«Il...».
«Calma. Non metterti a correre anche tu. Augusto Serbelloni aveva la fissa del vecchio col cappello. Diceva di trovarselo sempre davanti. Tutte le volte che doveva correre in auto – e Augusto Serbelloni doveva sempre correre in auto – si trovava davanti il vecchio col cappello che gli sbarrava la strada. Sempre lo stesso vecchio».
«Vi prendeva….».
«… per i fondelli. Sì, lo pensavo anche io. Avevo la tua età, allora. E le mie idee su quello che doveva essere e non doveva essere, a prescindere da ciò che vedevo. Come te con le cornacchie, prima».
Giulio non riuscì a trattenere una smorfia.
«L’avrebbe pensato chiunque. Chiunque non avesse trent’anni di servizio sulle spalle. Tutte le volte che era coinvolto in un incidente, o commetteva un’infrazione al codice della strada – quelle erano molto più numerose – Augusto Serbelloni tirava fuori la storia che aveva compiuto una manovra azzardata per superare un vecchio col cappello. Cambiava l’ora, cambiava la strada, cambiava l’auto… a volte era una 127 rossa, a volte gialla, a volte era una vecchia Cinquecento... e ogni volta cambiava la targa... ma il vecchio col cappello no. Quello non cambiava mai. Non che gli vedesse la faccia. Solo il cappello, con qualche ciuffo bianco sulla nuca rugosa – e non voglio pensare a quanto dovesse essere vicino per affermare che la nuca era rugosa».
«Era fuori di testa».
«Oppure ci prendeva in giro. Sapeva che non importava quanto inverosimile fosse la storia che raccontava: il paparino l’avrebbe tirato comunque fuori dai guai. E gli avrebbe comprato un’altra Maserati».
«Poteva sempre prendere la targa del cappello».
«Tu ridi, ma Giuseppe Serbelloni poteva rimuovere un comandante di polizia locale con una semplice telefonata. Figuriamoci un agente di pattuglia ventenne appena uscito dall’Accademia».
«Ma tu non hai lasciato perdere».
«Mi sarebbe piaciuto, ma presi io la denuncia. Ero reduce da un’influenza e, per un po’, mi avevano messo allo sportello. Una sera – stavo per staccare – arriva Augusto Serbelloni e dice che vuol denunciare il vecchio col cappello. Sostiene che lo perseguita. Che tutte le volte che esce di casa in auto se lo trova davanti. Magari non subito, ma non appena imbocca una strada stretta, o quando c’è un restringimento di corsia, oppure il fondo stradale è danneggiato e occorre procedere con cautela. O c’è nebbia, o ghiaccio. E, ovviamente, tutte le volte che ha fretta».
«E il figlio del padrone ha sempre fretta».
Antonio annuì. «Augusto descrive anche il cappello. Tipo “fedora”, di panno tra il grigio e il marrone. La targa non ce l’aveva. Ho ancora una copia della denuncia».
«Roba buona per uno psichiatra».
«Era chiaro che Augusto Serbelloni era fuori di zucca. E uno fuori di testa non può guidare un’auto. Una potente, sopratutto. Specie se guida come guidava il figlio del padrone. Fu questo a convincermi ad andare da suo padre Giuseppe. Mi ero appena sposato e Marina prendeva l’auto per andare al lavoro».
«E che cosa ha fatto Giuseppe Serbelloni, il padrone?».
«Niente. Non ci sono mai andato. Sulla strada per Villa Serbelloni mi imbatto nei resti di un incidente. È buio e l’illuminazione non è buona come adesso, ma è chiaro che è la Maserati di Augusto e che l’incidente è appena avvenuto. Non avevo l’auto di servizio e allora non c’erano i telefonini; in più, forse posso fare qualcosa. L’auto si è schiantata contro un platano – allora crescevano ai due lati della strada, li ha fatti tagliare Giuseppe Serbelloni, dopo il fatto, e nessuno ne ha più piantati – e il parabrezza è rotto. Non si usavano le cinture di sicurezza e Augusto Serbelloni è volato fuori. Lo trovo a un paio di metri, ed è chiaro che non c’è niente da fare. Capisci subito quando uno è andato, anche se è ancora vivo. Basta una volta sola e non te lo scordi più. Si vede dagli occhi. È come… non credere a chi ti dice che gli occhi di chi sta per morire sono ciechi. Vedono… vedono più cose. Dopo che li hai guardati cominci a guardare il mondo in modo diverso».
«Come per la faccenda delle cornacchie».
Antonio annuì. «Comunque, Augusto Serbelloni è spacciato. Lo capisco da come mi fissa. È come se mi vedesse attraverso. Poi capisco che osserva qualcuno dietro di me. Mi volto e vedo il vecchio col cappello. È comparso dal nulla, nella notte. Non c’erano altre auto, da nessuna parte. Il vecchio guarda me, guarda Augusto Serbelloni e dice: “Io cercavo di farlo andar piano, cercavo...”». Schioccò le dita. «Sento un rumore come questo. O come un palloncino che scoppia, ma più debole. Mi giro verso Augusto Serbelloni ed è già morto. È bastato un secondo. Mi volto di nuovo verso il vecchio ed è sparito».
Antonio si passò una mano sul volto, come se cercasse di ricordare. Come se ci avesse provato, incessantemente, per trent’anni. Probabilmente era proprio così.
«Non ricordo la faccia. Ho passato la vita a ricordare facce. Mi basta un secondo e me le fisso in testa, ma di quel vecchio non la ricordo. Ricordo solo il cappello, un fedora di panno, tra il grigio e il marrone, proprio come aveva detto Augusto Serbelloni».
Antonio si voltò piano verso Giulio. Il pomo d’Adamo gli andava su e giù come se volesse spinger fuori le parole. Alla fine ci riuscì: «Ne è passato uno uguale poco fa, alla guida di quella Panda».

