«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto.
Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva subito che la montatura era in una plastica più scadente.
«Non li uso da fine gennaio» disse «in realtà non li ho usati molto. Mi sono accorto subito che qualcosa non andava. Forse è un difetto di fabbrica, ma è bastato a modificarmi la vista. E adesso non ne ho più bisogno».
Allungai la mano e li sfiorai. Sembravano normali occhiali da quattro soldi, di quelli che si comprano in farmacia o si ordinano per posta. Non era difficile credere che, se usati a sproposito, potessero essere dannosi.
«Io non li metterei se fossi in te» disse «Carmen non porta quasi mai le mutandine, ma il resto non è un bel vedere».
Mi allontanai e lui si sedette al suo posto.
«A Carnevale, quando cominciai a portare questi» e accennò a quelli che indossava «vedevo già attraverso i muri. Dopo una settimana vedevo molto, molto più lontano. La vista cambiava ad una velocità spaventosa. Esponenziale. E non si è più fermata».
«Ma come…».
Scosse la testa «È inutile, non si può spiegare. Non più di quanto si possano descrivere i colori a un cieco nato. L’unica cosa che posso dirti è che tu vedi il parcheggio qua sotto e, oltre, gli alberi e, oltre ancora, i profili dei grattacieli. Se fosse una serata tersa potresti vedere anche le montagne. Be’, per me è la stessa cosa. Solo che io vedo più lontano».
Chiuse il cassetto.
«Dopo Carnevale la mia vista arrivava ad oltre 50 km, al di là del raggio di curvatura terrestre e, per Pasqua, potevo sbirciare dietro la Nube di Oort».
Riprese le chiavi della scrivania e se le mise in tasca.
«Per i primi di maggio ero in grado di guardare oltre Andromeda e, a giugno… inutile che lo dica… non so che cosa stavo guardando. I telescopi non ci sono ancora arrivati».
Mi piantò in faccia le lenti scure, sogghignando e, improvvisamente, quelle sottili pellicole di plastica mi sembrarono molto fragili. Troppo.
«Lo sai che cosa succede quando guardi così lontano? Guardi anche nel tempo. Puoi vedere quello che c’è in fondo… quello che c’era all’inizio».
Si girò di tre quarti verso di me e un angolo remoto del mio cervello mi avvertì che, nel farlo, aveva impugnato le forbici, ma non riuscii a muovermi, come un uccello ipnotizzato da un serpente.
«Per un bel pezzo credetti di essere arrivato alla fine. Lo sperai persino. Arrivai ad aguzzare lo sguardo come un bambino miope che, dal fondo dell’aula, cerca di leggere la lavagna. Solo che io speravo di non leggere niente, dopo quello che avevo intravisto. Ma mi sbagliavo».
Si alzò in piedi.
«Così alla fine l’ho visto. È stato tre giorni fa».
Fece un passo in avanti.
«Credimi, non vorresti vederlo, non vorresti proprio. Ci sono cose capaci di far impazzire un uomo anche solo per averci dato una rapida occhiata. E io ho fatto molto di più».
Alzò una mano.
«Non ti preoccupare, non te lo descriverò. Non potrei farlo. Nessuno potrebbe».
Incespicai e quasi caddi all’indietro mentre Patrizio avanzava con le forbici in mano.
«Una cosa però posso farla. Hai pagato il biglietto e adesso hai tutto il diritto di goderti lo spettacolo, fino all’ultima scena». E, così dicendo, si tolse gli occhiali.
A pensarci bene non era tanto spaventoso. Al semplice costo di un biglietto cinematografico si possono gustare spettacoli ben più raccapriccianti. I suoi occhi erano neri, tutti neri, di una tenebra assoluta e profonda, senza iride, senza pupilla e senza cornea. Due frammenti d’abisso infilzati in un volto umano. E brillanti. A guardarli con attenzione (del resto era impossibile distogliere la vista) sembrava che dentro qualcosa scintillasse, anche se il buio, a rigor di logica, non potrebbe, non dovrebbe scintillare… ma la logica non esisteva, laggiù.
«Oh sì» disse Patrizio sogghignando «anche Lui mi ha visto. E adesso vede te. Ed è contento di vederti». Poi alzò le forbici.
Ripensandoci credo che abbia mormorato qualcosa del tipo «Se il tuo occhio ti dà scandalo, strappalo», ma non ne sono sicuro.
Con due colpi precisi, quasi eleganti, come un sommelier che stappa una bottiglia, s’infilò le forbici nelle orbite e si fece saltar via i bulbi oculari. Il destro rimase per un attimo appeso a un nervo sanguinolento poi precipitò a terra e tutt’e due saltellarono verso di me come strane biglie d’un nero lucente, quasi volessero mordermi le caviglie.
Adesso vorrei che mi credeste se vi dico che avrei potuto fermarlo: Patrizio non era molto robusto. A dispetto del suo carattere irascibile arrivava appena al metro e sessanta e aveva il fisico del sedentario medio. Solo che non volli farlo.
Penso che un uomo – anche uno che, come Patrizio, non aspira al titolo di mister simpatia – abbia diritto ad un po’ di compassione o, almeno, il diritto di dire “basta”, così lo lasciai aprire la finestra e buttarsi di sotto.
Furono le sue ultime parole che mi convinsero a lasciarlo andare.
«Lo vedo ancora». 

