La messa era appena terminata e Padre Vincent aveva enunciato l’Ite missa est quando un uomo, elegantemente vestito si avvicinò al prete e gli chiese se poteva essere confessato.

Padre Vincent, un uomo tanto alto quanto largo, di una fede che non si poteva certo paragonare al peso della sua mole: 120 kg di libidine per il potere ecclesiastico, fedele come un Giuda davanti ai 30 denari. I suoi confratelli affermavano che passava ore ed ore a pregare, ma non per la salvezza delle anime, no! Niente di tutto ciò. Ogni volta che sgranava un rosario era in atto una continua sequela di litanie, fino a quando anche il Padre Eterno non si sarebbe, come dire, rotto i gabbasisi o per meglio dire i sacrosantissimi e non lo avrebbe accontentato, o magari fulminato. Il suo desiderio più grande era essere il detentore del seggio papale. Ovviamente non lo avrebbe mai ottenuto, i fedeli avevano una così poca stima per la sua opera d’apostolato, e allora via con le enormi mani a battersi il petto e a sciorinare buoni propositi et Invocatio.

Il sacerdote passò davanti all’uomo per entrare in sagrestia accompagnato dai suoi chierichetti.

«Padre Vincent, ho bisogno di confessarmi» annunciò l’uomo in abito.

«Eh!» fece l’enorme ministro di Dio voltandosi verso di lui, si accigliò inarcando il sopracciglio destro disse: «Ora?! Ma non vedi che la messa è finita!» rispose lui con un forte accento palermitano.

«Si e allura?» ribatté il penitente.

«Allura non m’hai sentito, ‘Ite-missa-est’...» scandì l’uomo e con l’ausilio delle braccia indicò l’uscita, ma dato che chi gli stava davanti non aveva intenzione di muovere un muscolo aggiunse con voce pastosa: «Senti, vattinne ‘a casa, i peccati toi ti vinnero rimessi durante la celebrazione».

«Beh! Ecco, io vorrei essere comunque confessato. Metta che anniscendo da chiesa, inciaspico nei gradini, ruzzolo giù per la scalinata, tiro una bestemmia e moro. Andrò sicuramente all’inferno si Vossìa non mi dà l’assoluzione» disse preoccupato l’uomo in gessato blu.

«E tu sei sicuro che mentre stai cadendo, vai a dire proprio una bestemmia» disse spazientito il prete guardandolo di sottecchi. Dopo una breve pausa, alla fine, acconsentì.

«Aaaaah! E vabbene, che il diavolo ti porti!»

Poi, verso i chierichetti: «Allura garrusi, mi raccomannu, riponete le vostre vesti nell’armoir “in or-di-ne”» scandì il prete. «Vito, da bravo eh!… non fare come l’ultima volta che ho trovato la tua veste tutta sgualcita e sporca, ci siamo intesi?» redarguì l’energumeno prete tirandogli le orecchie quasi sollevandolo da terra.

«Ahi! Padre Vincent» protestò il ragazzo. «Non era mia quella, era di Paolo» aggiunse il giovane una volta che i piedi ritoccarono la terra ferma controllando se l’orecchio offeso fosse ancora attaccato.

«Non era nemmeno la mia quella, era la tua, imbecille!» fece eco l’altro giovane sferrandogli un calcio sugli stinchi.

«Idiota!» l’apostrofò il compagno colpendolo col turibolo.

«Ruffiano!» rispose il suo amico che gli si avventò contro dando inizio ad una sarabanda senza esclusione di colpi, seguita da un torneo di... “benedizioni” a chi la mandava più grossa; ma con un paio di colpi ben assestati tra capo e collo, Padre Vincent sedò la disputa.

«Allura!... ‘A vulimm finì cun tutta sta camurrìa, si o no!» urlò il sacerdote. «Forza, jatevinne ‘a casa... E se doveste usare il bagno, tirate lo sciacquone, che l’ultima volta magari pure Gesù Cristo e tutti li santi d’u' paradisu hanno storto il naso», aggiunse alla fine.

Le acque si erano calmate. Padre Vincent si sistemò la stola che stava per cadergli, guardò i ragazzi andare verso una stanza della sagrestia, dopodiché si volse a guardare l’uomo che, imperterrito, non si era mosso di un millimetro. Sorpreso della sua presenza chiese: «E tu!? Che fai qui? Che vuoi?»

«Ma come Padre Vincent, non si ricorda… sono la pecorella smarrita in attesa che lei mi indichi la retta via» rispose.

«Beh! E da me che vuoi, un navigatore satellitare» replicò sarcastico il beone.

«Perché, li fanno?»

«Cosa?»

«I navigatori satellitari per la strada del Signore!» replicò l’uomo.

Il volto del prete divampò come fuoco di Pentecoste: «Và! Pi piaceri! Assettati ch’è meghiu».

 

CONTINUA...

Santiago Montrés

Tutti i racconti

0
0
6

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
4

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

6
10
50

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • BrunoTraven: Ciao anch io disegno e poi ne scrivo il racconto o all inverso. per chi interessa [...]

  • Andromeda: Like. Che bel racconto! Simpatico, scorrevole e col sorriso sul finale.

2
5
27

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
28

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
29

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

1
1
31

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
2
31

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    la seconda ed ultima parte di questo racconto segna una netta discontinuità [...]

  • Davide Cibic: Ciao Paolo,
    ad accennare all’amore in genere non si sbaglia. Parlarne [...]

2
4
41

COABITAZIONE - 1/2

Momenti di convivialità tra nonsense e umorismo

19 December 2025

Il coabitare, ossia il terriccio su cui fiorisce il nostro vivere insieme. La coabitazione è il coabc della società, è la base e l’altezza un po’ di tutto, in particolare di ogni strumento urbanistico. E’ impensabile infatti che la totalità degli individui associati usufruisca di un alloggio a [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Davide Cibic: Grazie per la lettura, Dax. Per il futuro prometto qualche snellimento, purché [...]

  • Dax: Tranquillo, non devi basarti sulla mia opinione.😂

3
6
42

IL NUMERO UNO

19 December 2025

La lunga striscia d’asfalto che stavo percorrendo, aveva appena salutato l’area metropolitana con le sue guglie di cristallo e le sue torri a scandire ritmi e tempi del prepotente e recente sviluppo urbanistico della città. L’incombente presenza del cemento era, solo in parte, ingentilita dai numerosi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

6
4
47

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
13
61

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su