Francesca suonò il citofono contemporaneamente al fischio di inizio della partita, la finale della Supercoppa Italiana tra la mia Inter e la Roma. Due minuti più tardi era accanto a me sul divano, sotto la coperta in pile che avevo addosso per coprirmi dalla rigida temperatura di dicembre. Quella sera avrebbe dormito da me, l’indomani mattina saremmo partiti  per il week end, tre giorni di riposo in una graziosa baita della Valle d’Aosta alle pendici del Cervino, per disintossicarci dallo stress accumulato vivendo in una città caotica come Milano. Avevamo appena terminato con i saluti che la Roma passò in vantaggio, per la gioia di Francesca che, avendo origini romane simpatizzava, seppure superficialmente, per la squadra capitolina. Contenta e con qualche sfottò al mio indirizzo, si diresse in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Alcuni minuti dopo arrivò il secondo gol della Roma e naturalmente Francesca ritornò in salone offrendomi un cioccolatino per “rifarmi la bocca”, disse lei, dall’amaro del risultato. Le dissi di non cantare vittoria perché l’Inter Campione d’Italia aveva sette vite come i gatti e non si sarebbe arresa tanto facilmente. Di tutto punto lei iniziò a cantare l’inno della Roma di Antonello Venditti, affacciandosi di tanto in tanto dalla cucina e rivolgendomi sguardi e sorrisi di scherno, sorrisi che aumentarono di intensità al terzo gol della sua squadra. Ormai non si reggeva più, venne davanti al divano mimando la danza del ventre e agitandomi davanti agli occhi la sua mano con tre dita aperte. “Eppure sono fiducioso – le dissi – la partita è ancora lunga e non avete ancora vinto, sono pronto a scommettere ”. Lei continuava con la danza del ventre , dandomi l’impressione di non credere che avessi avuto il coraggio di farlo e tanto meno che fosse impossibile un risultato finale diverso da quello in corso. “Scommettiamo allora – l’attaccai – se la tua Roma vincerà la Coppa m’impegno a comprarti quella borsa di Luis Vuitton che ti piace tanto, ma se sarà l’Inter a spuntarla, allora questa sera a letto sai cosi ti chiederò e non dovrai dirmi di no.” La presi in contropiede, rimase titubante per un pochino, non è che le piacesse la contropartita della scommessa, anzi, direi per niente; stavamo insieme da quattro anni e non aveva mai ceduto alla mia insistente richiesta. Questa volta però si era esposta troppo con gli sfottò, non poteva tirarsi indietro, il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso e, complici la voglia di indossare quella meravigliosa borsa e il risultato ampiamente a suo favore, decise di accettare. Sigillammo questa scommessa con un focoso bacio che venne interrotto da un gol dell’Inter proprio allo scadere del primo tempo. 3–1. Mi parve di leggere negli occhi di Francesca un pizzico di preoccupazione, forse si era già pentita di aver fatto quella scommessa, la posta in palio era alta, almeno per lei. Finimmo di mangiare i toast al fischio di inizio del secondo tempo e ci rannicchiammo entrambi sotto il caldo plaid in pile attenti a non perderci alcun fotogramma del match. Il tempo scorreva veloce, mancava circa un quarto d’ora al termine e Francesca cominciava a riprendere fiducia sulla vittoria, già si immaginava con la borsa di Luis Vuitton al braccio. Come un fulmine a ciel sereno giunse però il secondo gol dell’Inter che tolse fulmineamente il sorriso dalle sue labbra facendola incupire non poco; le poggiai la mano sulle spalle ma lei prontamente la scrollò e con un sorriso che sapeva di amaro si lasciò scappare due parole: “ti odio”. Ora la partita si faceva più interessante, avrei voluto essere sugli spalti dello stadio per viverla direttamente. Francesca si diresse nella dispensa alla ricerca di una busta di arachidi da sgranocchiare, segno questo di un crescente nervosismo, forse il suo pensiero era rivolto alla scommessa. E faceva bene ad essere nervosa, dal momento che ritornata sul divano fece appena in tempo ad assistere a quello che non avrebbe mai voluto vedere, il terzo gol dell’Inter e quindi il pareggio. Rimase con gli occhi fissi al televisore, chissà quali pensieri balenavano nella sua mente, se la borsa di Luis Vuitton che si allontanava oppure il “dopo partita” a letto. L’abbracciai per consolarla e lei si strinse forte a me, non si aspettava un epilogo del genere. Ma come dice quel detto che recita “piove sempre sul bagnato”, ecco che durante i tempi supplementari arrivò la beffa per la mia povera Francesca, la sua Roma subì il quarto gol e si avviò inesorabilmente verso la sconfitta. Al fischio di chiusura feci un salto di gioia sul divano e l’abbracciai fortemente; non so spiegarmi ancora adesso se fui più contento per la conquista della Supercoppa da parte della mia Inter, o per la vincita della scommessa, in particolare “quella scommessa”. Con la scusa che si era fatto tardi e che ci si doveva alzare presto l’indomani, dissi a Francesca che forse era il caso di andare a letto, anche perché c’era quella scommessa da onorare. Se la ricordava bene la scommessa, Francesca, e forse in quel momento stava maledicendo il bacio che l’aveva suggellata. La luce si spense e cominciai a baciarla, stringendola forte a me e accarezzandole dolcemente il fondo schiena, l’oggetto del desiderio, l’oggetto della scommessa, quello che lei per quattro lunghi anni mi aveva negato e che quella notte fu mio. Consumata la scommessa, non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte, qualcosa mi tormentava, mi faceva stare in colpa, sembrava dirmi “sei un bastardo, un fottutissimo bastardo”. Eh, sì, ero stato proprio un bastardo. La partita di quella sera era una “replica” televisiva di quella giocata ben quattro mesi prima, ad agosto, e della quale io conoscevo già il risultato, ma me ne guardai bene dal dirlo a Francesca. Mentre la osservavo dormire dolcemente sulla mia spalla il senso di colpa mi attanagliava sempre più, provavo vergogna per il mio comportamento, l’avevo truffata per carpirle qualcosa alla quale sicuramente teneva molto, se lo avesse saputo non me lo avrebbe mai perdonato. Si svegliò col profumo del caffè che le avevo preparato, la baciai, lei lo bevve senza rispondermi e s’infilò subito sotto la doccia. Era ancora alquanto contrariata. Il viaggio per la montagna fu lungo e silenzioso, Francesca sembrava in collera con me, e ne aveva tutte le ragioni. C’era un silenzio assordante in auto, un silenzio che mi faceva tremendamente male. Al nostro arrivo in baita l’afferrai per le spalle, la guardai fissa negli occhi e le dissi: “Amore, ti amo tanto”, lei mi guardò in silenzio per alcuni secondi che a me parvero ore, poi mi rispose: “ti amo anch’io” e mi abbracciò baciandomi. Nel tardo pomeriggio, nonostante la sostenuta nevicata, la convinsi ad uscire per un vin brulè al Lino’sbar, il nostro locale preferito, per raggiungere il quale saremmo passati davanti ad un negozio di borse dove l’estate scorsa vidi esposti nelle vetrine articoli di Luis Vuitton. Entrammo. Era il meno che potessi fare.

