Mentre l’auto li portava verso la valle passarono davanti ad una stazione ferroviaria, metà era in piedi, metà ridotta in macerie. Grossi frammenti di cemento giacevano al suolo con i tubi metallici che spuntavano fuori da essi per metri. Che rumore fa un tubo metallo quando si lacera? Geme, stride, scoppia?

Suo padre non sapeva nulla della sua avventura in stazione un anno prima, non l’avrebbe accettato, sicuramente l’avrebbe punita, quanto era rigido e severo suo padre. Le sue amiche andavano in giro con i jeans strappati, lei no. Le sue amiche si potevano truccare, lei no, alcune sue amiche avevano un piercing, lei no. Almeno le concedeva di… o forse faceva finta di non vedere quando in estate girava per casa in pantaloni corti, o forse questo rientrava in una categoria diversa e non faceva parte delle cose futili. Sua mamma non l’avrebbe mai saputo, ormai era morta da due mesi, in uno dei primi bombardamenti, era uscita per fare due spese, lei era rimasta a casa, l’esplosione era stata vicina, il boato lo ricordava, così come le grida, le sirene, poi il silenzio, suo padre era venuto a prenderla per andare a dare l’ultimo saluto al corpo senza vita. Questa era la guerra, centododici giorni di guerra, dormire con il pensiero che un missile può distruggere la tua casa trascinando sotto le macerie tutti i corpi vivi. Mangiare con questo pensiero, leggere, suonare quell’amato flauto che ora nascondeva in fondo alla sacca.

A sua madre forse l’avrebbe raccontato un giorno cosa aveva fatto un anno prima in stazione, era il suo compleanno, non era andata da Nyida come aveva promesso, si era incontrata con un ragazzo mai visto prima, lei con il flauto, lui con il violoncello, si erano passati i brani da studiare senza essersi mai parlati, andavano a suonare, per diletto, per dare un po’ di musica alla gente, per guadagnare qualcosa, da nascondere poi da qualche parte ed usare per spese irrilevanti. Lei studiava flauto e il suo talento era immenso, così aveva detto il maestro: avevo orecchio, sapeva trovare il miglior suono con naturalezza, aveva le mani sciolte sulle chiavi del flauto, una sensibilità particolare nell’interpretare ogni brano, e tanta disciplina. Passione? Quella il maestro la nominava con lei ma con suo padre non aveva detto nulla.

“Eccoti, finalmente ti conosco?” le aveva detto Roman vedendola per la prima volta, due baci sulle guance, lei indossava un maglione di lana a strisce e disegni geometrici, aveva con sé una matita per occhi e l’avrebbe usata un momento prima di cominciare, il cuore le batteva. “Hai studiato?”

“Ma certo! Sono agitatissima…” gli aveva confidato e lui le aveva dato una pacca affettuosa sulla schiena.

“Figurati. Hai suonato in orchestra. Dai, sarà bello!” e bello lo era stato davvero. Suonare e guardarsi attorno. Avrebbe voluto solo suonare e sorridere. Invece la paura che suo padre o qualcun altro la riconoscesse l’aveva tenuta sempre tesa. Come si fa a suonare agitati così? Si fa anche questo quando si è musicisti.

I pochi soldi guadagnati erano rimasti nascosti a casa, forse un giorno qualche soldato nemico li avrebbe trovati, forse la sua casa sarebbe crollata e i soldi persi tra la polvere e frammenti di cemento.

Il nome della flautista è Hristin, il suo amico si chiama Roman, già detto, forse nessuno lo chiamerà più così, era solo un nome d’arte, lui da un giorno all’altro è sparito, fuggito o partito con l’esercito, lei non lo ha più sentito, forse un po’ l’amava anche se non glielo aveva mai detto, se si può amare essendosi visti solo una volta, a lei comunque piaceva. Magari anche a sua mamma sarebbe piaciuto, lei era dolce e delicata con lei, non la difendeva con suo padre ma comprendeva cosa desiderava.

