Finalmente potevo tenere alzata la tavoletta del water e lasciare che, a una a una, le lampadine si bruciassero finché diventava così buio che sbattevo negli spigoli.

Potevo anche permettermi di lasciar traboccare il sacchetto della spazzatura e tenere in frigo i formaggi ben oltre la data di scadenza.

Forse era una specie di libertà, ma il prezzo era terribilmente alto e non mi ricordavo di averlo voluto pagare, non più di quanto Sandra avesse voluto il cancro che stava portandomela via.

Una sera trovai su una sedia l’impermeabile che, quella mattina, avevo deciso di non indossare.

Un tempo Sandra non l’avrebbe lasciato lì: l’avrebbe preso e l’avrebbe messo sull'attaccapanni. Ogni cosa al suo posto: era una sua fissa.

Da quel momento in poi cambiò.

È così che ci si prepara ad andarsene. A poco a poco, ci si stacca dalle cose, dalle manie, dagli affetti, dagli amori, come preparandosi a staccarsi da se stessi. 

Per qualche tempo lasciai apposta un po’ di disordine per casa. Non per crudeltà, indifferenza o egoismo. Era per farla reagire, capite? Avevo letto le solite storie sull'importanza della psiche nella lotta al tumore e volevo che combattesse, anche contro di me, se poteva servire. O magari volevo solo tenermela ancora un po’ e, in fondo, si trattava davvero di una forma di egoismo.

Durò per tutto il tempo che poteva durare.

Anche dopo, però, il disordine rimase.

Dicono che la casa di un uomo sia il suo castello. Frottole. La casa di un uomo è la sua caverna e tutto quello che lui chiede è un tetto sopra la testa e un fuoco che bruci.

La casa è l’estensione della donna, la trasposizione, in 3D, delle molteplici dimensioni della sua mente.

Forse per questo, da un certo momento in poi, le cose cominciarono ad andare a posto.

Una sera entrai nello sgabuzzino e trovai le scarpe allineate dentro la scarpiera. Non lo avevo fatto… non lo avevo mai fatto. Tranne quella volta. Chiusi lo sportello e non ci pensai più.

La sera dopo trovai impilati nella lavastoviglie i piatti sporchi. Non deve succedere tre volte – pensai – se succede tre volte vuol dire che è successo davvero. Era un pensiero scemo, forse anche pericoloso, ma, ultimamente, la mia testa era diventata un posto mal frequentato, pieno di spazi vuoti, ombre e tipi poco raccomandabili.

La terza sera trovai la tavoletta del water abbassata.

Mi ci sedetti sopra, vestito com’ero, e mi misi a pensare.

A poco a poco, stavo imparando a tenere in ordine. O, almeno, una parte di me stava imparando, senza che l'altra se ne accorgesse.

Tutto quello che dovevo fare era decidere – lì, adesso – se ne valeva la pena.

Tirai lo sciacquone, anche se non ce n’era bisogno, e decisi di sì.

Mettere a posto la mia vita – e la casa – non fu per niente facile, soprattutto all'inizio, ma scoprii che era una questione di esercizio, come i pesi.

È vero, qualche volta, prima di andare a letto, facevo il giro dell’appartamento perché avevo paura di alzarmi la mattina dopo e scoprire che ogni cosa era al suo posto e che non ero stato io a mettere in ordine; nel complesso, però, la vita continuava.

Passò un anno prima che conoscessi Erica e passarono altri undici mesi prima che la invitassi in casa a cena.

Avevo paura? Probabile.

Non temevo di vedere Sandra vestita di bianco vagare per il salotto trascinando un paio di catene arrugginite, tuttavia…

Quella notte, un attimo dopo aver spento la luce, presi la foto che tenevo sul comodino e che ritraeva me e Sandra su nevi ormai da tempo sciolte, e la chiusi nel cassetto.

La mattina dopo, quando mi svegliai, la foto era ancora là dentro. Fuori posto, o forse, come sognavo mentre accarezzavo Erica riscoprendo il morbido tepore d’una donna addormentata, al suo nuovo posto.

Gradualmente, ci furono altri cambiamenti qua e là: nuovi teli a coprire il divano, qualche vaso di fiori, un diverso modo di disporre i tappeti, come se Erica stesse sovrapponendo la propria impronta a quella di Sandra.

