«Mi dispiace» mi dice con tono distaccato, come se stesse liquidando della merce invenduta.

Ha parlato per diversi minuti ma tranne la parola LICENZIATA non sono riuscita a cogliere altro. È seguito un attimo di silenzio interrotto solo dallo squillo del cellulare. Ha risposto subito, grata a chi la chiamava di averle dato una scusa per allontanarsi dallo tsunami emotivo che una notizia del genere, in una persona mediamente normale, provoca.

In realtà non l’ho presa male.  Il dolore, così come la felicità, non mi sconvolgono più in modo irrimediabile. Avrei potuto piangere, arrabbiarmi, rivendicare il mio diritto al lavoro e invece sono rimasta zitta: i gomiti poggiati sul bancone e la mente impegnata in un veloce calcolo degli anni che questo luogo mi ha rubato. 

 

Mi chiamo Paola e lavoro -lavoravo- in un negozio di biancheria per la casa. Da anni, servo sempre la stessa tipologia di clientela: casalinghe, anziane, donne in procinto di sposarsi. I gesti, le procedure, perfino le parole dette sono, nel tempo, rimaste invariate.

Dicono che ciò che fai non definisce chi sei, ma io non sono d’accordo. Al diavolo la psicologia da manuale: il lavoro dice molto di sé. Di me per esempio rivela che sono una persona che si accontenta (vero!), poco coraggiosa (vero anche questo) e che non amo le deviazioni (potrebbe essere diversamente?). 

Ho spesso invidiato chi aveva le idee chiare fin da bambino. Ho provato gelosia per chi credeva nell’adagio SE TI IMPEGNI CE LA FAI. 

Sciocchezze, specchietti per le allodole!

Cosa succede se la tua volontà è fiaccata, se la forza di arrampicarti al muro delle possibilità, per vedere cosa c’è dall’altra parte, proprio non ce l’hai? Accade che ti accasci, come un vecchio troppo stanco. Da questa consapevolezza possono derivare le più grandi tragedie. Mi chiedo come fanno a non accorgersene tutti questi professionisti del benessere, i guru che hanno sempre la risposta pronta per tutto.

Io, voglio rivendicare il mio diritto a trascinarmi nella mia esistenza vacua come una barca in balia delle correnti. Voglio poter ammettere che non ho tutta questa determinazione, perché nessuno mi ha mostrato come si afferra un sogno o perché, semplicemente, non mi è stato offerto in dote dal mio patrimonio genetico.

Questa sera vado via un po’ prima. Ho lasciato le chiavi dentro il negozio e abbassato, per l’ultima volta, la saracinesca. Per me, non ci sono applausi, ringraziamenti, manifestazioni di stima. A pensarci bene, il tempo perso per niente è ciò che, in questa storia, mi brucia di più.

 

Mentre mi avvio a casa vedo una locandina. Corso di teatro, c’è scritto su.

Entro, come spinta da una forza misteriosa che non sono in grado di arrestare. Sarà la disperazione mi dico. Ecco, alla fine ha bussato anche alla mia porta.

Dentro, le luci soffuse e l’odore di truciolato mi restituiscono un ricordo di quando ero bambina e prendevo parte alle recite dell’oratorio. Allora, mi piaceva nascondermi nelle vite degli altri. 

«Salve». Dall’oscurità emerge la figura di un uomo. Sembra sgualcito, spento, eppure il timbro della sua voce è così caldo e squillante da ipnotizzarmi.

«Io… io non so perché sono entrata» ammetto con noncuranza. Il rossore sul viso tradisce l’imbarazzo.

«Facciamo corsi di teatro, mimica, dizione. Anche per adulti. Secondo me tu ha talento» mi dice ispezionandomi con la coda dell’occhio. 

«Non credo, sono una persona riservata…»

«No, non lo sei. Stai solo recitando un ruolo.  A un certo punto della tua vita hai deciso che questo era il più rassicurante e – adesso – non riesci più a scrollartelo». Ha dei modi di fare così gentili che non riesco a prenderla sul personale anzi, mi fa sorridere l’idea che uno sconosciuto plani sulle mie emozioni in modo tanto leggero.

«Avanti, chi o cosa ti piacerebbe essere?» incalza mettendosi seduto sul pavimento in modo teatrale.

«Vorrei essere una gomma, per cancellare tutto quello che non va. Nelle persone, nel mondo…». dico di getto, impressionata dalla facilità con cui la lingua precede la mia reticenza.

«…In sé stessi» mi interrompe. Si rialza di scatto, prende la mia mano e mi conduce sopra il palco. Lo seguo, cortese e curiosa come Alice con il bianconiglio.

«Qui puoi essere tutto quello che vuoi. Non devi cancellare. Puoi riscrivere». 

Sorrido. Posso essere diversa ripeto iniziando a prendere confidenza con una possibilità che non avevo mai contemplato. 

A volte si ha solo paura di potersi dire che si può cambiare. A volte una perdita diventa una scoperta.

Tutti i racconti

7
6
21

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

6
15
20

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Dax: Bello...ma la bottiglia con il veleno quando l'aveva preparata?E per chi?Like

  • Maria Merlo: Grazie per il commento, Dax. Cerco di rispondere alla tua domanda. Lei studia [...]

2
2
26

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    dark man il famigerato uomo nero dei tempi in cui il politically [...]

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

2
9
57

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Zio Rubone (Ezio Bruno): Caro Simone, la tua "puttana di Centocelle" mi è piaciuta [...]

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

2
2
29

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

12
9
34

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

13
4
39

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
7
37

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
28

Una giornata a Chiari 2/2

27 November 2025

Quando si voltò verso di me, Luca aveva addosso un’aria strana. Gli occhi gli brillavano di una luce nuova, come se quell’incontro improvviso avesse risvegliato qualcosa. “Questa è Micol, ci siamo conosciuti ai tempi dell’università”, annunciò. “Piacere”, dissi. Le parlai dei miei racconti e le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • GustavLebo: grazie dei commenti

  • Dax: Carino, carico di nostagia... però Micol è vstata scortese alla [...]

27
29
204

Todos Hotel

Come il vetro

27 November 2025

Un pomeriggio, era domenica, alla mia porta in ospedale si affaccia uno dei tanti in camice bianco. Capelli cortissimi e grigi, naso importante, sguardo limpido. Sorride. Premurandosi di non essere invadente. Quasi senza voglia di piacere a tutti i costi. Misurato nei gesti infonde nell'aria una [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
8
36

Intervista con il Destino

26 November 2025

- Buonasera e grazie per aver accettato questo incontro. Innanzi tutto mi lasci dire che sono piacevolmente sorpreso di trovarmi di fronte a una donna. - Non capisco la sorpresa, è ancora vivo. Se il Destino fosse maschile l'umanità sarebbe scomparsa molto tempo fa. - Non fa una grinza. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A proposito di incidenti, giusto oggi ho ritirato il verbale dell'incidente [...]

  • La Gigia: Molto carino, originale e con un dialogo ben strutturato.

3
11
31

Una giornata a Chiari 1/2

26 November 2025

“Allora vieni?”, mi chiese Luca qualche giorno prima. “Mah, non lo so… vedrò come sono messo sabato”, gli avevo risposto quando mi aveva telefonato. Il giorno prima mi aveva chiesto di andare con lui al Festival della Microeditoria di Chiari, in provincia di Brescia. Non sapevo se sarei andato, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su