I pazienti amici di LDM che hanno letto il mio racconto “TRENO” [N.d R.:  racconto pubblicato il 23/12/'14] capiranno subito che parlo di cose non dette.

Ai primi di luglio del 1950 un treno mi portava in colonia a Pietra Ligure. Era senz’altro un lunedì perché i turni di soggiorno cominciavano solo in quel giorno. Sono un sopravvissuto a un campo di concentramento tedesco grazie alla protezione materna. Avevo trascorso dieci mesi dei miei primi due anni di vita nel reparto rachitici dell’ospedale di Niguarda. Mia madre, per difendersi dall’ostracismo sociale, piagata dalla mancanza di sostegno economico e affettivo, fece un gesto disperato: emigrò in Svizzera per cercare lavoro e mi affidò a un’altra donna che mi accolse serenamente nella sua vita.

Vissi particolarmente attento a ogni variazione nel tono delle parole. Ho ancor oggi una particolare sensibilità che allora mi agitava ogni volta che si parlava di me nei discorsi dei “grandi”.

La domenica prima di partire fui informato con modi che ricordo molto tranquilli di quello che era stato deciso per me. Per rendere importante quella vigilia si andò a mangiare il gelato alla “Maggiolina”. Si chiamava così allora (1950) un quartiere elitario non lontano dalla stazione centrale, dove vivevano i giornalisti. Era famoso anche per l’omonimo locale, con orchestra e cantante, particolarmente raffinato e molto, molto costoso. Nella mia testa suonò un campanello d’allarme. Tutto stride: la giornata era tranquilla e piena di attenzioni ma il silenzio su come sarà la mia vita nei successivi trenta giorni paventa sgradevoli sorprese. Non c’era alcuna possibilità di dire no. Lei mi ha accolto, ha l’autorità riconosciuta per decidere.

Me lo dirà poi molte volte nel corso degli anni: “Lo faccio per il tuo bene”. Non ho mai dubitato delle sue intenzioni ma il ricordo della mancanza di spazio per un’aspettativa diversa dalla sua mi fa male ancor oggi.

Il gelato non era niente di speciale e l’orchestra non suonò perché il locale era deserto.

Il giorno dopo il treno fece il lungo viaggio. Si arrivò nel tardo pomeriggio e fummo lasciati liberi nel cortile in attesa dell’assegnazione nelle camerate.

Il secondo giorno entrai nell’acqua del mare: esperienza piacevole senza particolari ricordi. Ha rilevanza quel momento del tardo pomeriggio in cui in cortile, mi girai verso il mare. Il sole stava tramontando, la luce era diversa, aveva un significato particolare. Non me lo diceva una voce ma il silenzio dell’anima. D’improvviso, i rumori dei giochi si spensero ed io smisi di pensare. Qualcosa s’impadronì di me. Era così forte che persi il controllo di tutti gli sfinteri. Lacrime, orina e feci erano l’unica realtà che conoscevo. Dov’era la garanzia di aver dignità nel mondo? Dov’erano le braccia che volevano avvolgermi? La luce stava per spegnersi. Dopo cosa c’era? Avevo così bisogno di non cedere alla melanconia che regredii sino a perdermi. Tornai a quell’età della vita in cui si dipende da qualcuno. E’ un essere appena un gradino sotto Dio e conosce tutti i miei veri bisogni. Era però assente e ne pagai le conseguenze.

Per circa venti giorni l’incidente si ripeté regolarmente, sempre all’ora “...che volge al desio e ai naviganti intenerisce il core…”

I primi giorni le assistenti si presero cura di me; poi ebbi assistenza da alcuni compagni. Poi il nulla: non avevo nemmeno disprezzo. Nessuno voleva sapere di me. Imparai a supplire rubando materiale utile dai bidoni della spazzatura. Avevo ripercorso lo stesso itinerario già vissuto nei KL della seconda guerra mondiale. Negli ultimi giorni la presa di coscienza che a breve sarei rientrato a casa mi fece riprendere. Probabilmente un vivere così miserevole mi causò l’attacco di appendicite e rischiai di essere ucciso dalla colpevole ignoranza dell’addetta dell’infermeria.

La vera Misericordia, forse disturbata dalla puzza, decise di farmi un regalo e incontrai quella luna che è ancora chiusa nella particolare cassaforte della mia memoria. Quello che è stato per troppo tempo un ricordo ripugnante è oggi un racconto molto difficile.

Del viaggio di ritorno rammento poco o nulla: ero così provato che mi misi in un angolo e dormii. Quando scesi dal treno a Milano, non fui riconosciuto. Ero così stravolto, dolorante e assetato che solo con uno sberleffo proclamai il mio essere arrivato. Rientrammo a casa in taxi e la mattina dopo alle cinque ero sul tavolo operatorio.

