Franco non si faceva mai toccare i piedi. Non se li faceva neanche sfiorare. 
Quando questo accadeva Franco cominciava con una risata isterica, ma che dietro celava un estremo fastidio. 
A un certo punto dovevi smetterla perché leggevi nei suoi occhi che lo sclero era dietro l’angolo. 
Più di una volta gli educatori gli avevano chiesto perché gli desse così fastidio che gli venissero toccati i piedi. 
L’unica risposta che sapeva dare era: -i miei piedi non esistono. Mi da fastidio che qualcuno cerchi di toccare qualcosa che non c’è-. 
Gli educatori nella loro estrema supponenza decisero di tenergli un “tranello”. 
Chiesero a Franco di disegnare se stesso in figura intera. 
Sperando che disegnandosi “in toto” si rendesse conto che anche lui i piedi li aveva. 
Lui ci pensò un po’, chiese di rimanere solo e cominciò a disegnare. 
Ci mise due ore. 
E alla fine consegnò il disegno. Raffigurava Franco nel mare. 
Era nell’acqua, fino ai polpacci. 
I piedi non si vedevano.

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