L'insegnante di ripetizione 
Di Dario Mazzolini 

Ricordo il lungo corridoio in marmo sul quale era adagiato un bellissimo tappeto persiano Isfahan con dettagli azzurri e rossi su fondo blu. Lo spessore e la leggerezza erano dovuti ad una lana pregiata, lavorata finemente su trama ed ordito di seta. Sembrava dicamminare su una nuvola, caduta per caso proprio in quell'appartamento, sempre profumato di pulito. In fondo al corridoio una doppia porta con vetri smerigliati, conduceva nella zona notte, dove si affacciavano tre camere da letto e due bagni. Aveva due figli, la signora, e un marito. Ricordo anche la penombra nella quale la casa era costantemente avvolta. Abitava all'ultimo piano di un condominio signorile, nella via parallela a quella, dove io, ragazzo, abitavo con la mia famiglia. Lei era la mia insegnante di ripetizione di matematica. Brava in questa materia, un genio in chimica. All'istituto Magistrale infatti ero carente nei conti e nei ragionamenti algebrici, ma piuttosto abile nelle materie letterarie. Mi piaceva studiare gli autori fondamentali della nostra letteratura e soprattutto mi piaceva, fin da allora, scrivere e raccontare, riempiendo fogli protocollo a righe, con la biro Bic di colore nero. Appena entrato in casa, lo studio dove mi dava lezione, era sulla destra; ampio, una scrivania antica sommersa di libri, quaderni e posacenere e una libreria in legno piena all'inverosimile di altri libri, enciclopedie e fogli, tanti fogli scritti, accatastati uno sopra l'altro . Più avanti una sala, lo studio del marito e sulla sinistra la cucina, con la porta sempre chiusa. Insegnava in una scuola superiore cittadina e a quanto si diceva era il terrore degli studenti che le avevano affibbiato soprannomi non proprio gentili. Siciliana di nascita, nobile di famiglia, a Catania esiste ancora il palazzo della famiglia con tanto di stemma, era fuggita al nord per amore, sposando in gran segreto, un ingegnere lombardo, conosciuto durante una vacanza, anche lui follemente innamorato. Mi piaceva tantissimo il suo modo di parlare, incantevole l'accento natio che condiva ogni sua parola. Fumava molto e pareva che ogni sigaretta fosse l'ultima, da respirare con assoluta concentrazione. La portava alla bocca con un rituale lento, già pregustando il momento nel quale l'avrebbe accesa, con devozione, come si accende un lumino davanti alla Santa Vergine. Chiudeva gli occhi e aspirava una prima boccata, lasciando che il fumo perlustrasse il corpo, per poi uscire lento dal naso e dalla bocca. In questa piccola nebbia biancastra che le ombreggiava il viso, sembrava un'apparizione, con la testa china sul mio quaderno a quadretti e sul problema che dovevo risolvere. Silenzio assoluto in quei momenti. La signora prima di spiegarmi la soluzione, doveva capirla lei e guai a fiatare! Ogni tanto si alzava dalla poltrona quando i suoi figli litigavano come capita tra fratelli, scompariva per qualche minuto... pim pum e pam e poi tornava sorridendo. "Loro sono sistemati, adesso tocca a te". E rideva in silenzio con gli occhi chiari fissando i miei capelli biondi. Allora ne avevo tanti. Quando finalmente aveva risolto mentalmente il problema, mi guardava da sopra le spesse lenti con un'aria di soddisfazione, come se pure lei si sorprendesse di esserci riuscita " Figlio di Dio, ho capito!". Pronunciava la prima parte di questa esclamazione, come una parola unica senza i dovuti spazi, abbondando di lettere d e o. Praticamente la frase esatta risultava "Figliodddidddioo". A stento trattenevo una risata. Mi faceva pagare solo l'ora di lezione, anche se in realtà passavo con lei l'intero pomeriggio intervallato da qualche fuga nella camera dei figli quando era il caso, da una quindicina di sigarette e da un "Figliodddidddio" pronunciato come intercalare. L'ultima volta che la vidi, ero adulto, lei sulla sedia a rotelle, accompagnata da una badante rumena. Le andai incontro felice per salutarla, ma non mi riconobbe, ricambiando il mio saluto, freddamente, con uno di cortesia. Morì nel sonno già vedova, molto in là con gli anni ed è sepolta insieme al marito vicino al mio babbo. La foto in bianco e nero sulla lapide la ritrae giovanissima durante il viaggio di nozze in posa davanti alla fontana di Trevi.

Tutti i racconti

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Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

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  • Rubrus: E' il racconto cui accennavo quando ZR parlava dell'ovivorous montanae. [...]

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La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

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L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

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Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

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  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

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L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

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Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

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  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

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In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

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  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

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Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

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La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

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  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

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Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

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  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

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L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

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  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

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Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

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