Tic, tac. Tic, tac.

Mi meraviglio della miriade di rumori che, quando sei occupato a vivere, se così possiamo dire, passano del tutto inascoltati attraverso le nostre orecchie.

Tic, tac. Tic, tac.

Chissà, forse perché ormai il mondo è diventato una distrazione perenne. E perché noi siamo diventati dei campioni mondiali di scuse. “Eh, non è colpa mia, mi hanno chiamato nel mezzo del lavoro”, “No, oggi piove, come faccio ad andare?”, “Lunedì, che è anche il primo del mese, giuro che comincio!”.

Davvero, non se ne può più. E così facendo ci perdiamo un sacco di cose. Colori, luci, paesaggi, suoni, rumori, parole… perduti tutti chissà dove. Passano per un attimo nel nostro cervello, ma sono rumori di fondo. Noi siamo impegnati a salvare i pinguini del Guatemala o a fare collette di “mi piace” per i poveri bambini ricchi degli USA. Io dovrei solo stare zitto, dato che fino ad una settimana fa ero così. La gente mi parlava, ma io ascoltavo i discorsi dei giovani imprenditori sedicenni pronti a conquistare il mondo a suon di selfie. Le persone mi davano affetto, ma io mi preoccupavo di rispondere al post di quella tipa figa, dandole in pasto la mia attenzione ed il mio tempo. Lo stesso tempo che adesso ho imparato ad ascoltare. E ad apprezzare.

Tic, tac. Tic, tac.

Quante volte devo aver udito questo ticchettio, senza mai esserne consapevole. E pensare che, quando l’ho comprato, quest’orologio mi pareva uno di quelli silenziosi. L’avevo appoggiato lì, vicino al lavabo della cucina, per non perdermi troppo fra i sogni e le magie dell’arte culinaria.

Adesso lo osservo dal buio del mio appartamento, seduto sulla sedia che di solito uso per appoggiare il portatile dove studio, guardo film, cazzeggio.

Tic, tac. Tic, tac.

Sono quasi le tre. Non so se del pomeriggio o della notte. Ormai ho perso la cognizione di questo maledettissimo tempo. Da una settimana le finestre del mio appartamento sono murate. Sulla porta d’ingresso sono apparse una miriade di catene. Una decina? Non mi voglio sbilanciare, ma sembrano davvero tante. La porta non si apre nemmeno di un millimetro. Posso solo osservare l’esterno solo dallo spioncino. A volte vedo la vita reale. I vicini che escono, vanno a lavoro, tornano a casa. Quelli al piano di sopra li sento addirittura litigare, scopare. Altre volte invece vedo solo nero dallo spioncino. O meglio, vedo una luce che illumina lo spazio antistante la mia porta. Davanti, il nulla eterno.

Tic, tac. Tic, tac.

Sono le 03:00. La porta comincia a vibrare. Puntuale come sempre. Io la guardo con aria di sfida. La prima volta ebbi una paura boia. Credo sia stato proprio quel rumore a risvegliarmi in quest’incubo, in questa prigione.

Ero a letto, come tutte le persone normali. Il giorno prima avevo affrontato una giornata estenuante. Lezioni universitarie dalle 08:00 alle 18:00 (grazie per la mezzora di pausa pranzo, Prof Castellos!), poi allenamento sfiancante in palestra fino alle 20:00, cena disordinata e magra intervallata dagli esercizi per le lezioni del giorno dopo, quindi finalmente a letto. Dove sono rimasto sveglio sino alle 02:00 a guardare Facebook, Instagram e a messaggiare con gli amici su Whatsapp. Devo credermi inarrestabile per fare una vita così incasinata sapendo che la mattina devo alzarmi alle 06:00 per avere il tempo di studiare gli ultimi esami e di far quadrare i conti in quella maledetta ricerca che sarà poi la mia tesi.

Comunque sia, non vengo svegliato dalla mia solita sveglia, ma da un forte rumore proveniente dall'atrio. Mi sveglio, sbattendo la testa contro la porta della stanza che credevo aperta e, dopo una buona dose di imprecazioni, eccomi arrivato all'atrio. Il rumore proveniva dalla porta. Qualcuno stava cercando di entrare.

- Vattene! - gli ho urlato con grande calma, forse perché ero ancora mezzo addormentato, credendo di essere ancora in un sogno. La porta non accennava a smettere di muoversi. La maniglia roteava in continuazione. Qualcuno cominciò anche a bussare con prepotenza. Lì capii che qualcosa non andava. Anche perché, notavo, fra tutti i rumori che c'erano si distingueva chiaramente anche il suono di catene che sbattevano l'una con l'altra. La paura cominciava a salire.

“Non è che questo mi spacca la porta? Me la butta giù a furia di tirarci le catene contro???”

Ma il rumore delle catene non proveniva da fuori, ma da dentro. Erano le 03:03 quando i rumori cessarono. Presi il telefono con l’intento di chiamare la polizia. Muto. Il batticuore cresceva.

“Sembra l'inizio di un film horror… cazzo, voglio andarmene di qui!”

E così, cercando di aprire la finestra di camera che dava sulla scala antincendio, mi ritrovai davanti ad un muro. Lo stesso accadde per tutte le altre finestre che tentai di aprire. Ero prigioniero del mio stesso appartamento.

Tic, tac. Tic, tac.

La porta trema. Qualcuno bussa. All'inizio in modo casuale, irregolare. Poi i colpi si fanno più frequenti. È così ogni giorno, ogni volta alle 03:00 e per qualche minuto.

- Non si stanca mai, eh?

È il ragazzo civetta che mi parla. Anche lui compare ogni volta alle 03:00 per parlarmi. Dice parecchie cose sconnesse fra di loro, passando da un argomento ad un altro con una rapidità disarmante. Non so perché, ma riesco quasi sempre a seguire il filo dei suoi ragionamenti.

Il cellulare che ho in grembo si illumina.

- Notizie dal di fuori? - mi dice lui, venendosi ad appollaiare sulla mia spalla sinistra. Sporge la testa in avanti. Cavoli, che escursione con quel collo! Arriva quasi a sfiorare il mio naso con il suo orecchio!

- Si accende sempre e solo quando ci sei tu… chissà perché.

Picchietto sullo schermo del telefono. Vado sui principali social network. Su Whatsapp vedo svariate notifiche non lette. Clicco sulle varie chat ma, come sempre, quello che i partecipanti hanno scritto mi appare incomprensibile, come se fosse stato tradotto con dei simboli messi lì a casaccio. Purtroppo, anche se potessi leggerli, non sarei in grado di rispondere, dato che la possibilità di scrivere i messaggi è sparita dallo schermo.

Su Facebook vedo la vita dei miei amici andare avanti. Sembra che la mia assenza sia passata del tutto inosservata. Anche qui nessuna possibilità di pubblicare post o di contattare nessuno.

Il ragazzo civetta mi scende sulle gambe. Con le sue zampe artigliate inizia a picchiettare sullo schermo.

- Ma che fai! Fermo! Me lo rompi così!

La sua testa ruota verso di me, compiendo un giro di 180°.

- Ascolta. Non bussa più. Le catene sono ferme.

Alzo la testa. C'è silenzio nella stanza. La porta è di nuovo immobile. Il cellulare si è spento da solo. Il ragazzo civetta è sparito. Sono solo. Come sempre in questi ultimi sei giorni. Perso nell'oscurità del mio appartamento. A cercare di non impazzire. Guardo l'orologio.

Tic, tac. Tic, tac.

Sono le 03:03.

Tutti i racconti

2
6
16

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
19

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
22

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
32

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
54

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
23

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su