In un tempo oramai lontano, la mia buca delle lettere, aveva la funzione di accogliere e custodire gelosamente cartoline di amici in viaggio verso paesi lontani; lettere di ammiratrici, inviti a mostre, concerti, premi di poesia e inviti a nozze. Ma tutto questo non è che un lontano ricordo di un tempo che fu. Oggi, diversamente, la mia buca lettere in ghisa, stile anni cinquanta, si è trasformata in un piccolo incubo quotidiano. Uno spazio nero, sinistro, minaccioso, all’interno del quale una moltitudine di bollette, aspettano di essere liberate dalla mia piccola chiave, per poi funestare la mia giornata e trasformare i miei sogni in incubi e sussulti nevrastenici – anche i giorni a venire sono tristi e cupi. I conti non tornano mai; bisogna controllare, verificare, telefonare, comparare con le precedenti bollette, fra la bambina che strilla e il telefono che squilla, e alla fine cedere per non impazzire: abdicare e pagare. Tutto questo è molto triste ma in fondo, è il male minore. La cosa più crudele ed inquietante, sono quegli scialbi cartoncini gialli e grigi che intravedi appena dalla stretta fessura del tuo personale vaso di Pandora.
Quel giorno, casualmente, ti sei alzato con il piede giusto. Ti guardi allo specchio e ti sorridi. “ Ho una bella faccia questa mattina – pensi soddisfatto – è proprio la giornata giusta per dire a quei “quattro stronzi” quello che veramente penso di loro”. Diserti l’ascensore e saltelli giù per i gradini, come un ventenne in preda ad una scarica ormonale. Ecco, adesso sei sotto e stai per premere il pulsante che aprirà quella porta di vetro, ultimo ostacolo ad una giornata gloriosa e piena di sole, pronto a pompare il tuo morale fino alle stelle e ridare nuova energia alla tua autostima; fino ad ieri, a livelli minimi. Poi, la coda del tuo occhio destro, in maniera del tutto autonoma, butta una curiosa sbirciatina verso l’oggetto più sinistro e destabilizzante della tua esistenza.
Quante volte, hai pensato di farla finita, di strapparla dal muro e scaraventarla in qualche cassonetto o affogarla per sempre in fondo ad un lago? Mille volte, ma poi, hai pensato che il postino avrebbe ammucchiato la tua corrispondenza in qualche angolo buio del pianerottolo. Qualche bolletta, sarebbe andata perduta e, tu, non avendola pagata, saresti stato, in seguito, condannato a sborsare molti più soldi di quanti in realtà dovuti. Così, con calma, hai messo il guinzaglio al tuo primordiale istinto e, rassegnato, da bravo cittadino, hai accettato la tua croce. Ti sembra di avere intravisto qualcosa, e ti fermi. Il dito medio, della tua mano destra indugia sul pulsante dell’apri porta. Mediti!! La parte migliore di te, che apparteneva a quel ragazzo spensierato e sincero di un tempo, vorrebbe darsela a gambe e rimandare l’ispezione ad altra data ma, una spasmodica ossessione masochistica, prevarica ogni buona intenzione, e ti avvii verso il buio, come un suicida nel vuoto. Guardi in maniera distratta dentro l’infernale fessura e, quello che non avresti mai voluto vedere, è li. Nell’arco di pochi decimi di secondo, ripensi a tutti i buoni propositi, agli esercizi yoga per il controllo delle emozioni e, come un’eco lontana, senti la voce di tua moglie che, con tono asciutto e autorevole, ti consiglia.. ”te ne devi fottere, non ti incazzare così, fai il loro gioco, e la tua salute se ne va vaffanculo” Vorresti fuggire e poter rimuovere dal cervello l’infausta visione, almeno fino al mattino successivo per poi, con una adeguata preparazione, fatta di meditazione e tranning autogeno, affrontare serenamente il tuo ineludibile destino. Nel frattempo, la tua mente proietta le facce di quei quattro stronzi, che volevi affrontare e zittire ma, il sarcasmo e l’ironia dei loro tratti, e la malignità di quei sorrisi, fanno carne da macello di ogni tua buona intenzione. Il tuo cuore comincia a scalciare e gocce nevrasteniche di sudore, a bagnare la tua fronte. Una rabbia viscerale ti esplode nello stomaco, mentre lo spostamento d’aria comprime con violenza il sangue nei tuoi polmoni, nella tua anima e nel tuo cuore, travolgendo con se ogni freno inibitorio, come le rapide di un torrente di montagna. Il tuo cervello implode...! Ogni pensiero, ogni parola, e forse tutta la tua esistenza, annegano miseramente dentro l’intruglio acquoso, che è oramai la tua mente, senza neppure dire: muoio! Il tuo essere, fluttua come un’anima