Arriviamo alla spicciolata, prima delle prime luci dell'alba. Piazziamo i nostri furgoni, alla luce umida dei lampioni, con precisione millimetrica.

 

Chi guidava scende a scrutare quel che si intravede del cielo. Le previsioni non portano pioggia, ma non si sa mai.

 

Sui sedili dei passeggeri qualche donna si stropiccia gli occhi, pochi"uagliuni" sono già scesi ad aiutare il "masto", altri riescono ancora a dormire, col collo reclinato in posizioni assurde e la bocca aperta.

 

La domenica mattina qualcuno di loro per il letto non ci è neanche passato.

 

Si, bisogna lavorare,ma si è giovani una volta sola, come si fa a rinunciare sempre a una serata in discoteca, ad una pizza tra amici...?

 

Ci si saluta, ci si chiama a voce alta senza curarsi troppo delle persone che staranno cercando di dormire nelle case, ancora a luci spente, che circondano la piazza.

 

Qualche gruppetto si dirige verso l'unica luce accesa, il piccolo bar che apre prestissimo per dispensare caffè e cornetti caldi ai venditori ambulanti.

 

Gli altri "mercatari", i più entusiasti o i più disperati (-Oggi devo cercare di "apparare"trecento euro per il grossista-) stanno già tirando fuori i ferri per montare le baracche.

 

Si lavora scambiandosi poche parole.

Come nel gioco del tetris ogni pezzo deve combaciare in modo perfetto.

 

I lampioni adesso sono spenti, il sole fa capolino da un'unica nube squadrata da tutti con sospetto.

Anche se l'aria è ancora frizzantina incomincia lo striptease.

In questo lavoro ci si veste "a cipolla", a mezzo giorno di solito ci si arriva in t-shirt, dopo essersi tolti, nell'ordine: giacca a vento, felpa di pile, maglione di lana, maglietta a maniche lunghe.

Adesso la piazza è un giardino fiorito di colori.

 

Ognuno cerca di dare alla sua bancarella un aspetto più attraente. L'impatto visivo e' quello che decide se il cliente si fermerà qui o passerà oltre.

 

Una volta che il pesce ha abboccato poi sta alla bravura del pescatore tirarlo su, cioè alla bravura del venditore farlo comprare.

 

Si incominciano a vedere i primi clienti, i migliori di solito.

Chi si è preso la briga di alzarsi presto per andare al mercato non lo fa per diporto, ma perché ha bisogno di comprare qualcosa.

Si guarda con malcelata invidia la fortunata bancarella prescelta.

Poi la piazza si riempie. Quasi tutti i venditori hanno i loro clienti, anche se su alcuni banchi sciamano come mosche e altre bancarelle, magari per la posizione sfavorevole, o perché i proprietari hanno fama di essere disonesti, o peggio ancora "carastusi", vengono snobbate dai più.

 

Sono rimasti pochi i venditori vecchio stampo che si sgolano a dare la voce ai clienti:

-Signora, signora, chiamate quell'altra signora-

-E'oro, e'oro. O non avete gli occhi o non avete i soldi-

-Avanti signori, comprate, comprate oggi è pagate a Natale-

E rivolgendosi al garzone

-Natale, prendi i soldi da quella signora che vuole comprare la gonna-

Ad un tratto un sussurro corre da una bancarella all'altra:

-Il lupo-

-Il lupo, attenti al lupo-

Ci si fa l'occhiolino, ci si fa cenno.

Molti clienti si rivelano insospettati delatori al contrario, passando di bancarella in bancarella:

 

-State attenti agli scontrini, e' arrivata la finanza-

 

I trilli allegri dei registratori di cassa fanno ala ai due finanzieri, rigorosamente in borghese, che avanzano con aria indifferente.

 

Se c'è gente e si lavora la mattinata passa in fretta.

All'una i pochi clienti che ancora passano sono gli eterni indecisi, gli insoddisfatti cronici, quelli ai quali è impossibile vendere qualcosa. Ce li rimbalziamo da una bancarella all'altra.

 

Una signora tutta truccata, bigiotteria volgare e tacco dodici, come se invece che al mercato di trovasse ad un cocktail party, guarda i capi esposti con aria schifata.

 

-Scusate, non avete una maglietta per una bambina rossa ed un pantaloncino per un bambino a gambe corte?-

 

-No, signora, solo magliette per bambine dal colorito normale e pantaloncini per bambini normodotati-

 

Mi guarda senza capire.

-Eh, ma voi vi dovete attrezzare, fra poco viene la primavera e noi andiamo in calore-

 

Con questa chicca finale premo il pulsante di chiusura cassa.

 

Per oggi si sbaracca.

 

Domani è un altro giorno, e un altro paese, e un'altra piazza.

 

 

 

 

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