Quando il cellulare suona di notte non son mai buone notizie. E il mio sta suonando.

“Che succede?” Sussurro.
“Scusi l'ora Commissario, ma è successo qualcosa al locale di Charlie. Abbiamo trovato Dora nel vicolo sul retro, è morta. L'auto arriva in 10 minuti.”
“Ok.”
Mi alzo con fatica.
“Dove vai Giorgio?”
“Al bar.”

Claudia sbuca dal piumone e si volta. Non ho mai creduto negli dei, a prescindere dal genere o dal numero, ma quella meraviglia di donna mi ha causato dubbi in merito.

“Stasera ti porto al ristorante, quale preferisci?”
“Il nostro qui in cucina, ci capita così di rado. Ciao Commissario buon lavoro, dopo chiamami.” 

E si rintana al caldo.

Mi preparo ed esco.

La mattina, sempre che le cinque e mezza d'inizio marzo siano mattina, è gelida. L'inverno è troppo pigro per andarsene, fa freddo. Ci sono freddo e buio intorno, sopra e sotto.
Derossi è già lì, mi aspetta con un bicchierino in mano.

“Buongiorno Commissario, il suo espresso.”
“Credevo fossi in vacanza.”
“Il caffè non va mai in ferie.”
“Derossi mi stupisci, già spiritoso a quest'ora? Forza andiamo.”

Com'è bella Milano adesso, silenziosa come quest'alba che sta nascendo. Ma forse tutte le metropoli sono belle sospese tra il buio e la luce.
Mi accendo la prima sigaretta. Nel pacchetto ce ne sono tre, dovranno bastarmi fino a cena.

“Non fa sport, mangia male, beve troppi caffè e fuma come un turco...” Aveva detto il medico al controllo annuale "Deve darsi una regolata.”

La qualità alla vita è data dal caso, dalla fortuna se si vuol chiamare così. Mi sento un privilegiato, non posso approfittarne troppo e ho ridotto almeno col fumo.

Scendiamo dove ci sono già dei lampeggianti accesi.
E' come una matinée per i pochi passanti: uno spettacolo dal vivo e gratuito, vuoi mettere?
Conosco bene questa zona, è stata il mio quartiere per venticinque anni e ci torno spesso. So chi la abita, cosa fanno i personaggi più tipici, come vivono, chi frequentano... E' stata casa mia e loro una sorta di famiglia, acquisita certo, ma famiglia.
Non ci vengo da qualche settimana, brutto tornarci così, in veste ufficiale.

“Lasciate passare forza, lasciate passare.”
“Derossi mandali via, non sopporto la gente col gusto per l'orrido.”
“Buongiorno Commissario, ha visto che brutta fine che ha fatto? L'ha trovata Pierino il matto, quando è venuto per dar la pappa ai randagi.”
"Ciao Bardelli. A parte il fatto che una lieta fine esiste solo nei film e in qualche pessimo libro, dov'è adesso Pierino?”
“Nell'ambulanza Commissario. Qui possiamo procedere?”
“Dopo quindici anni devo ancora dirti cosa fare? Voi ragazzi avete già fatto tutto?”

Si gira uno della scientifica, veste il chiaro camice di prassi: in quell'angolo di mondo tetro spicca come un angelo.

“Sì Commissario, vuole dare un'occhiata?”
“Tu che dici? Illumina qui per favore.”

Dora è nel cortile, come infossata nel sottoscala esterno del bar di Carlo, detto Charlie.
Il pallore è marcato da una vecchia parrucca scura mezza storta e dal rossetto sbavato fino al mento.

“Allora che mi dici?”
“Credo sia morta soffocata dal cibo. Ci sono briciole di pane sul seno e sulle mani e anche qualcosa sulla faccia che sembra gelatina. Devono averla spinta qui dentro, ma ne saremo certi solo con l'autopsia. Comunque avremmo finito, aspettavamo lei per portarla via.”
“Violenza sessuale?”
“No non direi.”
“Altro?”
“Niente.”
“Ok procedete. Qualcuno ha chiamato il proprietario del locale?”
“Sì Commissario, cioè no. L'unico numero che abbiamo è quello del bar, ma non risponde nessuno e non c'è segreteria.”
“Va beh dai, ci pensiamo dopo.”

Pellicciotto cortissimo ghepardato, reggiseno in pizzo rosso, mini in pelle nera, calze a rete, tacchi altissimi... Certo non si poteva confondere con una bibliotecaria. Batteva da sempre, credo lo facesse già ai tempi di mio padre, doveva avere più di settant'anni.

“Avevi già avuto una vita di merda, anche la fine doveva essere così?” Penso.
Penso e guardo, guardo e annuso. C'è un odore strano che non c'entra nulla con quello dei cassonetti.