 

 

Tutti i racconti

0
0
10

Road to H.P.L. 1/2

17 December 2025

Cominciò tutto nel più classico e romanzesco dei modi, vale a dire il ritrovamento di un manoscritto. Mi trovavo all’interno di un negozio di libri d’antiquariato in piazza Vittorio Veneto a Montecatini Terme, a pochi passi da casa mia. Ero in cerca di un’edizione rara dello “Scannatoio” di Zola [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
6

Se fossi Cecco e non lo sono

17 December 2025

Ah, se fossi poeta! Direi che se la tua voce si potesse sniffare sentirei vaniglia dolce e leggera, rosa suadente, caffè caldo e forte e rum capace di ammaliare! Si potesse bere come Passito ne terrei un bicchiere per un pomeriggio intero, s'assaggiasse ne sarei goloso come torte di ottimo pasticcere. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
6
44

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dax: Un racconto...goloso. like

  • FuoriFuoco: Grazie a tutti. L’idea era proprio quella di partire da una situazione [...]

3
9
46

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

3
2
30

CENTRALE PARANOICA 9

HARD STONED BOY

15 December 2025

Hi, qui è la centrale paranoica. Non va benissimo, hanno fiutato l’intruso e mi cercano. Non sanno chi sono, cosa sono e che faccio, così ad ogni buon conto ci provano a sterminarmi. Intanto hanno sigillato lo Psychotronic e sparso una specie di DDT digitale tutt’attorno all’area... E che mai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    scrivi bene e lo sai.
    Ti piace provocare scandalizzare se [...]

  • Dax: Un racconto eccentrico. Fatico a comprenderne il senso..Like

3
4
40

Prima di casa

15 December 2025

«Mio Dio! Ancora tre ore di macchina devo fare!» pensò, lo sguardo fisso sulla strada oltre il parabrezza. Il tramonto incendiava il paesaggio di un rosso vivido: sarebbe stato romanticissimo goderne accanto alla sua compagna, magari con un drink in mano. Invece eccolo lì, solo, a guidare verso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: bello, intenso...mi spiace per il protagonista 😢.
    like

  • Rubrus: Come dicevo, rieccomi. Devo dire che per un habituè del genere avevo [...]

4
7
45

Carta straccia

14 December 2025

Guidavo quella Cadillac diroccata, che sbuffava fumo grigio. Avevo lasciato Billy, mi inquietava parecchio. Stava al quindicesimo piano con il suo strano gatto siamese, quello con una splendida eterocromia iridea. Aveva cambiato la serratura di casa almeno tre volte, ma qualcuno era riuscito a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
37

Pensieri sulle persone

Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

14 December 2025

Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: benvenuta, ed un buon esordio.
    cerca un nick rispetto all anonimato 🤗
    identifica [...]

  • Smoki: Per fortuna le relazioni mutano assieme alle persone. Se rimanessero sempre [...]

2
4
40

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
35

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

4
4
34

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
37

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

Torna su