me lo allacciò al collo e da allora è ancora qui. Mi disse che era un talismano e che mi avrebbe protetto da ogni male.  

Ammonì che non avrei mai dovuto toglierlo, se non quando fosse stato necessario. E che tale momento sarebbe stato a me chiaro”.

Tutti i racconti

1
1
10

Il treno 2/2

15 September 2025

Corse alla porta di comunicazione tra i vagoni, ma anche quello successivo era vuoto. Stava correndo a perdifiato per tutto il treno e stava arrivando alla locomotiva: non era possibile. Era fuori di sé e quasi fece cadere il capotreno. «Oh, mi scusi» disse. «Di nulla, signore» rispose il capotreno. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
1
7

La bambina

15 September 2025

Ma cosa hanno tutti! Il capoufficio pretende termini entro sera le pratiche che mi ha appena assegnato. "Questo ufficio non è un ente pubblico dove il lavoro procede rallentato: nel privato, dovrebbe saperlo signorina, è necessario rispettare i tempi” sentenzia dall’alto del suo metro e novanta, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
1
5

Megan 2/2

la ribelle di Scozia

15 September 2025

Finito di dare gli ordini scese dalla torre e si accinse a prepararsi. Il suo scudiero lo aiutò a indossare la sua armatura. I pochi raggi di sole che uscivano dalle nubi la facevano risplendere di una luce sinistra, tanto era lucida. Il ponte levatoio si abbassò e iniziò la sfilata dei cavalieri, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
7
30

Il treno 1/2

14 September 2025

Marco Levratti, prima di salire sul treno, si diede una sistemata al nodo della cravatta e si ravviò i capelli. Aveva un appuntamento importante a Milano per un nuovo lavoro e ci teneva a presentarsi al meglio. Guardò l’orologio al polso e vide che erano le nove del mattino: perfetto, sarebbe arrivato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
3
21

Senza Ombrello

14 September 2025

Seduta accanto alla finestra, con la tenda leggermente scostata, guardava la gente camminare in fretta sotto la pioggia, gli ombrelli aperti. Facce tese, seccate, si vedeva che maledicevano le macchine parcheggiate male, alcune con le ruote sopra il marciapiede, muovendo le labbra nervosamente [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
15

Megan 1/2

La ribelle di Scozia

14 September 2025

I due schieramenti si erano attestati sulle proprie posizioni. Da una parte c'erano gli assalitori. Un esercito eterogeneo di ribelli scozzesi, che avevano preso possesso di una collina in formazione compatta. Erano armati di lunghe aste, spade, archi e frecce, molti avevano soltanto forconi e [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
5
33

Comunque delicato

Poesia con riferimento a questo sito Letture da Metropolitana

13 September 2025

Vuoi solo leggermi. I tuoi sensi posare su di me, farli scorrere lungo le parole nel loro verso tradizionale. Per, torno a ribadire, distrarti con una lettura leggera. Questo è quello che cerchi. In fondo non hai tutti i torti, questo sito si chiama Letture da Metropolitana. Si pubblicano [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: Bene Riccardo e allora in appendice spiega la tua ispirazione e ti dico ancora [...]

  • Ondine: Nel rispetto di tutti e senza toni offensivi verso i lettori, lo scrittore [...]

1
4
23

IO

Senza trucco.

13 September 2025

Non è che siamo tutti delle marionette in un grande spettacolo comandato da giganti? Siamo noi, forse, i nanerottoli? E se noi fossimo i giganti dei folletti? Saremmo sicuramente la via di mezzo: né troppo grandi né troppo piccoli. E se tutti noi schiacciamo ogni giorno i più piccini? Mi preoccupo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Chiara perdona la mia schiettezza che magari ti sembrerà fuori luogo. [...]

  • Ondine: Cara Chiara, ognuno a modo proprio, a secondo dei momenti che si attraversano, [...]

2
3
19

Cartometraggio Di Solitudine

13 September 2025

Nella culla d’ombre, la solitudine s’adagia, tra veli di silenzio e sospiri che non trovano casa, come eco lontano su scogli di desiderio, levigati dal tempo e dalla sete di ciò che non fu. S’inarca l’anima in spire di vetro, fragile architettura di sogni spezzati, mentre [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: La chiusa basterebe giá. Per il mio gusto. like.

    "E l’ombra, [...]

  • Walter Fest: Laura tu lo sai da sempre quello che simpaticamente e fraternamente ti contestai. [...]

8
10
50

Una favola a lieto fine. Col Cavolo... 2/2

12 September 2025

Cinque anni dopo, un vascello, carico di merce e con una decina di ragazzini urlanti a bordo, fece il suo ingresso nel porto del paese, mentre un po’ distaccati, al largo, c’erano un centinaio di velieri da guerra, armati con 100 cannoni pronti a far fuoco: era il Re Gervasio IV, che ritornava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie a tutti.
    L'ho scritta come se la stessi raccontando ai miei [...]

  • Lawrence Dryvalley: Once upon a time... Vegan Edition! 😅🤣 Bella Zero, piaciuta la favola ma continuano [...]

7
14
45

Il cinghiale delle cinque

12 September 2025

Non so che ora sia. Forse è già mattina, ma non lo so con certezza. Un momento fa dormivo profondamente, e adesso sono sveglia. Completamente sveglia. Con un peso sul petto. Ci metto qualche secondo a rendermene conto. È come se qualcosa mi premesse contro il materasso, impedendomi di respirare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: Brava brava brava, ti ho apprezzata dal tuo primo racconto, e c'e' [...]

  • Surya6: Grazie a tutti. In verità l idea non nasce dalla pubblicità del [...]

22
9
93

Non solo Rolex

una beneficenza "originale"

12 September 2025

L'idea era semplice. Bastava essere in due. Una bella coppia ben vestita. Blazer e regimental per lui, outfit decisamente più modaiolo per lei, con qualche audace trasparenza. Il solito cliché del maschio benestante, che al villone al mare, alla macchina di prestigio, e al Rolex di ordinanza aggiunge [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ondine: Arrivo in po' in ritardo, hanno già detto tutto e ho condiviso i [...]

  • Aaron: Grazie Paolo per avermi citato nel tuo discorso di accettazione dell'Oscar! [...]

Torna su