 

Il racconto prende spunto dal romanzo breve “L'occhio del Purgatorio”  (1945) di Jacques Spitz in cui il protagonista sintetizza un collirio che gli consente di vedere il futuro. Nel 1963 Roger Corman ne trasse un film, un po' diverso, con Ray Milland. Una leggenda mentropolitana racconta che nella sceneggiatura originale l'ultima battuta del protagonista fosse quella che pronuncia nel mio racconto, ma che fu scartata perchè “troppo spaventosa”. Potevo lasciarmela scappare?   

Tutti i racconti

1
2
16

EULASYA LA RAGAZZA EXTRATERRESTRE 2/2

27 October 2025

«Quello davanti a te è Lurial», disse Eulasya, mentre la sua navetta si accingeva ad entrare nell'atmosfera del pianeta. La superficie sembrava veramente quella della luna, ma non c'erano crateri dovuti alla caduta di corpi celesti, forse per mancanza di una fascia di asteroidi come nel nostro [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
4
18

A Roma in compagnia di Keith

Arte e musica all together now

27 October 2025

Amici lettori mi viene da piangere al pensiero che l'estate sia finita, la luce, il sole, il mare, un gelato, una bibita fresca, solo una tshirt e via, via le zanzare, no le zanzare non le vogliamo più e adesso l'autunno con i suoi colori caldi ci accarezzerà gli animi e il cuore, animo ragazzi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Buongiorno Paolo il mio grande pierreffe, hai ragione mi era sfuggito Pino [...]

  • Ondine: Troppo onore Walter! Grazie E bravissimo mi sono divertita co' sto' [...]

3
4
22

Una memorabile serata da Beppaccio

26 October 2025

Va detto che non era la prima volta che uscivano tutti assieme per andare a cena fuori. Tuttavia non si erano mai azzardati a recarsi in un ristorante stellato, o quantomeno in qualcosa che gli potesse assomigliare. Fu per questo che ripiegarono su un locale dal nome di grido, un qualcosa che andasse [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Ondine: Racconti divertenti e mai banali. Bravo

  • L. Carver: Anche stavolta non ho dovuto sforzarmi troppo per trovare ispirazione. La vita [...]

