Il convento delle figlie di Maria Ausiliatrice era l’ultimo rifugio religioso rimasto in attività, degli altri presenti nella zona si era persa memoria. Situato nella parte alta di una collina e nascosto da una fitta vegetazione arborea era riuscito a resistere al tempo e al progresso che lentamente aveva svuotato questi luoghi di culto.

Sorto alla fine del milleseicento per volontà di un nobile marchese per ingraziarsi i favori di cardinali e vescovi che avevano scelto quella zona per le loro dimore di rappresentanza, ancora oggi è presente sul territorio con la sua mole austera.  A quei tempi i conventi erano la soluzione ideale per le famiglie aristocratiche che li utilizzavano per mandarci le figlie femmine che non riuscivano a far sposare, vista le sempre minore disponibilità di uomini di buona famiglia disposti a prendere in moglie delle ragazzette isteriche e viziate o talmente virtuose da indurre i candidati alla fuga.

Questi rifugi erano sempre pieni di donne costrette a diventare suore contro la loro volontà e sottoposte a tutte le regole monastiche alle quali dovevano sottostare. Dopo il periodo di noviziato potevano diventare monache figlie di Maria. La loro vita si sarebbe finita lontano dal mondo, rinchiuse fra quelle mura spesse e fredde. Non tutte però avevano la vocazione e lo spirito necessario per sottostare alle ferree leggi che regolavano la loro vita all’interno di quelle mura, dove spesso si svolgevano trame di vita diverse da quelle che ci si aspettava in quei luoghi ritenuti sacri. L’assidua frequentazione di preti e monaci nascondeva, agli occhi del mondo esterno, segreti inconfessabili e situazioni che non erano certo ammesse.

All’interno del convento delle figlie di Maria, le poche suore rimaste conducevano una vita  monotona, con un rigore che ormai era un’abitudine, molto più orientata alla solitudine. Ormai con la mancanza di nuove entrate, le ultime suore stavano perdendo anche quella parvenza di fede che le aveva tenute in vita per tutti quegli anni, erano riamaste in sette e la più giovane aveva cinquant'anni. Da un mese però era entrata a far parte del gruppo una giovane novizia mandata in quel posto come una sorta di punizione dal vescovo che intendeva riportarla sulla strada della redenzione. Fin da subito la ragazza aveva manifestato atteggiamenti e comportamenti particolari, era molto esibizionista e insensibile alle punizioni che abitualmente le venivano inflitte. Il vescovo non intendeva lasciarla andare, voleva recuperarla sulla retta via e allora aveva pensato a quel dimenticato convento, dove sperava che le anziane religiose rimaste l’avrebbero rimessa in riga. Non era ancora una suora, era nel periodo di noviziato, ma doveva attenersi a tutte le regole e ai comportamenti del ruolo che era destinata a ricoprire.

Era arrivata da solo da pochi giorni al convento e subito si era fatta notare per la sua insolita condotta poco consone all’abito che indossava. Incurante delle critiche delle suore anziane si comportava con una sfrontatezza che mai si era vista all’interno di un convento. La madre superiora la esortava a comportamenti più adeguati, ma lei era ribelle per natura e se ne fregava di tutto e di tutte. La mattina dopo una brevissima preghiera, mentre le altre restavano a pregare lei, andava in refettorio a fare colazione, poi se ne andava in giardino, non per lavorare l’orto come le compagne, ma si sdraiava sul prato o su qualche sedia rimediata in refettorio e si alzava la tonaca grigia tipica delle novizie ben oltre le ginocchia, fino a scoprire le mutande, la sua carnagione bianca spiccava al sole. In più di un’occasione, quando il sole era più caldo, si era spogliata del tutto restando in due pezzi. I rimproveri della superiora e le punizioni corporali che riceveva, non le facevano nessun effetto, rispondeva per le rime, affermando che non faceva nulla di male, erano tutte donne e nessuno la poteva vedere, perché allora privarsi del sole che tonificava il suo corpo?

