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Un fresco crepuscolo iniziava ad accennare le sue incantevoli sfumature e in città in quel solito locale vi era un branco di uomini mulatti di una certa età, avvolti nel calore delle loro cuffie, che si avventuravano nel mondo colorato della musica popolare come avventurieri in cerca del Santo Graal. Esperti nelle lingue oscure dei cantanti dalla classifica sino a quelle misteriose note orecchiabili, erano pronti a sfidare qualsiasi avversità per scoprire il potere che la musica aveva sul loro animo invecchiato. Armature di jeans stretti e camicie sgargianti, essi si tuffavano in un mare di melodie, rimbalzando come palloncini nel vento. Dopo aver fumato e bevuto della birra fresca, le loro chitarre erano trincerate come possenti spade e le loro voci grezze si libravano nell'aria, come un coro di cicale emozionate al chiaro di luna. Sulle loro teste, cappelli a testa larga come scudi protettivi contro il disinteresse del mondo esterno. Ma ecco che accadeva una cosa straordinaria a questo gruppo di amici di vecchia data: la musica popolare li trasformava! Gli inni degli idoli adolescenziali si infiltravano nelle loro vite come un incantesimo, confondendo il tempo e facendogli dimenticare i loro grigi capelli e le rughe che solcavano i loro visi, i loro problemi personali e quant'altro! Immersi nel ritmo incalzante, si trasformavano in giovani danzatori scatenati, che si dondolavano con una grazia che solo l'inesperienza poteva donare. Le loro gambe si muovevano come fusi di seta su una sartoria di note, mentre le menti si libravano nell'infinita saggezza dei testi apparentemente banali. La musica popolare incastonava felicemente le pietre preziose della loro nostalgia adolescenziale in un gioiello di virtuosismo emotivo. Ma come tutte le belle favole, anche questa aveva il suo lato oscuro. Mentre i loro corpi ballavano leggeri sulle note, le loro tasche si alleggerivano a dismisura. Acquisti impulsivi di CD, vinili e memorabilia si accumulavano come tesori rubati in una stanza segreta, lontano da occhi indiscreti come quelli delle loro mogli e figli! Ma la gioia di sentirsi giovani superava ogni ragionamento logico. E così, quegli uomini di una certa età vivevano in un mondo parallelo, dove le canzoni pop guizzavano come fulmini, illuminando le loro menti e cancellando ogni traccia di tempo. Le strade della quotidianità diventavano piste da ballo e i negozi di dischi erano templi sacri da esplorare con devozione. Ma chi può biasimare questi uomini audaci? Nella frenesia della vita, in cui i giorni scivolano via come sabbia tra le dita, la musica popolare è un'ancora di gioia che li solleva dal peso dei pensieri e li catapulta in un mondo di fantasie. Perché, alla fine, l'effetto della musica popolare sugli uomini di una certa età è solo un altro mistero delle meraviglie dell'universo. E così, con i loro cappelli a testa larga saldamente sul loro capo e le mani che strimpellano le corde di una chitarra come fossero teste di leoni, questi uomini continuano la loro danza, trovando conforto e divertimento nelle melodie che hanno segnato la loro giovinezza. Perché, come disse uno scrittore e critico musicale ossia Alessandro Barrico: "La musica è l'armonia dell'anima", lascia ampiamente ispirazione e stile di vita per loro. Così, mentre il tempo avanza implacabile, questi uomini continuano il loro spensierato e gioioso balletto, in cerca dell'eterna giovinezza che solo la musica può offrire regalando emozioni che scorrono nell'anima che non invecchia mai.
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Utente Anonimo
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Premessa: All’età di trentasette anni credo di aver raggiunto il primo giro di boa della mia vita. Per questo motivo mi piace “allietarvi” (termine usato solo per darmi un tono e scherzarci su) e nel contempo riportare la mente a quei momenti della mia infanzia. Cantata nella celebre canzone [...]
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«Sarà possibile votare dalle 10 alle 13. Potete recarvi presso un terminale di comunicazione, inserire nell'apposita fessura il tesserino di identificazione e poggiare sullo schermo l’indice della mano sinistra. Una volta che sarete autenticati, potrete esprimere la vostra preferenza». L’annuncio [...]
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Rubrus:In tutte o moltissime storie dell'epoca il buono finiva prigioniero del [...]
Lawrence Dryvalley:Esattamente, Rubrus! Possiamo considerare la mia striscia come un micro-bignami [...]