1
1
15

EULASYA LA RAGAZZA EXTRATERRESTRE 1/2

26 October 2025

Era una tranquilla serata estiva, il cielo era trapuntato da milioni di stelle e un’incantevole luna gigante, alta verso ovest, gettava la sua pallida luce dorata sul campo di grano di mio padre, illuminando le spighe che emergevano dal buio sui loro steli ondulanti al vento. Ero nella mia stanza, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
0
11

La Letteratura Fantastica - Postfazione

Un'analisi del macro-genere scritta dall'utente di LdM Rubrus

25 October 2025

Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Il nostro utente Rubrus esamina le ragioni e le peculiarità della Letteratura del Fantastico nelle sue tre principali espressioni: l'Horror, la Fantascienza e il Fantasy. In questo quinto e ultimo capitolo leggeremo le conclusioni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
5
67

In via Teano

25 October 2025

In via Teano i nostri corpi nudi distesi su un materasso adagiato sul pavimento. Bagnati di luce soffusa. Nel monolocale soltanto i nostri sospiri. E tutto il resto fuori.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Viola5: “La puttana di Centocelle”, un testo dove l’autore che nella [...]

4
9
27

Ti dico ciao

25 October 2025

“La casa è vostra”. Quanto ho atteso questa frase in questi ultimi tre anni di frenetica ricerca e di sporadico sconforto! Finalmente la casa dei sogni è mia ma in questo periodo, fatto di sogni a occhi aperti, ho trascurato la vecchia casa di famiglia. Ho trascurato cosa avrei lasciato e mi sento [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Taty: Grazie Dario 😊

  • Teo Bo: Scritto con grande sensibilità e con un filo di nostalgia (quanto basta). [...]

3
2
25

Hark I Love Kurt

24 October 2025

Hark I Love Kurt “Henry, dove si va?” “Non è il paradiso, no.” “Certo che no, stiamo viaggiando nel buio, nero davanti, sopra, sotto… non abbiamo nemmeno l’asfalto sotto la macchina!” “Senti Henry...” “Sììì?” “E’ tutto buio!” “Già.” “Ma ci stiamo muovendo?” “Sì.” “Ah...” “Eh già...” “E cosa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
2
22

Rosa Gotica

Rosa Gotica

24 October 2025

Era un bocciolo tra mille altri fiori, timido e discreto, ma la sua aura emanava mistero e curiosità. Quando sbocciò, il profumo inebriante pervase l'aria, penetrando senza preavviso nell'anima. Il suo color rosso rubino, catturava lo sguardo: impossibile non restarne ammaliati. Quel rosso attraeva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
3
20

Corona Di Volontà

23 October 2025

Corona Nel giaciglio d’ombre delle lacrime, la mia pena vegliava insonne, e il corpo emaciato sbucava, tremula candela bianca, sul punto di spegnersi al fato. Ma dal caldo fuoco del cuore, più duro d’una rocca antica, s’innalzò favilla di brama in speme, che vinse la tenebra al [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
5
25

Mamma

23 October 2025

Mamma La sera scende, e il cuore si fa stanco, nel vetro il giorno spegne il suo colore, la casa tace, e il vuoto è così franco che pare voce muta del dolore. È spenta ormai la luce in cucina, là dove il tuo sorriso mi attendeva; l’ombra si posa, umile e bambina, sul tavolo che il tempo non solleva. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: La mamma è sempre in punto di riferimento.Anche in ricordo.Like

  • Taty: Commovente, le mamme restano sempre anche quando vanno via, sono aolo altrove [...]

3
7
39

La Scrittrice Professionista (Autocertificata)

Il miei raccontini prendono spunto da ciò che mi circonda. I miei personaggi sono tutti reali...debitamente camuffati.

Miu
22 October 2025

Letto su Facebook, oggi: Sto cercando una casa editrice interessata a pubblicare un racconto breve che, volendo, potrebbe anche diventare un podcast. Per me è fondamentale che l'editore pubblicizzi e distribuisca bene ciò che sto scrivendo, perché quella a cui sto facendo riferimento, sarebbe la [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Davide Cibic: Mi piace l’idea di andare oltre l’oltre: chissà cosa c’è. [...]

  • Dax: Che dire...chi mi tifiuta oggi mi rimpiangerà domani.🤣Like

Torna su