In tre, vennero fuori dagli alberi, davano l’idea di una famiglia, avevano persino un cane.

Solo che erano Permutanti. Non se ne vedevano da anni, li riconobbi per averne studiato sulle tavole d’anatomia comparata.

Allora gestivo da solo questa taverna, avevo troppo da fare per imparare le lingue di posti di cui non m’importava un fico secco, perciò ebbi difficoltà a capirli. Ma tutti i profughi sono uguali e quei tre - padre, madre e un bimbo brutto e ricciuto - avevano bisogno di un letto e di mangiare. Mi pagarono in anticipo, sebbene di soldi ne avessero pochi.

Assegnai loro una stanza stretta ed umida. Accettarono senza discutere, stremati com’erano. Chiesero solo di poter consumare i pasti in camera.

Gli portavo il cibo a ore stabilite, ma una sera, avendo molto da fare, decisi di anticiparmi, e già all’imbrunire salii la scala traballante con il vassoio della cena.

Fuori della porta mi soffermai, poiché, da sotto, filtrava una strana luce e si udivano mormorii d’una tenerezza infinita. Accostai l’occhio al buco della serratura.

Vidi i due adulti chini su qualcuno che, sulle prime, pensai essere il figlio.

Quando si scostarono un poco, fra loro scorsi una giovinetta con la pelle di madreperla e lunghi capelli bianchi sciolti sulle spalle.

Era bellissima. La bocca solo un taglio nel volto, gli occhi così indefiniti da dimenticarli appena ti voltavi, eppure sembrava illuminata come avesse dentro la luna.

Non riuscivo a parlare né a distogliere lo sguardo, mentre i due adulti si asciugavano lacrime furtive, e la figura vacillava, ondeggiava, si fondeva.

Un attimo, ed era svanita.

Al suo posto, il brutto bambino, con il capo proteso per accogliere carezze compiaciute ma distratte.

Mi occorse qualche istante per riavermi, e per rendermi conto che, per la prima volta, avevo assistito alla mutazione di un Permutante.

Nei giorni successivi, la visione mi perseguitò. Ardevo dalla curiosità e dalla brama di rivederla, inventavo mille scuse per salire al piano di sopra. Quando la strana luce filtrava da sotto la porta, non resistevo e accostavo l’occhio al buco della serratura, con il cuore in tumulto.

Ogni volta mi appropriavo di un dettaglio. Le mani affusolate, il vestito d’argento, la pelle trasparente. Certe sere non vedevo nulla.

La notte la sognavo, pallida sirena lunare. Veleggiavamo per le galassie tenendoci per mano, il suo vestito era la coda argentea d’un nobile pesce stellare.

La fiamma del mio amore cresceva, volevo lei e solo lei, senza pensare alle sgraziate spoglie sotto cui si celava. Perché tanta bellezza, tanta armonia, mi dicevo, in questo mondo così brutto, di certo si nascondeva.

Avevo imparato a cogliere il momento in cui le sembianze del bambino trascorrevano ed ondeggiavano come segni sull’acqua, fino a fluidificarsi e ricomporsi nella perfezione finale. Trepidante, spiavo l’apparire della forma amata, il suo condensarsi nella luce. E anch’io partecipavo dell’amore che gli altri le tributavano e che lei emanava.

Ma guardare non mi bastava più. Volevo avvicinarla, parlarle, toccarla.

Una sera non riuscii a trattenermi e spalancai la porta.

Il cane abbaiò, gli adulti si voltarono di scatto, sorpresi, imbarazzati.

Provenivano, spiegarono a gesti, dalle terre invase. Della loro bella città era rimasta in piedi solo qualche colonna del tempio. E proprio nel tempio aveva trovato la morte la loro figlia maggiore, quando l’esplosione aveva distrutto ogni cosa.

Era per tener vivo il ricordo della sorella, che il piccolo si prestava ad assumerne i lineamenti, pur che gli amati genitori avessero l’illusione di rivederla ancora, di risentire la sua voce.

Anche oggi, che lui non è più un bambino, oggi che i suoi sono entrambi morti, e che io sono vecchio, di tanto in tanto, bonariamente, tuttora si concede. Lo fa perché il bravo oste, che portava da mangiare gratis ai suoi genitori, possa ancora sognare la sacerdotessa venuta ad offrirgli un poco d’amore.

E l’amore, si sa, in questo nostro mondo, ormai è difficile da trovare.

Tutti i racconti

4
3
16

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
10
167

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Letto e riletto volentieri. Una favola degna di Gianni Rodari. Simpatica, dolce, [...]

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

8
6
35

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

10
6
176

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
6
45

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • An Old Luca: Bravo Dario
    e con l'occasione
    un augurio di feste serene per tutti [...]

  • Davide Cibic: Scritto bene, è un racconto che ha un ritmo e un incedere inesorabili. [...]

6
3
24

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

  • Maria Merlo: Tanta dolcezza e verità. Bravo!

9
13
70

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Grazie Andromeda!
    Se non c'è un tocco positivo, non mi sento [...]

  • Dax: carino. ci vuole un po' di fedeve magia.Like

3
6
33

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
33

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
33

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

2
2
33

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
38

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    la seconda ed ultima parte di questo racconto segna una netta discontinuità [...]

  • Davide Cibic: Ciao Paolo,
    ad accennare all’amore in genere non si sbaglia. Parlarne [...]

Torna su