Quella del caffè comunque è decisamente una mia mania, o un vizio, ecco. Un rito che scandisce il trascorrere della giornata, tiene a bada l’impulso pressoché onnipresente di mangiare e aiuta a sentirmi parte di una comunità che cerco in tutti i modi di immaginarmi. Comunità di cui voglio e non voglio far parte, che osservo da lontano, cercando di coglierne i meccanismi, ma da cui poi fuggo nel momento in cui apre un varco per invitarmi ad entrare. Ma questo è una storia a parte, su cui torneremo, non temete. 

Il caffè, dicevo. 

Ci sono tutta una serie di fissazioni al riguardo, difficili da capire per alcuni, assolutamente normali per altri. 

Anzitutto, ahimè, il caffè lo preferisco al bar. Ahimè perché con l’inflazione il mio portafoglio mi imporrebbe di fare scelte più oculate anche in materia di caffè, ma per il momento riesco a trovare continue giustificazioni per rimandare l’argomento. Tra qualche mese le mie abitudini potrebbero aver subito dei cambiamenti significativi, di questo passo, ma ci penserò quando non sarà più rimandabile.

Lo preferisco al bar, dicevo, in primo luogo perché mi piace macchiato. Potrei dire addirittura schiumato, ma mi sembrerebbe di tirarmela un po’ troppo; mi azzardo a chiederlo così solo quando qualcun altro, prima di me, ha l’ardire di ordinarlo in questo modo. In ogni caso, macchiato o schiumato che sia, un goccio di latte caldo e montato sul caffè lo trasforma nel profondo, portandolo, almeno per me, ad un livello superiore. Il gusto diventa più morbido, la schiumetta solletica la lingua, gli occhi vengono talvolta rallegrati da vere e proprie opere artistiche di decorazione del caffè, con cuori, alberi, nuvole ed altre forme create dall’incrocio tra latte e caffè. 

La contraddizione più grande? A me il latte, freddo o caldo che sia, in generale proprio non piace. Caldo mi fa addirittura venire i conati di vomito, al solo odore. Mio fratello scaldava ciotole di latte in microonde, trasformando la cucina in un luogo per me inavvicinabile. Eppure, nel caffè, un goccino, a me piace. Tanto. Ma solo se montato a dovere, con la schiuma soffice e cremosa. Non c’è niente di peggio dei baristi svogliati che per pigrizia non riscaldano il latte prima di macchiare il caffè: se avete avuto la fortuna di non incontrarne neanche uno, vi basta fermarvi in un qualsiasi Autogrill per provare l’ebbrezza. 

Scaldare e montare il latte a dovere è un arte, insomma, ma pure un po’ di buona volontà spesso è sufficiente. 

Tutto qui, direte voi? Magari. La preferenza del bar non dipende dalla difficoltà di macchiare a dovere il caffè in casa (operazione che comunque non mi sono mai sentita di affrontare). La questione così dicendo sarebbe meramente di ordine pratico, e dunque superabile, volendo. Ma è qui che entrano in gioco altre varianti che aprono uno scorcio interessante sul mio subconscio.

Il vero motivo per cui amo il caffè al bar è un altro: è l’ambiente a fare la differenza. Per me il caffè a casa odora di silenzi mal tollerati, di faccende da sbrigare, di vestizioni non ancora completate. Il senso del dovere insito nel mio DNA subisce come un affronto personale la decisione di godersi il caffè appena uscito dalla moka (eccezion fatta per quello della mattina, a letto, chiaramente), e si mette subito all’opera suggerendo al mio cervello una lunga serie di faccende domestiche che avrebbero già dovuto essere portate a termine. 

Il bar invece è delegittimante, è un territorio neutro. Ormai sei lì, hai pagato un caffè un prezzo che avrebbe fatto impallidire i tuoi nonni, per cui a questo punto sei totalmente legittimata a godertelo. E già che ci sei, puoi benissimo sederti ed approfittarne per aggiornarti sull’andamento del mondo, prendendoti qualche minuto di puro svago. Nessuno ti interromperà, soprattutto non il tuo senso del dovere, non per qualche minuto. 

