Ehi, vi ricordate di me? “Sorriso demoniaco”. Forse si. Forse no. Ha importanza? Ti consiglio di ascoltare una playlist dark techno, mentre leggi. La pagina di uno dei miei diari è stata pubblicata su un sito di racconti, e a qualcuno è piaciuta. Magari anche questa farà la stessa fine, chissà? Me la sono goduta a leggere i commenti. Sto ascoltando dolce musica techno, che forse risulta dolce solamente alle mie orecchie, ma Dio: è meglio dell’omelia di un sacerdote. Questa volta scrivo direttamente seduto a terra, in mezzo alla pista da ballo, le gambe incrociate, perché mi sono detto: perché no? Perché rifugiarmi in bagno per farlo e non riversare invece direttamente i miei pensieri qui, al centro della fonte, quando il Berghain di Berlino è pieno e nessuno giudica, nè chi si apparta per gemere nè per assurdo chi si rilassa nel casino, ondeggiando la testa a ritmo con una penna tra le dita? C’è buio, fantastiche e sporadiche luci al neon: scrivo senza leggere bene cosa spurga dalla biro, e anche questo mi fa sorridere. È così assuefacente essere qui con il cuore che danza. Cosa pensate: non mi sono calato di niente. Il ritmo ed il Berghain sono la mia sola droga. Perché quando penso a certe cose immagino sempre la mia psicoterapeuta tanto fiera di me? Ah, la ricerca di approvazione. Quella donna che sta ad ascoltarmi per ore a volte so che per me si fa padre e madre. Penso a lei, mentre cerco assenso in immaginari complimenti. “Bravo, hai passato una nottata senza stupefacenti a divertirti. È sano questo, lo sai?“ Grazie, dottoressa. Grazie, mamma. Approvi la mia vita qui, a Berlino? Il fatto che stasera il tuo bambino forse userà un preservativo per evitare di ammalarsi? Le malattie vanno e vengono, mamma. Nel tuo delirio, mi hai reso più malato tu che mille notti di sesso occasionale. Lo sa, questo? Ha poca importanza, comunque: ci sono più protezioni qui, disinfettante e profilattici, che in una farmacia. Mi piace ciondolare con la testa a dx e a sx. Qualcuno mi accarezza i capelli: reclino il capo per ringraziarlo con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra truccate di blu fluo, guardo dal basso il proprietario di questa coccola e intravedo il viso di quello che è poco più di un ragazzino. Indossa un cerchietto con le corna illuminate di rosso, lo stesso colore del trucco che sfuma i suoi occhi. Danke. Non può sentirmi in questo casino, così torno a scrivere. È cambiato tutto così tanto da che sono in questa città. Certo, ci ho messo un po’ a liberarmi di tutti i miei preconcetti. Certe paure sono ancora lì, nel fondo della mia anima, ma almeno ora ballano sulla techno. Balla l’università non finita. Balla lo smacco provato la prima sera da lavapiatti senza capire ancora una parola di tedesco, il nervosismo e la successiva piacevole arrendevolezza che per assurdo mi ha fatto addormentare soddisfatto, le mani che ancora sapevano di detersivo e 100 € sudati in tasca. Balla la faccia di papà nell’unica videochiamata che mi ha fatto da che son qui. Il suo disappunto, sullo schermo. Balla il viso di mamma, che versa lacrime perché qualcuno le ha detto che il suo bambino cerca uomini tramite app. Balla la foto che ho postato qualche mese fa, fiero della mia stanza, il futon a terra circondato da libri usati che ho trovato a Mauerpark. Balla tutto, e io sorrido ancora. Scrivo tutto questo lasciando che una bocca mi baci il collo, che scivoli sulla mia clavicola mentre due paia di mani mi accarezzano il petto. Ho fatto bene a restare a torso nudo. Mi viene spontaneo succhiarmi il labbro inferiore mentre scrivendo di riscoperta e danze immagino come possa proseguire la nottata. L’ultima volta ho conquistato. Sono uscito per un mese alla luce del sole con quel ragazzo che mi ha regalato in un locale simile a questo la fellatio del secolo. Quello che per una volta non mi ricordava di faccia mio padre. Ho però mandato tutto a puttane, o meglio: potrebbe essere. Di questo si che ho paura. Mi ha chiesto di vederci a casa mia ed io, in risposta, dopo l’ennesimo servizio al ristorante mi sono catapultato qui. Sapete cosa, però? Gliel’ho detto, che venivo qua. Mi sono detto: lascia che segua la pista. Che ti cerchi, che ti venga a salvare magari per essere salvato anche lui. So che non sono le sue mani a scivolare sul rigonfiamento dei miei pantaloni di pelle, però. È sbagliato io mi stia comunque divertendo? Chiunque tu sia, che forse un giorno mi salverai e vorrai io ti salvi altrettanto, devi sapere tutto di me. Anche questo. Le persone non sono solo buone o solo cattive. Non sei un santo se ti iscrivi alla facoltà che voleva mamma. Non sei un demone se dici a tuo padre che sei gay, rovinandogli la reputazione. Sei umano. Voglio che tu, che mi vorrai, sia umano. Psicoterapeuta: sei un po’ sinceramente fiera di me? Il gemito che mi sfugge viene fagocitato dal beat, e per continuare a scrivere devo raddrizzarmi, inarcarmi. Non voglio smettere nè di scrivere, nè che queste mani smettano di sondare il mio corpo. Adoro questo locale. Possibile che mi sembra di sentire il mio nome, con un tono famigliare, scivolarmi dentro l’orecchio, fuori dalle stesse labbra che poi ne succhiano il lobo? È venuto qui? Possibile? Mi inarcò di più e, cazzo: ora sorrido apertamente. Le mani mi stanno ancora accarezzando, ma il mio conquistatore, il mio conquistato, non mi giudica. Lo sento. Caro diario: devo smettere di scrivere, per adesso. Traumi da mandare a farsi fottere attendono ancora una volta che io lo faccia, e sempre più rapidamente. E la techno pulsa tanto quanto me. Devo alzarmi. Lo voglio. Mi è permesso, oltre ogni pregiudizio, amare questa assuefacente libertà? 

Tutti i racconti

2
3
18

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Il racconto gioca intorno al tema del doppio, ma è un falso doppio. [...]

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

10
14
50

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
10
30

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • An Old Luca: Lette tutte le quattro parti insieme (ci vuole un poco di pazienza... ma il [...]

  • An Old Luca: ...e un mare di insegnamenti , come sempre!

5
9
28

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
25

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
23

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
32

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
12
49

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

8
11
50

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

Torna su