Hristin guardava suo padre, lui invece non era nell’esercito, genitore di un’orfana, proprio lei, godeva della dispensa. Strano perché ormai aveva sedici anni e forse poteva essere considerata grande abbastanza dal governo per badare da sola a se stessa.

Suo padre le aveva spiegato tutto: avrebbero fatto una camminata a piedi, poi un’auto li avrebbe raccolti e portati fino alla fine della strada sulla valle, bastavano tanti soldi per riuscire a corrompere qualcuno. Ma Hristin aveva sentito dire molto altro, anche se non si vedeva quasi mai con qualcuno nei giorni della guerra aveva passato più tempo nel cortile, a pochi metri dalla porta di casa, pronta a rifugiarsi nel caso ci fosse stata emergenza. E là nel cortile si parlava di tutto, i ragazzi non fuggivano mai con i genitori: i ragazzi non danno nell’occhio e se qualcuno li vede spesso fa finta di nulla, anche i militari hanno figli e ancora talvolta un po’ d’affetto, chiudono gli occhi e non vedono nulla, gli adulti fuggono di notte, correndo e strisciando sui pendii della montagna, le famiglie non fuggono mai unite. Guardò suo padre, promettimi che verrai con me al di là del confine, non lasciarmi sola.

– Stai bene – le chiese delicatamente il padre, i suoi occhi la fissavano e desiderava più che mai che non fosse l’ultima volta a vederli.

– Sto bene! – Stavano rischiando e tanto, ma non sarebbe stato un rischio minore rimanere nella propria casa.

– Domani mattina sarà tutto finito, andremo a far colazione in un bar e tu mangerai cioccolata calda e brioche, vivremo di nuovo in una terra di pace, vedrai.

Parcheggiarono la macchina e scesero a fare un giretto, uno zainetto sulle spalle, dentro un flauto, due vestiti, un quaderno, un peluche, qualche foto, nulla di più. Non sapeva cosa ci fosse nello zaino di suo padre, ma temeva… chi fugge spesso ha una pistola. Suo padre avrebbe forse sparato a qualcuno, avrebbe ucciso per riportarla in una terra con un futuro? Non ci voleva pensare, ora si camminava e basta.

– Libera la mente, non pensare a nulla! – come poteva farcela, qualcuno li guardava, quel piccolo paese non era stato mai bombardato, lì la vita fluiva ancora tranquilla, forse…

Tutti i racconti

7
5
16

Karma 2/4

18 September 2025

Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale Capitolo II Monica Rossi Monica Rossi aveva ventotto anni, una penna affilata e pungente ed un istinto che le aveva già fruttato due denunce e una promozione. Era una bella donna, scura di capelli e di carnagione. Si era fatta strada [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
4
16

Madre

18 September 2025

Nel sogno dolce ancor ti veggio viva, col volto chiaro e con lo sguardo rovente, che luce dona e l’alma mia ravviva. Smarrito io sono in questa notte spente, ma tu sei fiamma che non teme oscura, guida nascosta, ma presente sempre. Se morte parve chiuderti la cura, più forte io sento il tuo [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

8
11
36

Karma 1/4

17 September 2025

Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale Capitolo I Giovanni Arturo Agostino Edoardo duca di Quintavalle Una delle ville di famiglia sorgeva lontano dalla città in un luogo inaccessibile, tra querce secolari e siepi arruffate e disordinate che nemmeno il giardiniere osava sistemare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
8
31

Il pedone romano

17 September 2025

Il pedone romano c'ha 'na vita ricca de avventure, ma pure de sacrifici. Avventure perché ogni volta che deve attraversà la strada deve cercà de rimanè vivo il minimo indispensabile almeno pe arrivà al lavoro. Sacrifici perché pe trovà una striscia su cui attraversà o aspettando il momento giusto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
22

Vi racconto il mio incontro con la macchina da scrivere musicale

Un altro ricordo della mia infanzia

17 September 2025

Nel vasto mondo delle invenzioni, solo poche di esse riescono a catturare l’immaginazione collettiva come a me capitò con la macchina da scrivere musicale. Seppur non ampiamente conosciuta, questa straordinaria invenzione ha segnato un’epoca in cui la musica e la scrittura potevano fondersi in [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Sembra una favola, per la tua bravura a raccontare storie con un cuore. Sempre [...]