Come ho detto, prima di andarsene ci si stacca dalle cose, ma credo che, in qualche modo, una parte di noi (una parte che è meno dell’anima, ma più del ricordo) rimanga appiccicata a questo mondo.

Nel caso di Sandra poteva benissimo essere un riflesso su un pavimento lucido, la disposizione dei soprammobili sulla credenza, un quadro appeso in modo che, a mezzogiorno, la luce cadesse con la giusta angolazione su un mare dipinto.

E, poco a poco, quei segni svanivano, come coperti dalle stratificazioni di una nuova epoca.

Tuttavia la casa sembrava adattarsi o, quantomeno sopportarlo, forse perché anche Erica era ordinata. In modo lieve, carezzevole, discreto, come se intuisse che il mio equilibrio, malgrado le apparenze, era ancora precario e sarebbe bastato molto poco per infrangerlo una volta per tutte.

Anche quella sera aveva badato a tutto. Sotto la sedia aveva messo i feltrini antisdrucciolo e aveva tolto il cuscino per poter godere di presa migliore. Si era tolta le pantofole per non scivolare e io potevo seguire la linea aggraziata dei suoi polpacci mentre si alzava sulla punta dei piedi per avvitare la nuova lampadina a basso consumo.

Insomma, non c’era ragione perché la sedia si spostasse da sola e il tavolo si muovesse quel tanto che bastava perché Erica, cadendo, ne colpisse lo spigolo con la tempia.

Rimasi lì, a lungo, nella penombra dell’appartamento illuminato solo dalla luce del salotto, poi mi accorsi che il rivolo di sangue uscito dall'orecchio di Erica andava seccandosi sul pavimento.

Allora presi uno straccio e lentamente, con cura, cominciai a pulire.


 

Tutti i racconti

1
1
12

Il paese dei piccoli 1/2

27 December 2025

C’era una volta un mondo in cui il tempo scorreva al contrario. Non era il passato a farsi più lontano, né il futuro a venire incontro: erano le persone a rimpicciolire, anno dopo anno, recuperando a ritroso ogni stadio della loro crescita. Così, chi aveva accumulato saggezza ed esperienza non [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
1
35

E tu, tu mi pensi mai?

27 December 2025

Ti ho pensato, sai? Ti ho pensato così spesso che a volte mi sembravi vero, mi sembravi intero, in carne ed ossa. Mi sembravi in piedi di fronte a me, col tuo odore e il tuo fiato dentro al mio. Mi sembravi vivo, si. Eri vivo. Eri così vivo che ad un certo punto ti ho stretto forte, ti ho abbracciato. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
2
26

L'Oltre

26 December 2025

D’amore e d’odio, sublimati e coscienti, vive la mia sfera. Luce e ombra si contendono il pensiero fatto materia. Ho perso la crisalide per superare ogni tempo e visitare ogni spazio. Non mi cruccio se gli dei mancano all'appuntamento. Procedo col mio bagaglio senza aspettare il treno. Corro spedito, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Cogito ergo sum

  • VittorinaPerbo: La lotta tra bene e male di ascendenza romantica trova una sua pur difficile [...]

2
1
25

La Statistica

26 December 2025

Che Adelmo avesse qualche rotella fuori posto lo pensavano in tanti, ma dopo ciò che accadde non ci furono più dubbi. Quando andava in centro gli capitava di incontrare quei gruppetti di persone che “giocano” alle tre campanelle, nota truffa studiata ai danni dei turisti. Lui passava delle mezz'ore [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • VittorinaPerbo: Bel racconto che parte con tutta la serietà di un esperimento di un [...]

5
4
30

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
10
181

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Letto e riletto volentieri. Una favola degna di Gianni Rodari. Simpatica, dolce, [...]

  • Dax: Moolto carino.Like allo smeraldo 😊

8
6
41

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

11
7
182

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Bello Bello.Like

  • GianlucaEgo: Bello l inizio di questa fiaba con l aiutante che è una figura della [...]

7
6
49

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • An Old Luca: Bravo Dario
    e con l'occasione
    un augurio di feste serene per tutti [...]

  • Davide Cibic: Scritto bene, è un racconto che ha un ritmo e un incedere inesorabili. [...]

6
3
26

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

  • Maria Merlo: Tanta dolcezza e verità. Bravo!

9
13
73

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Grazie Andromeda!
    Se non c'è un tocco positivo, non mi sento [...]

  • Dax: carino. ci vuole un po' di fedeve magia.Like

3
6
37

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su