Nel villaggio non era rimasto nessuno. Un po’ alla volta, lentamente come lo scorrere del fiume che giù a valle sonnecchia nel suo letto di sassi, gli abitanti erano andati via. Il vecchio borgo non poteva offrire più una parvenza di vita adeguata. Ora era rimasto solo il vento il padrone assoluto delle vecchie case di pietra.

Uno solo  resisteva ancora con determinazione a restare legato come un ramo d’edera a quel nido d’aquila. Il vecchio Diogene, lui non aveva voluto andarsene. A chi gli diceva di approfittare per andare in un posto più bello e funzionale, dove poteva essere assistito dai familiari, lui rispondeva che gli piaceva restare nel suo paese, nella sua casa. Dei parenti poteva benissimo farne a meno.

Un’abitudine che non voleva modificare, inoltre aveva il compito di badare agli alveari. Le sue api non potevano essere  abbandonate al loro destino, avevano bisogno delle sue cure.

Del resto lui, anziano e in discreta salute non aveva bisogno di molto altro, quel compito adatto e poco faticoso per sentirsi ancora utile e un buon libro da leggere. Per fortuna di quelli era ben fornito.

In passato lui era stato un maestro di scuola, quando il borgo era ancora vivo e pieno di vita e di gente.  I suoi  ex alunni nel corso degli anni non avevano mancato di regalargli i loro libri. Ai giovani non piaceva leggere, loro preferivano correre dietro alle ragazze o allontanarsi verso luoghi di divertimento.

Nell’età senile Diogene era rimasto da solo con i suoi libri e le arnie costruite ancora alla vecchia maniera, anche quelle vetuste e anacronistiche come lui, ma che erano la testimonianza di una civiltà contadina perduta fra le pieghe del tempo.

Lui era un vecchio di altri tempi e ancora credeva che la cultura la si ottiene  solo attraverso la lettura e non certo affidandosi alla scuola. Come maestro sapeva bene che le nozioni che s’imparano a scuola servivano solo come un campo da semina, preparava il terreno per quello che dopo uno ci voleva piantare.

Trascorreva le giornate a leggere e a sorvegliare le sue api.  Il suo cibo era di una semplicità unica, un pezzo di pane e quello che la natura offriva stagione per stagione. Ora il succoso pomodoro, ora la dolcezza estrema del fico maturo, ora la calda e robusta castagna. Leggeva e leggeva, trovava nei libri conferme e alleati che condividevano il suo modo di vivere e di pensare. Guardava il continuo lavorio delle api, quei piccoli operosi animaletti erano la dimostrazione evidente di come con una buona organizzazione e con un costante impegno si può raggiungere un risultato superiore a ogni aspettativa.

Deplorava l’abbandono della popolazione del borgo, se solo si fossero resi conto di cosa avevano perso! Dopo la partenza dei suoi compaesani verso la nuova città che era sorta a valle lui aveva trovato la sua pace. Era rammaricato più per loro che per se stesso, lui aveva finalmente ottenuto la libertà di vivere come voleva senza dover dar conto a parenti e amici delle sue decisioni.

Sembrava che niente ormai potesse cambiare nella solitudine del vecchio paese, invece, ci fu una svolta importante quando si dovette festeggiare il santo patrono.

Il mattino presto i primi a salire furono i componenti della banda musicale. Arrivarono con un torpedone e appena pronti presero a suonare, subito dopo si vide salire lungo le rampe che portavano al centro del borgo una moltitudine di persone a piedi. Verso mezzogiorno era strapieno almeno il doppio dei quelli che c’erano prima. Diogene fu colpito da quell’afflusso, si rese conto che ai paesani si erano aggiunti un buon numero di turisti sempre in cerca di posti da scoprire, la notizia che il borgo era stato abbandonato era scivolata sulle pagine dei giornali e questo aveva scatenato la curiosità di molti.

Dopo la fine della festa tutto ritornò come prima. Diogene riprese la sua vita da eremita, ma questa durò poco. Nei giorni festivi cominciarono ad arrivare auto piene di gente curiosa, attirata dalla salubrità del posto  e dalla possibilità di visitare un centro custode di antiche storie. Poi arrivarono le agenzie immobiliari che stavano fiutando l’aria nuova che aleggiava su quelle casa disabitate. Furono in molti a chiedersi perché i paesani se n’erano andati tutti da quel posto magnifico. Diogene come unico abitante diventò il punto di riferimento per tutti quelli che salivano su, comprarono il suo miele, chiesero notizie e aneddoti  e lui raccontò con dovizia di particolari le storie, le leggende che avevano contribuito a rendere quel posto quasi magico.

I forestieri comprarono le case disabitate, furono rifatte le strade, si aprì prima un bar poi un ristorante e poi…  nel giro di un anno, quello che era  un borgo avvolto nel vento era diventato qualcosa di diverso. Tante macchine, tanta gente in giro, tanto rumore che copriva il canto delle cicale.

Fu allora che il vecchio Diogene capì che era giunto il momento  di andarsene. Una mattina raccolse tutto il miele e tutta la cera che poteva, pulì con cura le arnie come meglio poteva, prese il suo sacco e il bastone e s’avviò verso l’alto, verso la cima dei monti che ancora non erano stati imbiancati dalla neve.

Da quel giorno nessuno lo vide più, era scomparso nel vento con il suo sapere e il suo miele.