Affinché questa parentesi di libertà mentale sia pienamente soddisfacente, il bar non può essere un qualsiasi bar. Già se è una pasticceria, è meglio, ma comunque non può neppure essere una qualsiasi pasticceria. No, deve riflettere quello che vorrei fosse il mio spazio interiore. 

Deve essere accogliente, sì, ma non eccessivamente intimo: le luci bianche e abbaglianti possono risultare altrettanto fastidiose del trovarsi costretti ad interagire con qualcuno per tutta la durata della degustazione. 

E poi deve essere ordinato e pulito, ma non così tanto da risultare asettico, o vuoto: rischierebbe di farmi interrogare sui rischi del ricercare così tanto l’ordine da allontanare qualsiasi forma di contatto umano. Insomma, al bar voglio andarci da sola e non dover parlare con nessuno, è vero; ma avere delle persone intorno mi fa sentire socialmente integrata e dunque accettabile. Come dicevo, il caffè perfetto presuppone una mente acquietata, e il giusto volume di vociare mette a tacere gli opinionisti presenti nel mio cervello. 

Infine, per una qualche forma di sadomasochismo culinario, sono attratta da quelle pasticcerie che portano l’arte del croissant ad un livello superiore. Avevate mai visto le brioche a forma di cubo? Io mai; poi ho visto pure che venivano a costare 4 euro e 50, ma questa è un’altra storia. Comunque, la bellezza di quei banconi colmi di brioche colorate, farcite con creme vaporose e frutta decorative, ciascuna preparata con una differente tipologia di farina… a me riempie gli occhi. Anche se poi mi sforzo in tutti i modi di non mangiarle. Eppure, nonostante questa tortura autoinflitta, l’atmosfera di quei luoghi mi fa sentire appagata, persino integrata.

In fin dei conti, siamo onesti: per quanto mi riguarda il caffè vero e proprio è l’aspetto meno importante del caffè. E i veri intenditori del caffè si indignerebbero ulteriormente, a questo punto, se sapessero che il caffè non lo bevo neppure tutto: sin da giovane ho l’abitudine (o mania, chiamiamo le cose con il loro nome) di lasciare sempre un fondino di avanzo nella tazzina, intimamente convinta che sul fondo rimangano sempre dei residui. 

Pensandoci bene, la prossima volta proverò un orzo.

Tutti i racconti

0
0
6

Gino vs. l’Intelligenza Artificiale

La guerra lampo che durò 6 ore 53 minuti

Miu
25 November 2025

Oggi in TV hanno mostrato l’AI che parla. Interagisce, comunica, respira quasi. Il conduttore sorrideva come chi ha appena adottato un cucciolo robot. – È come avere un amico sempre presente. Per dimostrarlo, collegamento in diretta con un essere umano vero. Purtroppo l’essere umano era il signor [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
2

La vita di Daniel

25 November 2025

La vita di Daniel. È così che fa. La mattina presto, esce dalla tenda e va in centro. Lì, trova un uomo che potrebbe comprargli del cibo. È educato, dice il suo nome, lo saluta con il saluto del post-covid e gli chiede con un sorriso, se possa comprargli del cibo nella mensa lì vicino. Dice, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
2
12

CENTRALE PARANOICA 8

ANNIE HORROR

24 November 2025

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Prosegue la carrellata di picchiatelli al Transcend Village, state aspettando le scene di sesso? Arrivano arrivano… Hi, qui è la centrale paranoica. Il Transcend Village è davvero un manicomio… eh beh, se non sei un picchiatello non finisci qui, ma anche la gestione [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
5
19

Racconto in breve il popolo napoletano

Un inno all'amore e alla tradizione

24 November 2025

Napoli, città che non è solo una semplice meta turistica, ma un autentico museo a cielo aperto, è il palcoscenico di una cultura vibrante e di un popolo singolare. Qui, tra i vicoli stretti e le piazze vivaci, si dispiega l'essenza del popolo napoletano, un'anima che pulsa con generosità, tradizione [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
6
35

Pixel

23 November 2025

Luglio. L’asfalto rovente sembra liquefarsi sotto il sole. Nessuno in giro. L’orizzonte svanisce, l’aria vibra, incandescente, quasi di fuoco. Camilla cammina nervosa tra le vie silenziose del centro, non vuole pensare, cerca di confondere il rumore dei suoi pensieri, con quello dei suoi passi [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ornella: Mi ha ricordato il bel film di Luc Besson con Scarlett Johansson Lucy. Ancora [...]