  • Rubrus: Non conoscevo affatto questa macchina e ti ringrazio per avermela fatta conoscere. [...]

6
9
40

La lettera che girò il mondo

16 September 2025

La lettera che girò il mondo Questa storia narra di un piccolo gruppo di bambini, che un bel giorno decisero di far volare in cielo tutte le lettere dell’Alfabeto Avevano sognato di mandarle a tutti i bambini del mondo, con la speranza che sarebbero tornate indietro con una semplice risposta [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
43

📝 Poesia di fine estate

16 September 2025

Notte fonda. Come un respiro trattenuto troppo a lungo, un tuono squarcia il silenzio della città, liberando il cielo da un peso soffocante. Le prime gocce, timide e incerte, si fanno presto insistenti, trasformandosi in rovesci impetuosi che ridisegnano strade, tetti, alberi. Afa, sabbia, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
7
31

Le farfalle

16 September 2025

Una mia compagna di classe credeva a diverse storie sulla magia, ma non quella magia dove le carte compaiono e scompaiono, o dove una persona viene tagliata a pezzettini e ricomposta; no, lei credeva alla fate per esempio, alla possibilità di sviluppare poteri magici di vario genere, e poi alle [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

6
18
40

Il treno 2/2

15 September 2025

Corse alla porta di comunicazione tra i vagoni, ma anche quello successivo era vuoto. Stava correndo a perdifiato per tutto il treno e stava arrivando alla locomotiva: non era possibile. Era fuori di sé e quasi fece cadere il capotreno. «Oh, mi scusi» disse. «Di nulla, signore» rispose il capotreno. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
6
27

La bambina

15 September 2025

Ma cosa hanno tutti! Il capoufficio pretende termini entro sera le pratiche che mi ha appena assegnato. "Questo ufficio non è un ente pubblico dove il lavoro procede rallentato: nel privato, dovrebbe saperlo signorina, è necessario rispettare i tempi” sentenzia dall’alto del suo metro e novanta, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Giampaolo: Grazie a tutti dei commenti lusinghieri, spero di continuare a collaborare [...]

  • Surya6: Mi è piaciuto molto, mi ha ricordato Estranei di Taichi Yamada, letto [...]

3
5
24

Megan 2/2

la ribelle di Scozia

15 September 2025

Finito di dare gli ordini scese dalla torre e si accinse a prepararsi. Il suo scudiero lo aiutò a indossare la sua armatura. I pochi raggi di sole che uscivano dalle nubi la facevano risplendere di una luce sinistra, tanto era lucida. Il ponte levatoio si abbassò e iniziò la sfilata dei cavalieri, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: Bello. Ma sono per il motto ( a grandi linee) "facciamo l'amore e [...]

  • Lo Scrittore: Rubrus: conosco bene la storia di Budicca, quella è realtà storica, [...]

6
10
41

Il treno 1/2

14 September 2025

Marco Levratti, prima di salire sul treno, si diede una sistemata al nodo della cravatta e si ravviò i capelli. Aveva un appuntamento importante a Milano per un nuovo lavoro e ci teneva a presentarsi al meglio. Guardò l’orologio al polso e vide che erano le nove del mattino: perfetto, sarebbe arrivato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Un inizio degno del telefilm "Ai confini della realtà".Like

  • thecarnival: si quello e esattamente lo spirito centrato in pieno;))))

Torna su