Tutti i racconti

*********************

*********************

Spazio Pubblicitario

*********************

*********************

1
1
1

Alle volte

27 March 2023

Alle volte si fa fatica ad accettare la realtà, ma soprattutto la verità e quando ti rendi conto di essere rimasta sola in un buio pazzesco vorresti solo andare via lontano da tutti. Già proprio così prendere un treno e vagare e vagare finché non riesci a trovare la pace interiore… Mi viene fatica [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Piccola stella: Petali blu, in tante possiamo comprendere il tuo scritto. Chissà se [...]

1
1
1

Tusitala

27 March 2023

Quando il capitano Smollet entrò nella taverna del Doblone Bucato riconobbe subito il gaglioffo che, al di là del banco, faceva da oste: benché avesse una gamba sola, si muoveva e saltava come aveva fatto sul ponte dell’Hispaniola e come se, da allora, non fossero passati vent’anni. Il capitano [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
5
5

Papààààà!

26 March 2023

Due timide lacrime erano in sospeso fra le palpebre, YouTube continuava a proporre canzoni che sempre più scavavano tra i ricordi di Luciano suscitando emozioni che gli gonfiavano il cuore. Era sempre così nei giorni importanti, quelli segnati in rosso nel calendario, soprattutto al mattino quando, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
1
4

Aforisma

26 March 2023

Sei solo tu a decidere chi sei per gli altri mai viceversa, anche se dovessero attribuirti costumi che indossati starebbero meglio a loro! ©Laura Lapietra

Tempo di lettura: 30 secondi

0
2
4

I dolori del giovane VV

A Petali blu, con simpatia. Scritta nel 2017.

26 March 2023

Il dott. Fstein fu chiaro: “Amico mio, il tuo malessere non ha alcuna origine clinica. Ecco vedi, questo è l'esito delle tue analisi. Solo l'acido urico presenta valori alti. Vedi, qui l’asterisco? Il valore, benché poco oltre il limite di 7mg/dl, è da diminuire. Con una tale concentrazione diviene [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: un Goethe post moderno..😉
    in ogni caso, il migliaccio campano io lo faccio, [...]

  • Andrea Occhi: In quello tradizionale romagnolo v'è un ingrediente particolare: [...]

4
5
13

L'UOMO DELLA NEVE

25 March 2023

Ogni giorno svolto l’angolo e lui è li. Un uomo con la giacca rossa, seduto sopra un panettone giallo, dietro un cumulo di neve ormai ghiacciata e sporca di nero. Ha in testa un cappello di lana, è una di quelle persone a cui non riesci a dare un’età. È lì rannicchiato con la schiena un po’ ricurva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

6
5
22

INVECE DI...

Meglio tardi che mai!

25 March 2023

Invece di andare avanti, mi sembra di tornare indietro, verso una vita semplice, priva di significato, che non avevo ancora mai sognato di vivere. Dal grande al piccolo, dal complicato al facile, dal pesante al leggero, dal velato al trasparente, dal parlato al senza parole. Da una vita in [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
2

Incute Risoluzioni

24 March 2023

Incute Risoluzioni Colleziono onde di lembi cobalti, come puzzle per creare elisio infranto in uggia etra, dove astratto magenta permanente dell'istante che incorre nel bigio corrompe insigne lo strido dello squarcio spargendo suspense come pigmenti di gocce d'amore e fiducia nel lungo boulevard [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
2
8

L'uomo nella stanza

Ispirato al quadro di Edward Hopper " Excursion into philosophy" (1959)

24 March 2023

Stava seduto sul bordo del letto con i gomiti appoggiati alle ginocchia, le mani penzoloni e lo sguardo rivolto verso la finestra. Non che ci fosse granché da vedere: il vetro era sporco come se fosse fatto di fumo di sigaretta, ma nessuno viene al Motel Billy per guardare il panorama. Chiusi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Andrea Occhi: Piaciuto. Ovvio che, prima, ho cercato l'immagine dell'opera di Hopper [...]

  • Rubrus: Ho scritto alcuni racconti partendo da quadri. Alcuni sono piuttosto brvi, [...]

2
6
14

Cuore

23 March 2023

Assumo un atteggiamento scettico nell’ascoltare racconti di eventi l’origine dei quali per il narratore pare non riconducibile all’umana natura. Tuttavia, un episodio, le cui conseguenze ho impresse sul corpo, ha imposto un brusco e repentino mutamento al mio atteggiamento. Ne converrete. Sono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Be', le mie origini sono per metà di quelle parti (Mercato Saraceno); [...]

  • Patapump: accipicchia che racconto, bravo Andre

*********************

*********************

Spazio Pubblicitario

*********************

*********************

3
4
20

23 March 2023

Mi sono sempre domandata che tipo di racconti possa piacere ai lettori… E poi mentre si immergono nella lettura cosa pensano… Sarebbe bello dar voce ai loro commenti… A me piace scrivere frasi create dal nulla, da un vuoto immenso come ora in questo momento le mie dita non riescono a fermarsi [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Piccola stella: Esiste davvero il lettore che legge in metropolitana? Mi piace che tu ti sia [...]

  • Patapump: direi Savina che sia bello pensarlo che ci sia
    in ogni caso, leggere nel [...]

3
4
19

Certo ci fu qualche tempesta

22 March 2023

“Venite tutti, che strana meraviglia il mare ci portò...” Angelo Branduardi, Gulliver. Questa è la storia. Qualcuno lo sentì pronunciare queste parole a mezza bocca poco prima di andarsene. Di lui sì è sempre saputo poco, il suo silenzio lo ha spesso preceduto. Un tipo strano, uno di quelli montati [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Piccola stella: La dolorosa e commovente realtà dell'uomo solitario che ridà [...]

  • Patapump: benvenuto su Ldm
    ci si consiglia di solito tra tutti noi di darci un nick [...]

Torna su