-Irma, Irma,Irma-grida correndo -Vito è tornato, è tornato-

Un istante dopo sette zappe giacciono abbandonate tra i solchi di fagiolini e tutti corrono verso la casa della vecchia Irma.

Anche Ester si è coperta il seno e, con la bimba tra le braccia , arranca dietro gli altri.

Lo sconosciuto non si stupisce, non si ferma, con lo stesso passo deciso segue quelli che sembrano fuggire alla vista di un fantasma.

Savino doppia le sorelle, supera la madre e arriva alla porta di Irma.

Lei è sull'uscio, con le maniche del vestito arrotolato e il grembiule e le braccia bianche di farina.

-Zia Irma è tornato Vito - le urla in faccia Savino, ma lei sembra non vedere e non sentire. Deve esserle arrivato il primo grido di Elvira.

Ha gli occhi fissi su un punto alle loro spalle e allora tutti si girano  e vedono Vito che comincia a correre, poi si girano di nuovo verso Irma, stupiti perchè dalla sua gola è uscito un urlo gutturale.

-Sembra quello dell'asina Serafina quando le abbiamo portato via il puledro - pensa Savino.

Finalmente Irma sembra svegliarsi e corre anche lei. Si butta addosso al figlio e quasi cascano a terra e continua a chiamarlo e ad accarezzarlo mentre Vito ride e diventa bianco di farina -E adesso si- pensa Savino, -sembra veramente un fantasma-.

Non riesce a lasciarlo Irma, come se smettendo di toccarlo teme possa sparirle tra le mani, non è ancora sicura che questo non sia uno dei tanti sogni con un amaro risveglio.

-Vieni, vieni entra in casa Vito-gli fa superare la soglia.

Savino fa per seguirli,ma la moglie lo ferma prendendolo per un braccio.

Elvira, che pure muore anche lei dalla curiosità di sapere cosa possano dirsi madre e figlio dopo tredici anni di lontananza, si rende conto che non è il caso di trattenersi.

-Verrò stasera e Irma mi racconterà tutto- pensa, e poi a voce alta

-Andiamo ragazze, che i fagiolini non si zappano da soli-e dando il buon esempio si avvia decisa al campo.

Savino la segue a malincuore, eppure i fagiolini vanno zappati. Se non ci sarà la secca, se non saranno divorati dai pidocchi, se al mercato riuscirà a spuntare un buon prezzo, con quei soldi potranno finire il corredo di Matilde che finalmente potrà sposarsi.

I patti erano che il fidanzamento non sarebbe durato più di un anno e Ruggero è un simpatico ragazzo, ma è comunque una seccatura averlo di continuo tra i piedi e quando si presenta all'imbrunire e tocca invitarlo a cena gli soffia i bocconcini migliori.

Pensando alla sera prima, quando la coscia di pollo che sarebbe stata sua di diritto era finita invece nel piatto di Ruggero, Savino impugna la zappa e attacca con cipiglio feroce le erbacce che impediscono ai fagiolini di crescere  rigogliosi.

 

Vito entrando in casa ha l'impressione di cadere indietro nel passato. E' incredibile come li dentro tutto sia uguale a come quando tredici anni prima ne era uscito per andare soldato.

La nota stonata è lui, lui che non è più lo stesso. E anche la mamma, ora che la vede bene, sembra essersi rimpicciolita e i capelli, che sfuggono dal maccaturo che le avvolge la testa, sono tutti bianchi.

Il camino con sopra l' intoccabile pipa del padre, morto quando lui era poco più che un bambino, il matrone, dove la madre stava impastando il pane prima che il grido di Elvira la interrompesse, il tavolo con nell'angolo il suo nome inciso col temperino,prodezza che da piccolo gli era costata uno scapaccione della mamma, le tre sedie impagliate.

Su una di queste  prende posto ad un lato del tavolo, mentre la madre, sempre tenendogli le mani, siede di fronte a lui. Non riescono a smettere di guardarsi, di misurare ogni singola ruga uno sul volto dell'altro.

-Perchè sei stato lontano tanti anni? Sapevo che saresti tornato,anche quando tutti mi ripetevano che dovevo rassegnarmi,sapevo che non eri morto, ma cominciavo a pensare che al tuo ritorno avresti dovuto cercarmi al camposanto.L'ultimo ad essere tornato è stato Emilio,il figlio di Giovanna,ma è stato sette anni fa.-

-Ho vissuto praticamente da schiavo in questi anni. Quando il mio reggimento si è arreso siamo stati fatti prigionieri e per due anni ci  hanno tenuti come bestie in un recinto,poi un giorno si è presentato al campo il signor Tailor, un amico del capitano francese responsabile dei prigionieri. Tailor aveva bisogno di manodopera per i suoi campi e ha scelto me insieme ad altri due commilitoni.

All'inizio ci è sembrata una liberazione allontanarci dal campo di prigionia.

Abbiamo viaggiato per tre giorni ammanettati ai ferri della camionetta che puzzava di urina di pecora, attraverso un deserto sempre uguale e quando siamo arrivati alla fattoria di  Tailor abbiamo capito che a voler scappare non avremmo saputo da che parte dirigerci.

Si lavorava ma almeno si mangiava. Se chiedevamo della guerra ci dicevano che non era finita.

Uno dei miei compagni nel frattempo era morto, l'altro aveva due figli con una ragazza del posto e non pensava più a ritornare.

Non io.

Un giorno sono riuscito a nascondermi nella  camionetta di Tailor che sapevo doveva andare al porto. Non è stato facile tirare avanti, trovare da lavorare su una nave per l'Italia, per Napoli, e poi da li, quasi sempre a piedi, riuscire finalmente a tornare a casa da te........- a questo punto Vito  si blocca

-.......e da Amalia- pensano entrambi.

Irma gli stringe più forte le mani  ed abbassa la testa.

-Non pensare che per lei sia stato facile, lei non aveva la fede che ho avuto io. Non condannarla ma ormai per te è persa, è sposata Vito, con Alfredo ed hanno tre figli. Lui è tornato subito dopo la fine della guerra ed ha  saputo attendere  mentre lei continuava ad aspettare che tornassi tu.

Per più di tre anni Amalia è passata da me tutte le sere ed insieme abbiamo pianto e ci siamo fatte coraggio, poi lei si è arresa. Una sera  è venuta da me, mi ha detto di Alfredo e che non poteva più aspettare, che voleva di nuovo vivere.

Le ho dato la mia benedizione.-

Vito ascolta in silenzio e a testa bassa.

-Ora anche tu devi buttarti il passato alle spalle e ricominciare a vivere. Sei ancora giovane figlio mio,  troverai chi sarà capace di starti vicino come meriti e magari il cielo, dopo la gioia di averti riabbracciato mi darà anche quella di tenere  tra le braccia un nipotino, ma non avere fretta, riprenditi la tua vita, riposati e guardati intorno, fammi assaporare la consolazione di averti ancora qui con me....-

Dopo un minuto di silenzio Irma riprende.

-Sai la piccola Cinzia, la sorellina di Amalia?Ha più di vent'anni ormai, ha cominciato a venire la sera  insieme alla sorella e ha continuato a venirmi a trovare anche quando Amalia ha smesso-

Non gli dice che, dopo che Amalia si è sposata, Cinzia, all'epoca undicenne, le ha detto seria seria

-Lo sposo io Vito quando torna-

Chissa se Cinzia se ne ricorda ancora.

 

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