Bassina, rotondetta, comunicativa con toni ultra squillanti, più ciarlante che semplicemente parlante, Anna Vicinanza era un’indigena del quartiere periferico di P. nella città di S., luogo natale di cui ella esaltava, con orgoglio campanilistico, le bellezze e i pregi e ometteva bruttezze e difetti.

Negli anni ottanta-novanta questa donna, allora quarantenne-cinquantenne, era sposata con Antonio, un piccolo uomo impiegato statale, modesto, schivo, molto silenzioso, tanto da proferire verbi praticamente pari a un quarto del continuo favellare, non di rado a raffica, di sua moglie. Il figlio unico dei due, Claudio, studente universitario con buon profitto ma più portato al nozionismo e con una tendenza acquisita dalla linea materna ad essere saccente, bilanciava comunque una certa maturità che gli derivava dall’impronta paterna. 

   Quando usciva di casa lei, disoccupata a tempo pieno, che si era ritirata dalla scuola senza arrivare al diploma di istruzione secondaria di secondo grado per i suoi complessi e, in particolare, perché si sentiva perseguitata dagli insegnanti, riempiva il suo rione di “buongiorno, signo’ – buongiorno don – buongiorno di qua e di là”. Anna di tanto in tanto la mattina usciva in compagnia del padre don, un altro don, Ernesto, grande dispensatore pure lui di saluti al prossimo conosciuto.

Genitore popolano “grossier” manovale ferroviere in pensione, che aveva tipiche espressioni di “raffinatezza” quando, per esempio, dava il suo giudizio/marchio per una persona incapace o debole o tremebondo, facendosi uscire dalla bocca florilegi tipo un “me pare proprio ‘nu cazzo!”. Questo mentre Amelia, madre di Anna, altro “pozzetto di ignoranza”, si cimentava, sempre a titolo di altre esemplificazioni, nel dare spiegazioni come “quell’auto è modello Caviale”, ridisegnando così il reale “modello Vignale”. 

    La piazzetta, la strada principale e quelle circostanti che  rientravano nel percorso dei Vicinanza padre e figlia, per ritornare alla questione di cui sopra, dunque, risuonavano piacevolmente delle loro esternazioni comunicative; difficilmente le persone che rientravano nella loro cerchia e che gli “capitavano a tiro” riuscivano a sfuggire o evitare quei messaggi lanciati a bocca sorridente ed occhi molto aperti. Cio’ si esplicava fuori, nell’ambito degli incontri brevi con amici e conoscenti; all’interno delle mura domestiche e non solo, per contro, si generavano altri discorsi, altri scenari. Quando la figlia di Ernesto Vicinanza  parlava, intanto e dovunque si trovasse, argomentava, chiacchierava, in più occasioni “a schiovere”, saltando come un canguro da un qualsiasi tema a un altro, poco o per niente collegato, in maniera disordinata. Faceva una “mmescafrancesca”di parole, poco coerenti e lineari in contesti e situazioni di ogni genere. E per sovrammercato si disorganizzava pure nella gestione della propria magione, comportandosi più da “casalinga che fa disperare” che da “casalinga disperata”. Le sue risate erano corte, sonore e scattanti, a scoppiettio, provocate e messe in atto da un latente squilibrio nervoso; un abituale o casuale interlocutore le poteva subire e sentire rimbombanti nei timpani. 

    La donna, per deduzione conclusiva, menava e conduceva la sua esistenza in bilico oltremodo precario sul filo del raziocinio e della logica. E così avvenne che, per una serie di vari motivi accumulati, una cugina di suo cognato trovò un’ispirazione e contrassegno’ Anna Vicinanza con l’appellativo-soprannome “ ‘a scumbinata”. Le rimase tale definizione come un chiaro segno identificativo e, si è certi, nell’ambito di chi la conosceva, che risultò quantomeno appropriato. 

 

 

Carlo Giarletta

Tutti i racconti

4
3
17

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
3
20

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
6
29

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
5
19

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Maria Merlo: Molto bella davvero. Like.

  • ducapaso: Paolo, Filiberto, Dax, Maria a voi un grande abbraccio di ringraziamento, temevo [...]

6
7
53

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • FuoriFuoco: Grazie a tutti. L’idea era proprio quella di partire da una situazione [...]

  • AliDiNotte: Bello mi piace il finale rassegnato ma anche di chi ormai si arrende e fa un [...]

3
9
49

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

3
2
32

CENTRALE PARANOICA 9

HARD STONED BOY

15 December 2025

Hi, qui è la centrale paranoica. Non va benissimo, hanno fiutato l’intruso e mi cercano. Non sanno chi sono, cosa sono e che faccio, così ad ogni buon conto ci provano a sterminarmi. Intanto hanno sigillato lo Psychotronic e sparso una specie di DDT digitale tutt’attorno all’area... E che mai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    scrivi bene e lo sai.
    Ti piace provocare scandalizzare se [...]

  • Dax: Un racconto eccentrico. Fatico a comprenderne il senso..Like

3
4
43

Prima di casa

15 December 2025

«Mio Dio! Ancora tre ore di macchina devo fare!» pensò, lo sguardo fisso sulla strada oltre il parabrezza. Il tramonto incendiava il paesaggio di un rosso vivido: sarebbe stato romanticissimo goderne accanto alla sua compagna, magari con un drink in mano. Invece eccolo lì, solo, a guidare verso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: bello, intenso...mi spiace per il protagonista 😢.
    like

  • Rubrus: Come dicevo, rieccomi. Devo dire che per un habituè del genere avevo [...]

4
6
45

Carta straccia

14 December 2025

Guidavo quella Cadillac diroccata, che sbuffava fumo grigio. Avevo lasciato Billy, mi inquietava parecchio. Stava al quindicesimo piano con il suo strano gatto siamese, quello con una splendida eterocromia iridea. Aveva cambiato la serratura di casa almeno tre volte, ma qualcuno era riuscito a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
40

Pensieri sulle persone

Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

14 December 2025

Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: benvenuta, ed un buon esordio.
    cerca un nick rispetto all anonimato 🤗
    identifica [...]

  • Smoki: Per fortuna le relazioni mutano assieme alle persone. Se rimanessero sempre [...]

2
4
40

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
36

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

Torna su