Tutti i racconti

2
3
21

Le Sorelle: l’ira di Caterina 1/4

22 June 2025

Prologo Campo militare austro-ungarico – Tenda dello Stato Maggiore Il telo della tenda si gonfiava appena, sfiorato da un vento freddo. All'interno, tre ufficiali sedevano attorno a un tavolo ingombro di mappe. Il giovane soldato davanti a loro tremava. L'uniforme era lacera, la fasciatura all'avambraccio [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
1
13

Il Natale è una cosa per grandi

22 June 2025

Nel buio della sua stanza, il bambino, o meglio, quello che fino a poco tempo prima era un bambino, fissava il soffitto. Dal soggiorno arrivavano voci smorzate, risate adulte che sembravano voler convincere loro stesse della propria allegria. Aveva chiuso gli occhi da tempo, ma non dormiva. Sapeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
5
25

Oltre la nebbia(2/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

21 June 2025

Sophia non si piegava. Aveva capito che l’ignoranza non era solo mancanza di conoscenza: era una difesa, una paura profonda del cambiamento. La nebbia proteggeva Villacava. Difendeva dal rischio di scoprire che esisteva qualcosa di più grande e più complesso oltre i suoi vicoli ciechi e i confini [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: L'incipit mi e piaciuto e la storia secondo me ha una sua originalitá [...]

  • Lawrence Dryvalley: Esordio di tutto rispetto. mi è piaciuto. Condivido complimenti e appunti [...]

3
13
31

Girabuio 4/4

21 June 2025

Irving Crane non vide la fine del processo. Lo trovarono stecchito nel giardino, una mattina. Dopo lo scavo, alcuni girasoli erano ricresciuti e, a sentire qualcuno, Irving ne aveva strappato uno e aveva usato il gambo per impiccarsi… la maggior parte però diceva che non era possibile. Il gambo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

12
38
120

Il diario di Elena - 3/3

20 June 2025

15 giugno 2103 Il ritorno di Ernesto porta con sé la polvere delle strade che ha percorso e nei suoi occhi leggo di una storia che non riesco a immaginare. Chiedo con un timido sussurro, «Dove sei stato?». Il suo sguardo si fissa su di me, come se cercasse la forza delle parole giuste. «Tra i [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: la narrazione del mainstream ci vuole tutti rassegnati , inutili spettatori.
    [...]