persa fra le pareti flaccide di un limbo, mentre “avvisi di ricevimento” gialli e grigi, come foglie d’autunno, planano leggere sopra la superficie immobile di un lago senza vita. Devi ritornare in te! Ecco, adesso sei calmo; farfugli qualcosa come – bastardi, me la pagherete – estrema e vana minaccia di un orgoglio defunto. Il peggio è passato, e non ti resta che affrontare la cruda realtà. Così, apri la tua buca lettere e, con un garbo inconsueto, ti impossessi, senza indugiare, del diabolico foglietto. Come un automa, oltrepassi la porta di vetro, ed eludendo ogni programma prestabilito, ti avvii con andatura da passeggio verso l’ufficio postale. Non c’è molta gente, ma tu non ami aspettare. Così, acchiappi il tuo numerino e ti dirigi verso il bar di fronte, per una seconda colazione. Adesso è il tuo turno e, con tutta calma, fai scivolare l’avviso di ricevimento sotto il vetro. Firmi e ritiri la raccomandata. Un’insolita pace, come quiete dopo la tempesta, rasserena la tua anima e, una cristiana accettazione degli eventi, allontana ogni perplessità e paura. Ti avvii verso casa senza volere indagare o indovinare il contenuto della missiva, ma conosci perfettamente il nome del mandatario, stampato a caratteri cubitali sul lato in alto a sinistra della busta: EQUITALIA.
Entri in casa. Tua moglie è sotto dalla vicina. La giornata è splendida e fa molto caldo. Con la tua raccomandata in mano esci sul terrazzo e ti appisoli al sole per godere di quella ritrovata calma. ”Te ne devi fottere”- ti dici – “ pensa alla tua salute”- ricordi? Parole sante!! Così, senza un’eccessiva curiosità, strappi il lato superiore della busta e ti appresti a leggerne il contenuto. Alla terza rilettura tutto ti è più chiaro: è una comunicazione di avvenuta iscrizione ipotecaria sulla tua prima casa, relativa al mancato pagamento di un super bollo del 1992. Totale 5.289,20 pari al doppio del carico tributario scaduto e non pagato. Rimani impassibile, e poi ti alzi lentamente in direzione del tuo studio. Ti domandi come tutto questo sia potuto accadere, senza una notifica precedente, un avviso di comunicazione di ipoteca, uno straccio di qualcosa. Trovi tutto questo di una violenza inaudita, un abuso di potere, e della tua privacy, che va oltre ogni più fervida immaginazione: la tua prima casa ipotecata a tua insaputa. Neppure l’errore potrebbe giustificare l’accaduto e, per quanto ti riguarda, non è il primo, e non sarà l’ultimo. Dal 92 ad oggi sono trascorsi ben 19 anni e, da questo momento, dovrai cominciare la tua massacrante ricerca dentro l’infinito labirinto d’incartamenti e scartoffie che ormai, da venti lunghi anni collezioni e conservi religiosamente, sempre pronto a dimostrare l’avvenuto pagamento di illecite richieste di danaro. Ma oggi, è il tuo giorno fortunato! Si, è quasi mezzanotte e non hai toccato cibo ma, finalmente, hai trovato ciò che cercavi. Eccola, è la ricevuta di pagamento, relativa al superbollo della tua autovettura RENAULT ESPACE, anno 1992.
Dovresti essere felice, ma così non é: sei l’uomo più triste del mondo. Ancora una volta, hanno scombinato i tuoi impegni, e derubato del tuo tempo prezioso; messo a dura prova il tuo sistema nervoso e il tuo già precario stato psichico. Ti senti solo e abbandonato, privato da ogni vera motivazione, da una società zoppa, sempre più nelle mani di faccendieri, commercianti senza scrupoli e servi del potere.

Tutti i racconti

0
0
10

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
4

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
6
24

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
10
23

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
22
29

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • An Old Luca: A me è piaciuto molto. Scritto bene e il finale sospeso è un'ottima [...]

  • Maria Merlo: Grazie, An Old Luca. Sono contenta che il racconto e il finale ti siano piaciuti.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
10
63

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

3
3
30

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
37

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

14
5
42

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • La Gigia: In questo intrigante racconto c'è uno studio approfondito non solo [...]

  • Dax: Piaciuto. Attendo continuo.Like

7
9
39

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su