Dopo un giorno, minuto dopo minuto, di solitudine, piano piano mi spogliai di ogni corazza, erano troppo pesanti, avevo bisogno di guardarmi dentro. Ma anche senza maschere la mia ombra anneriva il biancore dello sfondo, che si faceva sempre più grigio e tetro. Fu in quel momento che vidi una sottile vena di Blu arrivare dall’orizzonte. Era di nuovo lei, La Fanciulla Blu che con le lacrime agli occhi, come la prima volta si era fiondata tra le mie braccia, scavalcando ogni genere di corazza. Di cui ormai ero spoglio.
“Ti prego fammi un’altra promessa”.
Ormai arreso davanti alla minuta bellezza della Fanciulla, con fare accondiscendente risposi: “Quale?”
“Promettimi che non t’innamorerai di me.”
Parole infauste, descrizione di una verità che ormai regnava sulla realtà.
Ma va bene, finché potrò averti vicina, accetterò ogni tua paura.
“Va bene, ti prometto che non mi innamorerò di te”.
Si asciugò le lacrime e come se stesse cercando salvezza nei miei occhi, iniziò a
fissarmi intensamente. Non riuscii a distogliere lo sguardo, le nostre mani senza che
nessuno dei due ne fosse pienamente conscio, si avvicinarono delicatamente.
L’elettricità dondolava da un corpo all’altro. I suoi occhi, quei bellissimi occhi. Come
potevo starle lontana un attimo di più?
La distanza si fece sempre più breve e il suo respiro sembrava confondersi con il mio,
I nostri corpi furono colti dal desiderio e ormai fin troppo vicini per evitarlo, riscoprimmo una nostra
simbiosi in un singolo bacio. L’attrazione di quel giorno non la dimenticherò mai. La sua stretta.
Il suo respiro. Quella delicatezza nascosta dentro a tanta impetuosa attrazione.
Nulla aveva più importanza, se non quel momento. Ma prima lei e poi io, sentimmo un suono sordo in lontananza, che me la strappò dalle braccia e la portò via con se.

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