Si svegliò come sempre a quell’ora, puntuale, qualche minuto prima dell’alba, come se dovesse andare al lavoro, o come un monaco rinchiuso in un tempio che officia il suo rituale di preghiera e devozione alle prime luci del giorno. Ma non aveva un lavoro né un abito talare, era come tutti gli altri un cosi detto uomo normale, giovane con una famiglia alle spalle e una vita apparentemente sociale. Si alzò e guardò fuori dalla finestra. La neve scendeva silenziosa, pulita, sopra le cose, da diversi giorni e in anticipo quell’anno, ricoprendo il piccolo paese che ora sembrava un presepe. Gli piaceva quello scenario fiabesco, gli faceva tornare in mente gli spensierati giochi dell’infanzia, le interminabili avventure con gli amici, le mani e i piedi gelati, e i richiami e le sgrida dei suoi genitori per farlo rientrare a casa. Genitori che adesso dormivano ancora nella stanza accanto alla sua. Amici, molti dei quali partiti per cercare fortuna lontano. Prese un foglio dal cassetto della scrivania, una penna e si sedette a scrivere. Ci volle poco. Si vestì adeguatamente, ripiegò il foglio e lo mise in tasca, lasciò la sua stanza in silenzio, per non svegliare nessuno, scese le scale e si diresse alla porta sul retro della casa, quella che dava in giardino, e uscì. L’aria fredda e i fiocchi di neve lo investirono subito. Il cappuccio della giacca si irrigidì attorno al suo viso tentando di ripararlo. Si guardò intorno. Le prime luci del mattino illuminavano il paesaggio assopito sotto la coltre bianca e gelida. Al di la del giardino, dietro la casa, si apriva un bosco maestoso di conifere che risaliva verso la vetta della montagna. Dal lato opposto invece, strette una accanto all’altra, le case in pietra si stendevano verso la vallata raggruppandosi attorno ad un borgo. Si diresse lì, tra gli alberi, nel bosco, senza accorgersi che qualcuno, da una finestra, faceva caso a lui. Seguì un sentiero, una direzione, che conosceva bene, anche sotto la neve. Camminò fino a raggiungere un piccolo Tholos abbandonato da tempo, diruto e seminascosto nella selva. Amava profondamente quel posto come amava il bosco, gli animali che conteneva e il fascino dei suoi segreti. Fin da ragazzo vi trascorreva molto tempo nell’esplorarlo lasciandosi rapire dalla fantasia, dai draghi e dalle fate, dai folletti e dai briganti e da ogni incredibile sogno. Giocava con gli amici sugli alberi, nelle grotte, faceva il bagno, d’estate, nel torrente che lo attraversava, andava a pesca nelle pozze di gamberi e trote, ammirava fiori selvatici, aiutava i suoi a raccogliere legna. Si sentiva tutt’uno con quel posto. Anche adesso, davanti a quel capanno di pietra. La neve scesa durante la notte aveva ostruito l’ingresso così con le mani si mise a scavare aprendosi un varco. Vi entrò e subito si mise a cercare la sua scatola di latta, un vecchio e sbiadito contenitore di biscotti, nascosto sotto un cumulo di pietre e foglie morte. Lo aprì. Rimase per un attimo a contemplare il contenuto; decine di fogli di carta piegati, una piccola pietra bianca e liscia, di fiume, con inciso un nome, un accendino consumato, un soldatino di piombo. Poi tirò fuori dalla tasca il nuovo biglietto di carta piegato e lo aggiunse agli altri. Richiuse la scatola, lo rimise nascosto al suo posto, uscì e ricoprì l’ingresso con la neve e dei rami caduti. Guardò per l’ultima volta quel rifugio segreto e poi scomparve.  Passarono alcuni anni e di lui non si seppe più nulla. Il padre morì di lì a poco. In paese ormai quei pochi anziani rimasti lo avevano dimenticato. Un giorno sua madre, ormai vecchia e ancora afflitta dal dolore, mentre raccoglieva rami secchi per il focolare nel bosco, si trovò a passare accanto al capanno di pietra. Sentì dentro di sé come una voce che gli sussurrava qualcosa. Scostò i rami all’ingresso e diede uno sguardo all’interno. I suoi occhi si posarono subito su quel cumulo di pietre e foglie morte. Entrò e si mise a cercare. Una madre sente, una madre sa tutto del figlio, una madre ama, anche in silenzio. Nascosta bene tra le pietre, infine trovò la scatola di latta. La riconobbe all’istante. Sentì un colpo al cuore. Le sue mani tremavano, le sue guance solcate dalle lacrime. Aprì la scatola. Vide cosa conteneva. Lesse una per una tutte le lettere piegate e ingiallite, guardo gli oggetti, riconobbe ogni cosa. Strinse quello scrigno al suo petto e pianse e pianse di dolore forte e a lungo. Infine si accasciò a terra. La scatola gli cadde e si aprì rovesciando tutto il suo contenuto. Il bosco che aveva assistito alla scena, triste e in pena,  raccolse intorno al capanno tutti i suoi fiori e tutti i suoi animali, tutti i draghi e tutte le fate, tutti i briganti e tutti i sogni.  Mandò a chiamare il vento che disperdesse per sempre tutti quei fogli, tutte quelle lettere su cui era scritto soltanto… “Amore, dove sei?”

Tutti i racconti

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Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

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La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

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L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

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Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

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  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

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L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

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Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

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  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

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In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

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  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

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Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

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La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

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  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

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Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

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  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

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L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

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  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

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Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

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