Volavano in perfetta formazione. Jacob “Jack” Armstrong e Jonathan “Joe” Carter costituivano una “wing”.

Arthur “Knight” Norton e Michael “Mick” Brockburn un’altra “wing”.

Compagni e amici sin dall’accademia. I quattro Phantom sorvolavano l’area a sud di Saigon. Normale routine. Una semplice “patrol mission”, il cui scopo non andava oltre la semplice deterrenza. Era, quello, un momento di magica stasi nel conflitto. Forse la calma prima della tempesta. Forse, la fine di quell’inferno.

Al circolo ufficiali nessuno aveva il coraggio di confidare il proprio reale pensiero. La realtà, dietro lo schermo dell’ipocrisia, era che tutti quanti ne avevano le scatole piene di quel conflitto, di cui nessuno comprendeva il significato, e né tantomeno l’evoluzione.

I quattro amici si ritenevano fortunati. Nonostante il loro velivolo avesse funzioni multiruolo, essi erano costantemente impiegati in missioni di superiorità aerea.

Di bombardare con il napalm le foreste per stanare viet kong, ne facevano volentieri a meno. Se mai la ferocia umana aveva un limite, quello era un ottimo candidato per superarlo.

Le taniche subalari erano una zavorra insopportabile durante il dog fight, ma l’amministrazione non faceva storie: in caso di necessità, potevano sganciarle senza problemi. Tuttavia il volo era fastidiosissimo, per via delle vibrazioni e delle improvvise amplificazioni degli scossoni da turbolenza.

Il velivolo era pesantissimo. O meglio. Non che fosse un biplano: l’F4 Phantom era lo stato dell’arte. Ma nelle manovre di combattimento aereo era pesantissimo e spesso soffriva contro i più lenti ma più maneggevoli Mig 17 o anche Mig 21.

Ma era una corazzata!

Un bestione capace di volare a Mach 2, carico come un carro armato. E nel combattimento, un ottimo incassatore. Trasmetteva al pilota un senso di onnipotenza. Knight lo aveva definito il “Rocky Marciano” dei caccia! Niente a che vedere con i fighetti sul F104. Gli “Starfighter”!

“Ma quali cacciatori di stelle! Quelli le stelle le vedono solo quando i Mig li prendono a calci nel culo” amava ripetere Knight.

Volavano a velocità subsonica. Tuttavia, anche a mach 0,85 un cumulo nembo ti arriva addosso all’improvviso! Quando fai 10 miglia al minuto, quei mostri hai giusto il tempo di vederli sul radar per dire “amen”.

L’orizzonte artificiale era impazzito; la navigazione a vista impossibile. Se il Giudizio Universale prevedeva una notte, poteva tranquillamente essere la notte di un cumulonembo. 8 miglia di altezza, con un’unica certezza: il punto di ingresso!

Per fortuna, nonostante un incessante fruscio da rumore bianco, l’intercom radio funzionava. Per capire se erano in volo orizzontale, l’unico modo era far cadere dell’acqua osservandone la traiettoria.

I fulmini!

Bagliori tanto intensi quanto immediati.

Utili giusto per ricordare che, da qualche parte, esisteva la luce.

E fu giusto una luce intensa. Questa volta persistente al punto da non dare requie, che fece capire loro che qualcosa era cambiato.

Era strano.

Il ritorno alla normalità dopo un cumulonembo.

Strana.

Ipnotizzante.

Il sole. Stranissimo.

Sembrava sdoppiato. Ma come minimo, il volo orizzontale era tornato ad essere qualcosa di stabile ed affidabile.

“Hey! Bandits at ten o’clock”

Mick aveva sempre avuto una vista eccezionale. L’unico a poter vantare qualcosa di simile ai venti decimi di Chuck Yaeger.

“La comunicazione con l’Air Command non funziona. Ma quelli non sono nostri!”

Joe era il comandante di missione.

“Separiamoci! Jack, in wing con me. Knight, spostatevi a destra”

La voce squillante di Knight si fece sentire in cuffia: “Hey compadres! Rock ‘n Roll!!!”