Esasperate e risentite da questi atteggiamenti, le altre suore decisero di mettere un freno definitivo a quelle intemperanze. Scrissero una lettera al vescovo facendo presente la situazione.  Sua Eccellenza doveva prendere provvedimenti adeguati, quella ragazza non era adatta a vestire gli abiti di clausura. Le anziane donne erano convinte che fosse posseduta dal demonio e nella lettera al vescovo rimarcarono questa possibilità.

La risposta non si fece attendere, una mattina qualcuno bussò al portone del convento, era un prelato mandato dal vescovo con il compito di esorcizzare la ribelle. Doveva essere per forza vittima di Satana, anche il vescovo era giunto alla stessa convinzione. Per comportarsi in quel modo non ci poteva essere nessun'altra alternativa.

Il reverendo Anselmo di Treia era stato incaricato di tale compito, lui era uno specialista in materia, aveva risolto centinaia di casi del genere sempre con successo. Quando i due s'incontrarono la  giovane e procace Agnes riuscì facilmente a irretirlo. Non le fu difficile legarlo a se facendogli provare il piacere della carne e della lussuria. Il prete finì col cedere e così la sua anima si perse nel buio dei corridoi del vecchio maniero.

Il vescovo, uomo maturo e scaltro manovratore di uomini e donne, aveva messo in conto una eventualità del genere per sopperire alla debolezza del suo incaricato aveva mandato una lettera alla madre superiore con le istruzioni per esorcizzare lei stessa l’indiavolata. Attirata in una stanza e legata al letto, Agnes fu sottoposta a un rito proibito dalla chiesa, ma che era conosciuto da molti prelati di alto rango. Dopo due giorni di sevizie, torture e riti non proprio ortodossi il corpo cedette e molte delle suore presenti erano pronte a giurare che avevano visto con i loro occhi lo spirito maleodorante e fumoso del diavolo abbandonare per sempre le carni prosperose della ragazza.

Nel libro diario del convento dove la madre superiore deve annotare tutto ciò che accade all’interno delle mura, la stessa aveva omesso di scrivere che per essere aiutate nella lotta per sconfiggere il male aveva chiamato gli uomini che erano ammessi al convento, il falegname, il contadino e il giovane sagrestano del paese che veniva a suonare le campane nei giorni di festa. Loro sapevano come spegnere il fuoco che divorava l’anima di quella giovane perduta. Ogni volta che uno di loro entrava dentro di lei, un pezzo del diavolo ne usciva attraverso i lamenti e le grida di Agnes.

In queste manovre continue partecipavano anche le suore anziane che si adoperavano per tenere alto il fervore degli uomini fino alla fine. Dopo la cura intensiva alla quale fu sottoposta, Agnes diventò una docile creatura che abbracciò la fede e una condotta pari a quelle delle sue compagne più anziane. Di tanto in tanto quando sentiva nascere dentro di sé qualcosa che la metteva in allarme, per paura di ricadere vittima  di Satana, chiamava lei stessa gli uomini e si sottoponeva a una cura preventiva.

Tutti i racconti

0
0
0

Il Rosso e il Bianco 1/3

07 October 2024

Era una mattina fredda e gelida sull'altopiano di Asiago, durante una delle fasi più dure della Prima Guerra Mondiale. La neve copriva tutto con il suo manto bianco, riflettendo una luce spettrale sotto un cielo grigio e plumbeo. Il silenzio era rotto solo dal rumore soffocato dei passi dei soldati, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
0

L'avocado e il male

07 October 2024

avocado e il male Dall’enciclopedia Treccani: Nel suo significato più ampio, il MALE è tutto ciò che crea un danno, turbando il benessere morale o fisico, ed è perciò evitato e oggetto di condanna (i mali che affliggono l’umanità… […] Proverbi a mali estremi estremi rimedi non tutti i mali vengono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
0

Solo per una notte (2/2)

Ispirato a tre storie vere - v. nota

07 October 2024

Buz si accese una sigaretta, proteggendola con una mano. Si era alzato il vento. Una brezza gentile che scivolava dalla cima delle colline come un animale notturno. Prima dell’alba avrebbe rinforzato, avrebbe attraversato la pianura e sarebbe giunta in città. A quel punto avrebbe potuto sentirla [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
0

