Avevo diciannove anni quando iniziai a conoscere il magico mondo della discoteca, età in cui normalmente si ha la mente curiosa per nuove esperienze e per nuove emozioni.
Nonostante le svariate volte in cui vi misi piede, in verità non è che mi allettasse molto, ma ci andavo poiché ne ero trascinato da Ennio, il mio migliore amico dell'epoca, (nonché compagno di scuola e di banco) unica persona con la quale avevo instaurato un solido rapporto di amicizia di cui purtroppo finì dopo la maturità, poiché intraprendendo strade totalmente diverse, ci perdemmo di vista. 
Non andavamo nelle discoteche tradizionali, ma nelle cosiddette “disco giovani”, ovvero locali per ballare frequentato prevalentemente da ragazzini e ragazzi non più grandi di venticinque anni e con un orario di chiusura al pubblico che osservava l'una di notte. 
Ennio tra le tante disco giovani della città, mi propinava di andare sempre al Juvenile che a detta sua oltre ad essere la migliore, era quella in cui ci si rimorchiava di più e ci si spendeva di meno. Rimorchiare e spendere di meno diceva? 

Come scoprimmo in seguito non fu esattamente così.
Non nascondo che la scelta di una discoteca mi era indifferente, e poi cosa non poco importante, discutere con Ennio risultava inutile a causa del suo atteggiamento testardo e dominante, praticamente decideva, stabiliva, agiva anche per me o sarebbe meglio dire solo con me. Con gli altri non disponeva di questo potere, ma aveva il difetto di avere la lingua maledettamente lunga, dimostrandosi spesso e volentieri un autentico gallinaccio. 
Non era una testa calda, però a volte si rendeva protagonista di situazioni insolite e preoccupanti che rischiavano di compromettere anche il sottoscritto, difatti cercavo nel migliore dei modi di controllarlo onde evitare il peggio.
Fu proprio una sera al Juvenile che per uno screzio con il barista, ci mancò poco che venimmo fatti accomodare fuori, anche se dire 'accomodare' risultava un eufemismo, poiché i buttafuori non andavano tanto per il sottile e i loro metodi poco ortodossi erano sempre garantiti. Assolutamente poco importava che buona parte dei frequentatori erano minorenni.
Tutto questo per una semplice bottiglietta d'acqua e per il modo di contestare animatamente da parte del mio amico.
Un sabato sera, dopo che io e Ennio ci scatenammo in pista e bevuto svariati drink (determinati alcolici e soprattutto superalcolici erano banditi), verso quasi le 23 fummo colti entrambi da una sete pazzesca.
Guardammo nelle nostre tasche e ci accorgemmo con rammarico che avevamo speso quasi tutto. Con delle misere monetine messe assieme non arrivavamo a più di due euro.
La serata si sarebbe protratta ancora per un bel pò, la sete non ci diede assolutamente tregua e con pochissimi soldi non ci restava altro che comprare una bottiglietta d'acqua da dividere in due. 
In disco si sa, tutto costa un botto e per ovvi motivi questo spiega di come buona parte dei guadagni dei gestori derivano proprio dalla vendita dei drink o comunque di bevande in generale.
La situazione creatasi inoltre aveva un qualcosa di paradossale; il sabato precedente si era verificata la stessa cosa, ovvero rimanere a tarda serata con soli due euro e di accontentarci di semplice acqua naturale. Ridemmo di gusto della cosa e ci dirigemmo al bar ove la musica non giungeva troppo.

 

Seconda edizione

Prima edizione: 17 luglio 2016

Tutti i racconti

0
0
5

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
4

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
2
20

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
19

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
22

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
27

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
43

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Walter, neanch'io conoscevo questo artista e la sua storia e sono andato [...]

8
11
47

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

5
7
37

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

6
10
64

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

Torna su