“Come mi vesto…?”
Questa la domanda che le ronzava nel cervello da molti giorni.
Sapeva che per certi incontri il vestito è importante, molto importante...
Mentre pensava, rovistava nella pigna sopra la sedia, un paio di jeans, una camicetta azzurra con una ghirlanda di piccoli fiorellini, a far da corona al collettino bianco; si alzò e, davanti allo specchio, avvicinò la camicetta al volto…
Era stesa sul divano e lo guardava. Dormiva, il respiro profondo e silenzioso, le braccia aperte, le gambe un po’ piegate. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quel volto, da quel corpo così rilassato e felice. Quell’immagine le dava gioia e serenità, si sentiva catturata da quel corpo che sentiva suo, una prolunga di se stessa….
Non era convinta, quel colore azzurro la “sbatteva” un po’, la sua carnagione chiara sembrava svanire. Da quanto tempo non si vedevano? Sei mesi? No, forse otto. Un anno? Troppo. Si rese conto che la lontananza aveva ucciso il tempo, aveva perso la cognizione temporale dell’ultimo incontro, che pure era così presente per il resto. Sentiva ancora la stretta del suo abbraccio, vedeva i suoi occhi sorridenti e sornioni. Non era di molte parole, ma emanava calore, la sua vicinanza per lei era la vita…
Guardò l’orologio: quasi le cinque. Continuava a dormire, anche se qualche piccolo movimento era presagio del risveglio. Non riuscì a resistere, si avvicinò e dolcemente lo baciò sulla guancia, un bacio lieve, dolcissimo, come poteva essere solo tra loro due, una carezza data con le labbra. Sentì l’odore della sua pelle, il sapore del suo viso. Non avrebbe mai immaginato che la loro vicinanza potesse essere così: piena, appagante, travolgente. Ogni istante della sua giornata era completamente e totalmente occupato da “lui”. Che amore era il loro, come si può “raccontare” un amore così?
Alla fine decise per una maglietta arancione a maniche corte, un po’ scollata ed aderente ma il colore le piaceva troppo e poi così il viso acquistava una bella luce, viva e gioiosa proprio come il subbuglio di sentimenti che sentiva nel cuore. Era una sensazione strana mai provata prima. Da quanto aspettava? Aveva contato mesi, giorni, ore e minuti e adesso? La gioia era così forte che le faceva quasi paura. Chissà se era cambiato. Si, certo, internet, il telefono e tutto il resto, ma oggi si sarebbero visti da vicino, si sarebbero toccati, avrebbero sentito nuovamente il fiato delle loro voci, il dialogo vivo dei loro silenzi…
Quando si svegliava, spesso non era di buon umore e nonostante le coccole, ci voleva un po’ di tempo prima che tornasse quello di sempre. Poi, ripreso il suo “stato normale”, diventava incontenibile. Una miniera di espressioni, gesti, parole, sorrisi. Non ci si poteva allontanare, ti catturava lasciando incantati, ogni momento una nuova scoperta. Lo accarezzò e lui sorrise, ecco, il momento del “dopo sonno” era passato. Forse potevano uscire, il sole tiepido del pomeriggio ed il cielo terso, evento raro per la città, invitavano a passeggiare. Si prepararono……
Guardò l’orologio, l’ora si stava avvicinando, andò in bagno per rinfrescarsi. La mattina aveva lavorato duramente, anche per non aver rimorsi per il pomeriggio di vacanza straordinaria. Un filo di trucco, ma poco poco, sapeva che a lui piaceva così. Trovò l’ultimo goccio di un profumo fresco e leggero, si guardò le mani e, tardivamente, si mise un po’ di crema: l’avrebbe dovuto fare la sera prima. “Ti manca?” Qualcuno le aveva fatto questa domanda. Domanda stupida, come si fa a chiede se “le mancava”. Se avesse avuto la voglia ed il coraggio di rispondere, ascoltando il cuore avrebbe detto: “No, non mi manca, perché tutti i miei pensieri sono con lui, tutti i miei desideri sono per lui, la mia vita, i miei giorni, i progetti le speranze, delusioni ed entusiasmi sono lui” Erano distanti, ma era “solo” una distanza fisica, una disperante non-vicinanza, una mancanza di pelle, vestiti, odori, parole e sguardi. No, non le mancava, ma molto molto di più. Riguardò l’orologio, il tempo correva veloce….
Non riusciva a pensare di fare qualcosa senza di lui. Non riusciva ad immaginare, neanche per un secondo, di non poterlo avere vicino. Era “suo”, un pezzo del suo corpo, il prolungamento delle sue mani, delle sue gambe, dei suoi pensieri, del suo cuore. Non poteva più pensare a se stessa senza di lui. Si rese conto che si incantava a guardalo, persa. Erano pronti, con un sorriso si presero per mano e si avviarono verso il parco. Lei gli stringeva la mano e sentiva la sua stretta. Camminavano lentamente, a piccoli passi cadenzati, non parlavano, guardavano il verde ed ascoltavano il silenzio.
Quante fermate mancavano? Dieci, dodici? Controllava sul tabellone sopra la porta e scorreva il nome delle stazioni, come la corona di un rosario. Il sole la colpì, alla fine della rampa di scale che la riportava alla luce. C’era tanta gente, lui doveva essere già arrivato, l’appuntamento era lì e lì l’avrebbe aspettato. Vide il ciuffo spuntare sopra le persone, era lui, finalmente era lui. Si videro, ma non si corsero incontro,si avvicinarono quasi lentamente, poi, oramai vicini, lei tuffò il suo viso nella sua camicia a quadri. Sentì le sue braccia stringerle le spalle e la sua voce: “Ciao mamma, sono qui, finalmente…..”
Cercavano una panchina dove sedersi, erano quasi tutte occupate, persone anziane, nonne, qualche straniero. Finalmente ne videro una all’ombra di un albero. Lei si sedette e lui dolcemente si insinuò tra le sue gambe: “Ciao “mammina”….” Le disse con una smorfietta ed un sorriso. Lei lo prese in braccio e lo strinse a se: “Ciao pulce….” rispose, facendo “naso naso”.    

 

Tutti i racconti

0
0
0

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
0

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
6
31

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Malinconico e ben scritto passaggio di testimone tra le generazioni. Piaciuto.

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

4
8
50

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • MichelaDS: "le rughette" <3 Ottimo anche questo racconto, Smoki, grazie! [...]

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

2
8
37

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
9
23

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una cosa del genere, sì. Ma chissà quante altre strade ci sono. [...]

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

4
6
36

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
6
22

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

6
9
38

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
30

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

8
8
31

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

10
26
38

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

  • Maria Merlo: Grazie, L.D. AVA è davvero forte. Strana coincidenza: io avevo chiamato [...]

Torna su