Cappuccetto rock

Dalla camera proveniva un rumore infernale: aveva già detto più volte a sua figlia di abbassare il volume, ma non c’era stato verso di convincerla. Quella ragazzina non ascoltava mai niente!!

E mentre le note di un infernale pezzo metal squarciavano il silenzio del mattino, stancamente la mamma iniziò a preparare il cestino. Forse con un po’ di fortuna sarebbe riuscita a convincere Cappuccetto ad uscire dalla sua “tana” per attraversare il bosco e portare a nonna Maria, che aveva preso una brutta influenza, il cestino con il pranzo.

Con gesti lenti la mamma iniziò a prendere dalla dispensa l’occorrente: focaccine senza glutine (nonna Maria era celiaca), ipocaloriche (nonna Maria era sovrappeso), senza sale (nonna Maria era ipertesa), integrali (nonna Maria soffriva di stipsi), morbide il giusto (a nonna Maria erano rimasti pochi denti) e poi polpette di seitan (nonna Maria era vegana)... un paio di bottiglie di birra analcolica (la nonna era pure astemia!) e poi frutta, ma bisognava scegliere qualcosa che contenesse poco zucchero perché, ovviamente, nonna Maria era anche un po’ diabetica.

“Ma che cazz”, pensò la mamma mentre si affaccendava, “proprio a me doveva capitare una madre così difficile?”

Finito che ebbe di preparare, la mamma andò verso la camera di Cappuccetto dalla quale continuava ad uscire quella musica martellantea un livello di decibel tale da oltrepassare il muro del suono.

Trafelata e sull’orlo di una crisi di nervi la mamma iniziò con la mano libera (nell’altra reggeva il cestino) a bussare con foga: naturalmente però, non ottenne risposta. Si risolse allora di entrare, ma mentre la sua mano si muoveva con impeto verso la maniglia la porta si aprì di colpo facendole perdere l’equilibrio e, la poveraccia, rovinò a terra mentre il cestino con le libagioni per la nonna, sfuggitole di mano, caracollava verso l'alto e con un paio di spettacolari giravolte andava a schiantarsi sulla finestra, aprendosi e lasciando uscire tutto il contenuto che si spiaccicò un po’ ovunque.

Cappuccetto nella sua abituale tenuta, felpa nera con cappuccio tirato su (motivo per il quale si era meritata l’appellativo di “Cappuccetto rock”, tanto che ormai nessuno, compresa sua madre, si ricordava quale fosse il suo vero nome), pantaloni di simil pelle neri e doctor Martens, la guardò con aria parecchio incazzata.

Seguì un'accesa discussione di cui non narrerò perché magari ci sono dei bambini che leggono.

Comunque il pranzo della nonna era andato.

“Disgraziata!” Urlò disperata la mamma.

“E adesso come faccio?”

Cappuccetto, che aveva ben compreso la drammaticità del momento, non esitò a prodigarsi per risolvere la situazione: prese dunque il cestino e si diresse con passo sicuro verso la cucina: aperta la dispensa iniziò a buttare dentro al cestino tutto quello che capitava: trancio di pizza alle acciughe, un bel cacciatorino, una forma di pane toscano, olive all’ascolana. Aggiunse un bottiglione di barbera, e finito si rivolse alla madre, che la osservava sfinita: “Apposto??? Mò io vado, se vuoi glielo porto io alla nonna, tanto devo beccarmi coi miei amici”. Poi, come cambiando idea: “Sí ma’, però se io porto ‘sta robba alla nonna tu me li dai 20 euro?”.

E senza aspettare risposta la fanciulla allungò una mano verso la borsa della madre, estraendo dal portafogli un biglietto da 20.

Cappuccetto, con il suo cappuccio nero ben tirato su, uscì di casa, mentre la madre, tutta scarmigliata, la inseguiva gridando: “ ‘A Cappuccè… stai attenta al lupo…”

Ma la ragazza, cuffie alle orecchie, non sentì l’avvertimento perché si stava sparando a palla un bel pezzo dei Nirvana.

La mamma, tuttavia, aveva ragione: ecco apparire da dietro un cespuglio il lupo.

“Aò, dove te ne vai tutta sola?” disse il lupo.

“Embè che vuoi? Fatti i cazzi tuoi”, rispose piccata la fanciulla e fece per proseguire.

Inaspettatamente il lupo, invece di inseguirla, iniziò a piangere.

“Ma possibile che tutti ce l’abbiano su con me? Che ho fatto di male per meritare tutto questo? Prima quei tre porcellini infernali, che me ne hanno fatte di tutti i colori solo perché volevo vedere le loro casette... e poi questa!! Non c’è proprio rispetto per un povero onesto lupo!”

Il lupo si era accucciato vicino a un albero e continuava a piangere disperato.

Mossa a compassione Cappuccetto si avvicinò e sedette vicino a lui.

Iniziarono a parlare, dapprima titubanti, poi sempre più rilassati.

E mentre parlavano Cappuccetto iniziò a tirar fuori dal cestino le cibarie e il bottiglione di barbera.

Il tempo passava e la nonna, a cui la mamma di Cappuccetto aveva mandato un whatsapp per avvisare che Cappuccetto stava arrivando, non vedendola iniziò a preoccuparsi.

Si risolse quindi ad uscire di casa per andarla a cercare.

E mentre usciva incontrò Gianni il taglialegna che si offrì di darle un passaggio con la sua vespa.

La nonna e il taglialegna non ci misero molto a trovare quella scapestrata di Cappuccetto: dormiva beatamente sotto un albero con la testa appoggiata al lupo, anch’esso addormentato.

Avevano l’aria di essersela spassata non poco quei due!!

E così il taglialegna invitò la nonna a pranzo nella trattoria del paese e lasciarono i due sbevazzoni al loro sonno.

E vissero tutti sazi e contenti.

 

Tutti i racconti

1
1
9

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
11

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
1
22

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
1
23

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
30

COABITAZIONE - 1/2

Momenti di convivialità tra nonsense e umorismo

19 December 2025

Il coabitare, ossia il terriccio su cui fiorisce il nostro vivere insieme. La coabitazione è il coabc della società, è la base e l’altezza un po’ di tutto, in particolare di ogni strumento urbanistico. E’ impensabile infatti che la totalità degli individui associati usufruisca di un alloggio a [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
4
32

IL NUMERO UNO

19 December 2025

La lunga striscia d’asfalto che stavo percorrendo, aveva appena salutato l’area metropolitana con le sue guglie di cristallo e le sue torri a scandire ritmi e tempi del prepotente e recente sviluppo urbanistico della città. L’incombente presenza del cemento era, solo in parte, ingentilita dai numerosi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
4
42

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
11
55

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
7
38

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
5
31

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Maria Merlo: Molto bella davvero. Like.

  • ducapaso: Paolo, Filiberto, Dax, Maria a voi un grande abbraccio di ringraziamento, temevo [...]

6
8
65

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
9
58

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

Torna su