Non parlai mai di quello che era successo. La rabbia che avevo in corpo consapevole che qualcun altro decideva per me indifferente ai miei bisogni così diversi dal mio “bene”, si confinò in nuovo e diverso campo di concentramento per permettermi di sopravvivere.

Solo più di cinquant’anni dopo nell’incontrare mia madre che parlando della sua prigionia disse “…non avrei mai pensato che un essere umano potesse puzzare tanto…” riuscii ad abbozzare un sorriso e a dare spazio a una memoria che reclamava di esistere.

 

Si parla troppo di guerra in questi tempi: qualcuno ne sente  il fetore?

 

 

Tutti i racconti

0
0
14

Pixel

23 November 2025

Luglio. L’asfalto rovente sembra liquefarsi sotto il sole. Nessuno in giro. L’orizzonte svanisce, l’aria vibra, incandescente, quasi di fuoco. Camilla cammina nervosa tra le vie silenziose del centro, non vuole pensare, cerca di confondere il rumore dei suoi pensieri, con quello dei suoi passi [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
9

Ascia Nera - La bussola

Dax
23 November 2025

La luce della notte creava ombre inquietanti e il vento freddo soffiava tagliente tra i picchi di pietra grigia. Trom avanzava lungo il sentiero montano, il passo pesante come piombo. La barba rossa, divisa in tre trecce, luccicava come il ghiaccio sotto la luna piena. L’ascia nera appesa allo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bel racconto Dax! complimenti mi hai fatto vivere in un paesaggio fantastico [...]

0
4
20

L'Alba dopo il turno di notte

Storie colorate ad arte tra pittura e scrittura perché sappiatelo finché c'è arte c'è speranza

22 November 2025

Amici lettori ancora una storia a colori, ancora una storia in tandem, ancora una storia per stupirvi, la vita è troppo sbiadita non trovate? Vi sentite scombinati e confusi? Vi sentite frustrati e senza prospettive? Io e il mio amico Adriano l'artista proviamo a darvi una scossa, seguiteci e vi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Simpatico e scoppiettante, artista nell'anima.

  • Walter Fest: Buongiorno a tutti, buon fine settimana, buona lettura da parte mia e da parte [...]

0
10
17

La bella sigaraia (4/4)

22 November 2025

Il corpo ritrovato… sì, affermano sia quello di Mary. Ma su quali basi? Sulla sola coincidenza del tempo, nient’altro. La mente razionale non può accettare una tale coincidenza, il fortuito è bandito per definizione dal ragionamento logico-deduttivo. Analizziamo. La ragazza scompare, e in un intervallo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
8
21

Gemellaggio 3/3

21 November 2025

«Mi fanno venire i brividi» disse Max «animali a sangue freddo». «Però...» intervenne Ambra preparandosi per andare a dormire. «Hanno ragione, lo so. Me la ricordo la teoria dell’estro nascosto. Ventesimo secolo, se ben ricordo. Solo che vederla applicare così... «Animali a sangue freddo. Mi fanno [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: E adesso... qualcosa di completamente diverso: se non altro perchè è [...]

  • Rubrus: ps: va da sè che le parti in cui dice che va bene non sono interessanti [...]

1
2
15

La bella sigaraia (3/4)

21 November 2025

Purtroppo, qualche giorno dopo mi accorsi di essermi sbagliato un’altra volta, leggendo sullo stesso odiato quotidiano: ORRORE SUL FIUME HUDSON! Il terribile assassinio della bella Mary Rogers sconvolge New York! New York, 25 luglio 1841 Una tranquilla e luminosa domenica d’estate si è tinta [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
1
20

Gemellaggio 2/3

20 November 2025

«Abbiamo un detto, sulla Terra: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”. E, dato che l’idea è vostra...». Srexis esitò, poi disse «Ecco… è come mangiate, tanto per cominciare». «Come?» Ambra era decisamente sorpresa. Avevano gustato il cibo locale senza troppa difficoltà. Certo, non avevano adoperato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
15

La bella sigaraia (2/4)

20 November 2025

Da qualche tempo quell’uomo tornava spesso. Parlava poco, ma i suoi occhi dicevano più di qualunque parola. Non sapevo se temerlo o compatirlo. Avevo sentito dire che scriveva storie strane e che viveva quasi senza soldi. Pensavo a lui, a volte, la sera, quando spegnevo la candela e restavo ad [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
3
18

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: E' il racconto cui accennavo quando ZR parlava dell'ovivorous montanae. [...]

  • Maria Merlo: Mi piace il taglio psicologico e la focalizzazione sulle problematiche interiori. [...]

2
6
24

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
9
24

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: veramente ti sei commosso Dax? ... guarda che mi hai fatto il più grande [...]

  • Dax: @thecarnival Mi sono immaginato Lyra, wuesta creatura fragile e l'ho associata [...]

4
7
37

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

  • Dax: carino....like

Torna su