“Bardelli, sei tu che sai di dentifricio?”
“No Commissario. ”
“Mi sa che è la pelliccia” dice l'angelo, “potrebbe essere pasta dentifricia quella sul collo.”
“Aspettatemi qui.”

Raggiungo l'ambulanza.

Pierino avvolto da una coperta sta seduto sul bordo con le gambe a penzoloni, scalzo. Ha la solita tuta di colore ormai indecifrabile, del tè ancora caldo in una mano e nell'altra una corda legata a un carrello. “ Il mio ufficio” lo chiama.
Ha quello sguardo perso, tipico di chi ha smarrito qualcosa tra la propria testa e il resto del mondo. Ma al mondo di ritrovare Pierino non frega nulla, anzi è fastidioso vederlo, rovina il quadro.

“Ciao Pierino. Allora è buono il tè?”
“Ciao Commissario, ne vuoi? Oggi farà bello vedi?” Mi dice indicando un gatto bianco su un muro. “Quando Nuvola sta dietro al muretto fa bello, quando è davanti alla finestra fa brutto.
Senti Commissario posso andare adesso? Devo ancora fare il giro dei giardini, mi aspettano.”
“Tra poco ti lascio ai tuoi impegni, ma dimmi una cosa prima: quando sei arrivato Dora c'era? Che stava facendo?”
“Era là dietro che parlava con uno e mangiava un panino. Hai visto cosa mi hanno dato? Un guinzaglio nuovo per l'ufficio, bello vero?” E tira il carrello con la corda.
“Molto bello. Sei riuscito a dar la pappa a… come si chiama, Nuvola?”
“Sì certo, ma mica subito eh? Dora doveva lavorare, ma quando quel signore è andato via, ha iniziato a lamentarsi. Diceva che il gatto le si strusciava contro, che non la lasciava in pace, che non riusciva nemmeno a mangiare tranquilla.”
“E poi?”
“Poi gli ha dato un calcio. Allora io le ho detto che non doveva fare così, ma lei ha riso e gliene ha dato un altro e lui è scappato.”
“E tu che hai fatto?”
“L'ho spinta con l'ufficio ed è caduta.”
“Dopo che hai fatto?”
“Niente. Mi guardava con gli occhi tristi e la bocca aperta, come i gatti quando hanno fame. Allora ho preso una scatoletta e gliel'ho data, ma niente. Ho pensato non riuscisse a mangiare da sola, così l'ho imboccata. Poi mi è venuto freddo.
Dopo è passato un signore e ha urlato. Poi sono arrivati tutti gli altri.”

Sbircio nel carrello. Ci sono quattro o cinque sacchetti con dentro qualsiasi cosa, anche un paio di tubetti aperti di dentifricio.

"Derossi vieni."

Guardo Pierino mentre si allontana sorretto dai miei.

“Commissario ci pensi tu al mio ufficio? Mi raccomando la Nina, se non mangia poi inizia a miagolare e non la smette più.”
“Sì certo, stai tranquillo.”

E' sereno, sia lui che il cielo. E invece ci vorrebbe la pioggia che cancella le cose, pure quelle brutte e quelle tristi.
Mi accendo la seconda, oggi non conta.

Tutti i racconti

5
5
17

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
8
19

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
7
28

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: bello, malinconico. like

  • Riccardo: ma davvero grazie a tutti!
    lascio a voi come interpretarlo
    come è [...]

7
20
27

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paola Araldi: complimenti Maria. Gran bel racconto: letto tutto d'un fiato ed apprezzato [...]

  • Maria Merlo: Grazie, Paola. Ho voluto fare questo esperimento: parlare con la voce di un [...]

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
10
63

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Sofia85: È sincretismo. Gabriele D'Annunzio ne rappresenta un precedente.

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

3
3
30

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
37

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

14
5
42

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • La Gigia: In questo intrigante racconto c'è uno studio approfondito non solo [...]

  • Dax: Piaciuto. Attendo continuo.Like

7
9
39

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
29

Una giornata a Chiari 2/2

27 November 2025

Quando si voltò verso di me, Luca aveva addosso un’aria strana. Gli occhi gli brillavano di una luce nuova, come se quell’incontro improvviso avesse risvegliato qualcosa. “Questa è Micol, ci siamo conosciuti ai tempi dell’università”, annunciò. “Piacere”, dissi. Le parlai dei miei racconti e le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • GustavLebo: grazie dei commenti

  • Dax: Carino, carico di nostagia... però Micol è vstata scortese alla [...]

27
29
212

Todos Hotel

Come il vetro

27 November 2025

Un pomeriggio, era domenica, alla mia porta in ospedale si affaccia uno dei tanti in camice bianco. Capelli cortissimi e grigi, naso importante, sguardo limpido. Sorride. Premurandosi di non essere invadente. Quasi senza voglia di piacere a tutti i costi. Misurato nei gesti infonde nell'aria una [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su