Giulietta camminava lungo la stradina che costeggiava il lago, spingendo la carrozzina che custodiva il piccolo Nicolas. Era felice di quella giornata, con i primi raggi di sole della primavera che riscaldavano e illumi­navano le montagne circostanti. 

Aveva lavorato duro gli ul­timi giorni al negozio di calzature, dove era tutto un fermento di acquisti per la nuova stagione. Tutti che volevano comprare le ultime pro­poste riguar­danti il jogging e le camminate in montagna. La gente era sempre più esigente e provava e riprovava i modelli di scarpe; alcuni fortunatamente compravano subito, la maggioranza delle persone invece vo­leva provare anche fino a dieci paia per poi non comprare nulla, lasciandola alla fine della giornata con la schiena dolorante, dopo tutto quell'alzarsi e abbassarsi per servire la clien­tela. 

L'inverno ormai era de­finitivamente dietro le spalle, e per sei mesi il mondo si preparava a vivere all'aperto. Anche lei ne ap­pro­fittava quel giorno, una sana camminata e tanta aria fresca da far re­spirare al figlio di due anni.

 

Erano le due del pomeriggio e Giulietta si girò all'indietro, aveva sentito dei rumori strani. Vide un uomo a circa trenta metri. Costui, nell'attimo veloce in cui si era voltata, l'aveva visto vestito bene, con un bel paio di pan­taloni e un maglione in tinta; guardava davanti a sé, nella direzione di Giulietta. 

Non c'era in giro anima viva, sembrava che il mondo stesse facendo la pennichella delle giornate estive. Il primo sole di marzo trasmetteva una sensazione di calma e di fermo alle velocità quotidiane. Era accaldata e subito non ci fece molto caso, ma dopo qualche passo avvertì, come una stilettata, una strana in­quietudine. Continuò lungo la stradina, costeggiando le case che si affacciavano sul lago, osservando i giardini disordinati dopo l'in­verno e le persiane sprangate. Gente di città, pensava, che avreb­bero affollato la zona nel giro di qualche settimana. Ma ora non c'era nessuno. Il piccolo Nicolas dormiva tranquillo, illuminato dal giovane sole primaverile.

 

Si voltò di nuovo e lo rivide, stessa distanza e medesimo sguardo imperterrito, dritto come un fuso e sorretto da una camminata agile. Fu un attimo, e la paura s’impossessò di Giulietta. 

Sentiva su di sé il suo sguardo, quasi lo sentiva ansimare. 

Cercò nella borsa il cellu­lare, lo prese con le mani nervose e lo portò all'orecchio. Fece finta di parlare, ma si ricordò che non aveva neanche composto un qual­siasi numero di telefono. Stupida! Era spento! Ora si ricordava perché fosse così, non voleva essere disturbata in quella passeggiata con il suo bambino. Pensò di accenderlo e di chiamare suo marito o sua madre, ma lo ripose nella borsa. Sentiva il sudore fuoriuscire sulla fronte e sotto la giacca.

Prese coraggio e si voltò.

L'uomo ora era più indietro rispetto a prima, stava fumando una sigaretta. Camminava spedito, guar­dando sempre dinanzi. Giulietta calcolò la distanza che la separava dal bar del paese, a occhio e croce era circa un chilometro, un'eternità. Riprese a camminare di buona lena, con le ruote del passeggino ci­golanti lungo la strada lieve­mente sconnessa. Si voltò di nuovo, e lo vide, ormai era a po­chi passi da lei. L'agitazione stava raggiungendo il culmine, in quell'ultimo frangente di vita cominciò a chiedersi cosa avesse fatto per essere così sfortunata, voleva fermarsi e dire all'uomo di fare di lei qualunque nefan­dezza volesse, ma di lasciar stare il bambino, si pentì di non avere in borsa quegli spray al peperoncino che usano le ragazze di città. 

Era terrorizzata e capiva che ormai era troppo tardi, il mondo era distante e indaffarato.

 

Nicolas si era svegliato e le urla energiche risuonarono lungo il lago. Prese il ciuccio e glielo assestò in bocca — taci, Dio mio, ti prego — con le lacrime agli occhi.

 

A passi veloci l'uomo la affiancò e la salutò con un bel sorriso. Si piegò verso il piccolo Nicolas con una smorfia giocosa, conti­nuando per la sua strada.

Tutti i racconti

1
1
10

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
11

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
1
22

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
1
23

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
30

COABITAZIONE - 1/2

Momenti di convivialità tra nonsense e umorismo

19 December 2025

Il coabitare, ossia il terriccio su cui fiorisce il nostro vivere insieme. La coabitazione è il coabc della società, è la base e l’altezza un po’ di tutto, in particolare di ogni strumento urbanistico. E’ impensabile infatti che la totalità degli individui associati usufruisca di un alloggio a [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
4
32

IL NUMERO UNO

19 December 2025

La lunga striscia d’asfalto che stavo percorrendo, aveva appena salutato l’area metropolitana con le sue guglie di cristallo e le sue torri a scandire ritmi e tempi del prepotente e recente sviluppo urbanistico della città. L’incombente presenza del cemento era, solo in parte, ingentilita dai numerosi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
4
42

Road to H.P.L. 2/2

18 December 2025

Mi svegliai la mattina seguente in preda all’euforia per la scoperta che avevo fatto; ero così eccitato che quel giorno stesso decisi che avrei seguito, come una bibbia, tutto ciò che quel manoscritto di cento anni fa mi avrebbe rivelato. Incontrai a metà mattinata un mio caro amico che non vedevo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
11
55

Palermo, 1929

La bottega dei giocattoli

18 December 2025

È quasi il tramonto e sulla Passeggiata delle Cattive si intravede un timido arcobaleno. Una bambina, forse di 10 anni, porta con sé un fagotto di pezza e trascina per mano il fratellino recalcitrante. Si dirigono verso la Kalsa. «Spera che il signor Impallomeni possa ripararla, altrimenti sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
7
38

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
5
31

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Maria Merlo: Molto bella davvero. Like.

  • ducapaso: Paolo, Filiberto, Dax, Maria a voi un grande abbraccio di ringraziamento, temevo [...]

6
8
65

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
9
58

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

Torna su