  • Maria Merlo: Io non vedrò quel possibile futuro, ma mi fa male ugualmente. Voglio [...]

4
5
27

Oltre la nebbia(1/2)

In un paese in cui non si vede oltre un palmo dal naso

20 June 2025

C’è un paese incastrato tra colline spoglie e silenzi antichi, dimenticato dal tempo e dagli uomini: Villacava. Qui il sole non splende, la luce non entra mai. C’è solo un alone grigio, come se il cielo fosse stanco di volgersi sempre verso lo stesso paese. A Villacava non piove mai, ma è tutto [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
2
16

Girabuio 3/4

20 June 2025

Nessuno di noi riferì ciò che avevamo visto e sentito – oppure avevamo solo creduto di vedere e sentire e, in quel dubbio, stava racchiusa buona parte del nostro processo di crescita. Io, poi, non avrei parlato mai più di Irving Crane a mia madre – come potevo sapere qualcosa di Irving se non passando [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

10
8
91

Il diario di Elena - 2/3

19 June 2025

8 maggio 2103 Una settimana è passata, una settimana come le altre, fatta di corpi che si succedono nel violentarmi, di sguardi vuoti che si perdono nei miei occhi. Il lusso delle stanze in cui vivo non fa che amplificare la miseria che abita dentro di me. I giorni si confondono, e il riflesso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Bella storia...una domanda: se von l'IA e i robot non ci sono più [...]

  • Zio Rubone (Ezio Bruno): Grazie a tutti per la lettura.
    @Dax. Cos'è la ricchezza? La [...]

6
9
25

Cocktail glamour e motori a deflagrazione

19 June 2025

La mattina in spiaggia era deliziosamente di routine. Tra famiglie più o meno numerose, forme maschili e femminili messe in mostra in tutta la loro abbronzatura stronzesca e ombrelloni e il bar pieno di gente e di sabbia, era una mattina perfetta per un aperitivo. Cosa che sia Lionel che Sharon, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
6
18

Girabuio 2/4

19 June 2025

Ne parlai a mia madre solo un paio di settimane dopo, quando ormai l’estate era una signora nel pieno degli anni che iniziava a mostrare le prime rughe. «Non devi avvicinarti alla stamberga di quel vecchio maiale, Lew. Anzi, non devi neppure andare a nuotare nel Kenduskeag, capito?» m’ingiunse [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Ondine: ... sempre incuriosita ...

  • Rubrus: Un paio di episodi ancora. Il difficile di queste storie è anche capire [...]

11
10
92

Il diario di Elena - 1/3

18 June 2025

25 aprile 2103 La mia vita è un inferno. Nata tra i paria, non ho conosciuto altro che fame e miseria, oltre alle storie amare di nonna Lina. Ma il destino, o forse il sadismo dell'élite, mi ha strappata dal buio per gettarmi in mezzo alle luci abbaglianti della città dorata. Il mio nome risuona [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Dax: Bella, intensa, fa venir voglia di bastonare l'elite.like a 1000

  • Zio Rubone (Ezio Bruno): Grazie per la lettura, NomadLantern, Paolo, Maria, Rubrus, zeroassoluto e Lawrence.

6
6
31

L'inquilina del vento

18 June 2025

Non bussò. Arrivò un pomeriggio d’estate, con il ronzio gentile di chi non vuole disturbare. Entrò dalla finestra del balcone, come se conoscesse la strada, e si posò leggera dentro una mensola alta, nascosta tra vecchi libri, fotografie storte e una tazzina spaiata. Era una vespa. Non fece rumore, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su