Pietro era rimasto solo col nonno. La polvere della guerra ancora attaccata alla pelle. Il vecchio piegato dagli eventi più che dall’età contava solo sui ricordi ormai. E tentava di occuparsi del bambino come meglio poteva.

Erano anni in cui non si andava tanto per il sottile e nessuno si era presentato a reclamare la presenza di Pietro in una scuola o agli uffici di igiene. Così il vecchio se l’era portato appresso lungo i greti dei fiumi. Rolfo era conosciuto per la sua abilità di prendersi cura degli argini e in questo modo si guadagnava da vivere. I contadini gli erano grati e non gli facevano mancare nulla. La moglie di un fattore si era perfino proposta di prendere con sé il bambino, ma Rolfo aveva rifiutato. Aveva giurato a sua madre che per nessuna ragione lo avrebbe lasciato. Lo sguardo legato a quello di lei, mentre partiva da questo mondo e ascoltava la promessa soffiata dalle labbra del padre, si era prosciugato da ogni lacrima. Così Pietro non aveva mai imparato a piangere. Ma nemmeno a ridere. Almeno fino al giorno in cui il nonno, per tenerlo occupato mentre lui lavorava, gli aveva regalato un piatto di metallo pieno di fori. Pietro lo aveva riempito col liquido melmoso del fiume per preparare una minestra di fantasia. Ma quando lo aveva tirato su il brodo era gocciolato via ed era rimasto un risotto fatto di pietrisco. Pietro era scoppiato in una risata così scrosciante che aveva coperto la voce danzante del fiume. Rolfo si era lasciato coinvolgere, rapito piacevolmente dalla sorpresa di quel suono ormai non più familiare. Forse era stato in quel momento che i due profili lunghi nella luce del tramonto erano diventati una famiglia vera.

Pietro si appassionò a quel gioco con tutto sé stesso. Liberava dal fango i minuscoli sassi che portavano il suo nome e li lavava accorto, carezzandoli tra le dita per saggiarne la consistenza, la ruvidità, la fantasia di colore e di forma. Una volta mostrò al nonno qualche pietruzza che brillava di una luce speciale. Rolfo aspettò la sera accanto al fuoco per raccontargli le storie leggendarie dei cercatori d’oro che avevano popolato di sogni i letti munifici dei fiumi americani. E Pietro fece conoscenza con una nuova identità di sé.

Quando il nonno si spense i contadini vennero a prenderselo. Scuri, come il prete dalla veste svolazzante che lo benedì e lo conservò nella terra che lui amava.

Pietro rimediò un meticcio a cui diede nome di Rolfo per gabbare la solitudine. Era un uomo fatto, incapace di respirare lontano dai salici che si sciacquavano i capelli nelle anse a specchio dei fiumi. Le mani che pettinavamo il pelo soffice del suo nuovo compagno sapevano di terra e di fango e da questi traevano linfa e sostentamento. Non si arrese mai al richiamo dei suoi simili. Presentiva che vivessero una civiltà che nulla aveva a che fare con lui. Di quando in quando scendeva al fiume un umano pieno di buona volontà che si sedeva a chiacchierare con lui. Pietro lo accoglieva con la serenità di colui che incarna l’armonia naturale. La gente dimenticava facilmente il suo nome. Per tutti diventò semplicemente l’amico del fiume.

Mentre la sua barba rapiva raggi alla luna, Pietro si accorse di amare profondamente le notti in cui il cielo scendeva a incontrarlo sul suo fiume. Poteva contare i brividi delle stelle senza sollevare la testa, e immaginare di raccoglierli nel suo piattino sgangherato insieme ai suoi attempati desideri. Sapeva tenere a distanza il sonno fino a quando il cielo non allargava il suo manto di albume.

Fu durante una di queste notti che il frammento di un ponte si tuffò senza preavviso, tagliando male la superficie dell’acqua e scomponendo la danza ordinata delle stelle. Pietro sollevò lo sguardo infastidito, ma quello che vide lo spinse a muoversi come argento vivo. Il profilo del ponte era intatto. Rolfo lo imitò tuffandosi dietro a lui. Riemersero di lì a poco trascinando con loro il fagotto malconcio di un giovane evidentemente disperato. Respirava e tossiva. I suoni inequivocabili della vita. Pietro e Rolfo si scambiarono uno sguardo di intesa anziano e vibrante, illuminato dalle stelle. Pareva loro che fosse giunto il momento di allargare la compagnia dei cercatori d’oro e questo nuovo amico del fiume giungeva a proposito. Un autentico dono piovuto dal cielo.

 

Tutti i racconti

1
1
4

L'Oltre

26 December 2025

D’amore e d’odio, sublimati e coscienti, vive la mia sfera. Luce e ombra si contendono il pensiero fatto materia. Ho perso la crisalide per superare ogni tempo e visitare ogni spazio. Non mi cruccio se gli dei mancano all'appuntamento. Procedo col mio bagaglio senza aspettare il treno. Corro spedito, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
3

La Statistica

26 December 2025

Che Adelmo avesse qualche rotella fuori posto nel cervello lo pensavano in tanti, ma dopo quello che accadde non ci furono più dubbi. Quando andava in centro gli capitava di incontrare quei gruppetti che giocano alle tre campanelle, nota truffa studiata ai danni dei turisti. Lui passava delle mezz'ore [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
26

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
10
174

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Letto e riletto volentieri. Una favola degna di Gianni Rodari. Simpatica, dolce, [...]

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

8
6
37

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

10
6
177

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
6
45

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • An Old Luca: Bravo Dario
    e con l'occasione
    un augurio di feste serene per tutti [...]

  • Davide Cibic: Scritto bene, è un racconto che ha un ritmo e un incedere inesorabili. [...]

6
3
25

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

  • Maria Merlo: Tanta dolcezza e verità. Bravo!

9
13
73

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Grazie Andromeda!
    Se non c'è un tocco positivo, non mi sento [...]

  • Dax: carino. ci vuole un po' di fedeve magia.Like

3
6
35

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
33

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
33

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

Torna su