I postbruciatori illuminarono gli ugelli di uscita dei GE J79, spingendo i 4 F4 Phantom in volo supersonico.

L’avvicinamento fu pressoché istantaneo. I “banditi” non avevano nemmeno avuto il tempo di rendersi conto di essere tra due fuochi. L’intenso addestramento dei quattro piloti dava infatti i propri frutti: dopo la guerra di Corea, il comando USAF si era reso conto del fatto che i piloti facevano troppo affidamento sull’efficacia dei missili aria-aria. Il risultato fu che, dopo un primo momento di successo, i piloti degli F86 Sabre avevano iniziato a soccombere sotto i colpi dei piccoli Mig 15 i quali, per quanto inferiori, avevano messo a punto un'efficace manovra di evasione da attacco missilistico, e quindi potevano colpire duro con il caro vecchio “dog fight”.

Di necessità, le forze armate USA avevano dimostrato di aver sempre fatto virtù. Di conseguenza, sulla pelle di tante brave aquile, si era tornati ad un addestramento completo, che copriva sia la capacità di impiego dei sidewinder, che delle mitragliatrici di bordo.

Il padre di Knight era un veterano della guerra in Europa. Era “wing commander” e si era fatto le ossa sui P51 di scorta ai B17. Per lui, non c’era russo che potesse competere con i maledetti “Jerries” su ME 109 o FW 190 D, o con i “long noses” italiani. I dannati Macchi 202.

Ricordava i suoi racconti di battaglie aeree che non sembravano mai finire.

“Quando pensavi che fossero sconfitti, li vedevi tornare all’attacco! Animali da guerra. Peggio dei cinghiali. Erano fantasmi che sbucavano dal nulla, da ogni direzione. Con quegli aerei facevano quel che volevano! Erano dei bastardi dannatamente in gamba. Con quegli aerei ti potevano prendere anche a coltellate”

Ne parlava con ammirazione. Ed era stato sempre scettico, di fronte alle derive del Air Command in favore dello “Strike Beyond the Horizon” la tecnica che consisteva nel colpire il nemico quando era ancora fuori visuale.

“Certamente un giorno sarà la realtà. Ma le basi, rimarranno sempre le medesime della Grande Guerra: puoi anche andare a mach 2, ma ci sarà il momento in cui dovrai girare intorno ad una quercia per portarti alle spalle del tuo nemico”

I suoi ricordi di bimbo riaffioravano. Ammirava tantissimo suo padre. Lo aveva conosciuto quando aveva poco più di sei anni, quando tornò dall’Europa. Ricordava il sorriso beffardo alla rievocazione dei racconti sui kamikaze della guerra del Pacifico.

“Non hanno conosciuto i Sonderkommando Elba. Quando non ebbero più munizioni, quei bastardi ci lanciarono contro i loro aerei! Si gettavano contro i B17. Li tiravano giù, e poi se potevano si lanciavano con il paracadute, andavano a prendere un altro aereo e ci tiravano contro pure quello”

Le due wings convergevano da due direzioni.

Tutti i racconti

4
6
29

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Malinconico e ben scritto passaggio di testimone tra le generazioni. Piaciuto.

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

4
7
43

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Grazie Dax! 😄

    Non so che collegamento abbia fatto il mio neurone [...]

  • MichelaDS: "le rughette" <3 Ottimo anche questo racconto, Smoki, grazie! [...]

2
8
37

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
9
22

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una cosa del genere, sì. Ma chissà quante altre strade ci sono. [...]

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

4
6
35

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
5
21

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • thecarnival: mea culpa;) ops errore temporale ... ora la memoria continua a farmi cilecca [...]

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

6
9
37

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
30

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

8
8
30

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

10
26
38

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

  • Maria Merlo: Grazie, L.D. AVA è davvero forte. Strana coincidenza: io avevo chiamato [...]

4
4
30

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti... Piacevola fiaba dark dal sapore classico. Like. Ciao

3
11
66

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

  • Elena D.: Parole che evocano istantanee nitide. Perdermi in racconti e storie rimane [...]

Torna su