CENTRALE PARANOICA 5

HOT BURRITO SHOWDOWN

07 October 2024

HOT BURRITO SHOWDOWN Hi, qui è la centrale paranoica! Oggi c'è stato un bel pò di trambusto al Transcend Village. Jack Inferno e Al Nessuno degli "Hillbilly Sillly" se le sono date di santa ragione per una questione di accordature. Il punto riguardava una cover dei Country Weather " Hot Burrito [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
4
9

Fedeltà

06 October 2024

Nel cuore della notte, oscura e silente, spira un vento di tenerezza persistente. Fedeltà in amore, come stella luminosa, guida i nostri passi con grazia radiosa. Intricati sono i sentieri del cuore, là dove la fedeltà fiorisce con ardore. Come ombra che accompagna, senza [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
23

L'aprimitili

06 October 2024

Quando ero un adolescente, prevalentemente nei mesi estivi dacché libero dagli impegni scolastici, da lunedì a sabato mi prodigavo come commesso magazziniere in un negozio di articoli casalinghi. Il lavoro non mi dispiaceva, ma c'erano vari aspetti negativi, tra cui la scarsa paga, che si attestava [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
9
23

Lo sconosciuto

06 October 2024

Lo sconosciuto Nulla di lui si conosceva, neanche il nome. Nulla. "Sono malato, sono malato!". Camminando con passo incerto ripeteva, quasi una litania, questa affermazione, che non era però una richiesta d'aiuto. Aumentava il tono della voce all'approssimarsi delle persone. Incespicava a destra [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dario Mazzolini: grazie piccola stella...e se non fosse stata follia? A me piace pensare quello [...]

  • Piccola stella: Penso non a una follia in senso ordinario, ma a quella marcia in più [...]

1
2
8

Solo per una notte (1/2)

Ispirato a tre storie vere, ma vi tocca aspettare la seconda parte

06 October 2024

«È cominciata per gioco e, forse, non è stato che un gioco». Jill spinse il cartoncino bianco verso Daphne. Era un comune rettangolo di carta rigida. Sulla formica bordeaux del tavolo, alla luce della vecchia lampada a incandescenza, mostrava tutta la sua ordinarietà. Un biglietto da visita di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
18

PIOGGIA

05 October 2024

Arriva un momento della tua vita, dove sei na semplice pioggia o due gocce d’acqua, sono la miglior cosa per la tua mente, perché in un modo o nell’altro ci ti rispecchi in essa. quel freddolino che si sente può rappresentare un momento d’insicurezza, quelle gocce che sbattono nel pavimento sono [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

1
11
22

Banalità

Riflessioni (un po' amare)

05 October 2024

È con queste mie mani che faccio le cose che faccio: monto, smonto, mi ferisco, premo tasti, pulisco… Chi comanda queste mie mani? La mia mente, che sa quello che sa, con le istruzioni che vengono dalla esperienza, dall’istruzione, con i neuroni e le sinapsi che dipendono anche dall’età raggiunta… [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Oggetti Smarriti: Banalità con cui tutti prima o poi dovremo fare i conti. Bravo Savi !!!

  • Savi: Il mio nome è Savino e forse è meglio se mi firmo cosi.
    Non [...]

1
8
18

LATIN LOVER

05 October 2024

LATIN LOVER Capì che l’alcol lo aiutava con le donne. Chè bevendo risolveva. Prese l’abitudine a bere ad ogni incontro galante. Dopo sette anni mollò le donne e si diede anima e corpo al rum.

Tempo di lettura: 30 secondi

1
4
10

Nà Poesia

Una poesia in lingua napoletana

05 October 2024

Vuleve scrivere pe te nà poesia, Ma nà poesia nun se pò scrivere pe te, pecchè tu stesse si nà poesia. Eppò che putesse dicere cchiù ‘e chelle cà tu sì? Comme 'e truvarrie 'e parole? Comme putessene nascere 'e penziere? Nun ce stanne nè parole 'e nè penziere che ponne raccuntà chelle che si! [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dario Mazzolini: io sinceramente da Cremones per nascita e da mantovano per presunto amore, [...]

  • Patapump: se il Paradiso sarà cosi ci sto!
    ciao caro Gennaro

Torna su