  • Rubrus: Anche me ha ricordato un po' Matrix, ma il papà di tutti i racconti [...]

6
6
24

Ascia Nera - La bussola

Dax
23 November 2025

La luce della notte creava ombre inquietanti e il vento freddo soffiava tagliente tra i picchi di pietra grigia. Trom avanzava lungo il sentiero montano, il passo pesante come piombo. La barba rossa, divisa in tre trecce, luccicava come il ghiaccio sotto la luna piena. L’ascia nera appesa allo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Gennarino: Complimenti. Scitto molto bene. Un racconto che fa sognare ed entusiasma. Bravo!

  • Rubrus: Qualche tempo fa avevo chiesto quando avresti riportato la nuova avventura [...]

0
4
23

L'Alba dopo il turno di notte

Storie colorate ad arte tra pittura e scrittura perché sappiatelo finché c'è arte c'è speranza

22 November 2025

Amici lettori ancora una storia a colori, ancora una storia in tandem, ancora una storia per stupirvi, la vita è troppo sbiadita non trovate? Vi sentite scombinati e confusi? Vi sentite frustrati e senza prospettive? Io e il mio amico Adriano l'artista proviamo a darvi una scossa, seguiteci e vi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Simpatico e scoppiettante, artista nell'anima.

  • Walter Fest: Buongiorno a tutti, buon fine settimana, buona lettura da parte mia e da parte [...]

0
10
20

La bella sigaraia (4/4)

22 November 2025

Il corpo ritrovato… sì, affermano sia quello di Mary. Ma su quali basi? Sulla sola coincidenza del tempo, nient’altro. La mente razionale non può accettare una tale coincidenza, il fortuito è bandito per definizione dal ragionamento logico-deduttivo. Analizziamo. La ragazza scompare, e in un intervallo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
8
22

Gemellaggio 3/3

21 November 2025

«Mi fanno venire i brividi» disse Max «animali a sangue freddo». «Però...» intervenne Ambra preparandosi per andare a dormire. «Hanno ragione, lo so. Me la ricordo la teoria dell’estro nascosto. Ventesimo secolo, se ben ricordo. Solo che vederla applicare così... «Animali a sangue freddo. Mi fanno [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: E adesso... qualcosa di completamente diverso: se non altro perchè è [...]

  • Rubrus: ps: va da sè che le parti in cui dice che va bene non sono interessanti [...]

1
2
15

La bella sigaraia (3/4)

21 November 2025

Purtroppo, qualche giorno dopo mi accorsi di essermi sbagliato un’altra volta, leggendo sullo stesso odiato quotidiano: ORRORE SUL FIUME HUDSON! Il terribile assassinio della bella Mary Rogers sconvolge New York! New York, 25 luglio 1841 Una tranquilla e luminosa domenica d’estate si è tinta [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
1
20

Gemellaggio 2/3

20 November 2025

«Abbiamo un detto, sulla Terra: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”. E, dato che l’idea è vostra...». Srexis esitò, poi disse «Ecco… è come mangiate, tanto per cominciare». «Come?» Ambra era decisamente sorpresa. Avevano gustato il cibo locale senza troppa difficoltà. Certo, non avevano adoperato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
15

La bella sigaraia (2/4)

20 November 2025

Da qualche tempo quell’uomo tornava spesso. Parlava poco, ma i suoi occhi dicevano più di qualunque parola. Non sapevo se temerlo o compatirlo. Avevo sentito dire che scriveva storie strane e che viveva quasi senza soldi. Pensavo a lui, a volte, la sera, quando spegnevo la candela e restavo ad [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

Torna su